Terremoti, il rischio sismico, le scuole, le mappe dal satellite, il sisma bonus e l’ipocrisia italiana
Editoriale di Andrea Dari, editore di Ingenio
Articolo pubblicato in data: 08/09/2018
Il 41% delle scuole è in zona sismica
Quale è la situazione delle Scuole italiane in materia di sicurezza strutturale in zona sismica? I dati attualmente a disposizione sono piuttosto allarmanti, soprattutto per le famiglie che, dai prossimi giorni, rimanderanno i figli a scuola. Dunque, stando all’ultimo rapporto di Legambiente, oltre il 41% degli edifici scolastici (più di 15mila) si trova in zona sismica 1 e 2 (a rischio, cioè, di terremoti forti o fortissimi) e, negli ultimi quattro anni, sono stati finanziati 992 interventi, di cui soltanto 532 in aree a rischio elevato. Di questo passo, annotano gli ambientalisti, occorreranno 113 anni per mettere in sicurezza le scuole nelle aree più fragili del Paese.
Cercherò quindi di fare il punto sulla situazione alla vigilia dell’apertura delle scuole
Scuole: chiuderle o aprirle ?
Un articolo di oggi su Repubblica di Corrado Zunino evidenzia come, dopo la sentenza si Grosseto, si sia creata una situazione di stallo sulla situazione degli edifici scolastici italiana.
Riferisce il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, amministratore di Bari: «Ricevo segnalazioni da tutti i sindaci d’Italia, sono impauriti. Se aprono le scuole li denunciano per abuso d’ufficio, se le chiudono li denunciano per interruzione di pubblico servizio. La sentenza di Grosseto li ha messi in difficoltà».
Emergenza scuole, nasce con la sentenza di Grosseto ?
No. Nasce con il terremoto del Molise del 2002. Alle ore 11.32 del 31 ottobre una scossa magnitudo di 6,0 fa crollare una scuola a San Giuliano di Puglia: morirono 27 bambini e una maestra. Le indagini giudiziarie, portate a compimento dal procuratore della Repubblica presso il tribunale di Larino, Nicola Magrone, e sfociate in un processo, hanno stabilito che il crollo della scuola era stato determinato da responsabilità umane: costruttori, progettisti, tecnico comunale e sindaco dell'epoca sono stati definitivamente condannati dalla corte di cassazione il 28 gennaio 2010.
Dopo questo evento partiva l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, che introduceva l'obbligo di procedere alle Verifiche di Vulnerabilità Sismica nelle Scuole. In particolare all’art. 2, comma 3 c’era l’obbligo di verificare da parte dei proprietari delle opere rilevanti come scuole o ospedali. Esenti da questo vincolo: le opere progettate secondo le norme vigenti successivamente al 1984, se la classificazione sismica del territorio rimaneva la stessa a quella definita all’epoca della costruzione (Art. 2, comma 5).
Tale obbligo risulta scaduto nel 2013. Solo dopo un successivo terremoto (abbiamo sempre bisogno di darci una scossa …) nel decreto terremoto è stata prevista una nuova scadenza al 30 agosto 2018 e un finanziamento statale.
Sicurezza scuole: cosa si è fatto dopo il 2003 ?
Quasi nulla. Le verifiche di vulnerabilità sismica risultavano obbligatorie per tutti i Comuni, ma purtroppo l’OPCM del 2003 non prevedeva sanzioni per chi non attuava interventi. Il risultato è che molti Sindaci, già allora, di fronte al dilemma SAPERE, quindi avere la responsabilità dell’intervento, NON SAPERE, quindi far finta di nulla hanno scelto la seconda strada.
L’agitazione dei sindaci in questo settembre 2018 non dipende quindi dal fatto che le loro scuole non siano in regola ORA sotto il profilo dell’agibilità e dell’antincendio, lo sono sempre state. La novità deriva dal fatto che la sentenza del tribunale di Grosseto (confermata dalla Cassazione) ha messo sotto processo il sindaco di Roccastrada perché non ha chiuso un istituto che era lievemente sotto l’indice 1 (vulnerabilità sismica).
E come ricorda nel suo articolo Zunino il paradosso è che la struttura di Roccastrada (media Ribolla, indice 0,985) ora riapre.
La Scuola di Amatrice Romolo Capranica
A dire il vero la vera scossa di sensibilizzazione sulla sicurezza degli edifici scolastici arriva prima della sentenza di Grosseto, il 24 agosto 2016, con il Sisma di Amatrice quando la scuola Romolo Capranica, ristrutturata e inaugurata nel 2012, anche grazie ai fondi post sisma del 2009, è crollata insieme con il resto del paese più vecchio.
I motivi ? ovviamente per prima è stata accusata l’impresa: la Finanza ha acclarato che la Edil Qualità, che nel 2012 effettuò i lavori,non fosse perfettamente in regola con il Soa, il certificato di validità quinquennale che garantisce l'effettiva qualità professionale della ditta. Ma non è questa la causa ! nel primo dossier della Finanza emergerebbe anche un particolare importante relativo ai lavori di adeguamento sismico. Nel corso dell'appalto partito nel 2012 - diviso in due differenti tranche rispettivamente di 511 e 160mila euro - quei lavori non sarebbero stati effettuati non per "colpa" dell'impresa ma perché il Comune di Amatrice non li aveva espressamente richiesti. Dopo il primo appalto da 511mila euro per una prima riqualificazione della scuola ("Riscaldamento, impianto antincendio, pavimentazione, servizi" come ha detto lo stesso imprenditore, ce n'è stato un secondo di importo minore, 160mila euro. Secondo la Gdf questo appalto non ha provveduto all'adeguamento antisismico, non per responsabilità dell'impresa, ma del Comune, che non aveva espressamente chiesto quel tipo di lavori.
La storia e le foto della scuola fecero comunque clamore, e da quel momento vi è stato un susseguirsi di denunce, finanziamenti, interventi, discussioni e l’argomento “sicurezza sismica delle scuole” è entrato finalmente all’ordine del giorno di molti comuni, province e regioni e … procure, come dimostra il caso di Grosseto.
#Italiasicura Scuole
Ma dopo il terremoto dell'Emilia, a distanza di due anni, il 27 maggio 2014, il Governo Renzi aveva istituito una Struttura di Missione dedicata specificatamente al tema della messa in sicurezza del patrimonio immobiliare scolastico: Italiasicura Scuole. Coordinata da un architetto di Milano, Laura Garimberti.
In questi 4 anni ho incontrato diverse volte l’architetto Garimberti, e mi ha sempre dato l’impressione che fosse più interessata a portare avanti i progetti di riqualificazione che ad intervenire ai convegni o apparire sulla carta stampata. Ho avuto anche l’impressione che la struttura di Missione avesse un’ottima collaborazione con i dirigenti del MIUR che si occupano di edifici scolastici, ma che dopo la caduta del governo Renzi, il governo Gentiloni avesse ridotto la sua attenzione sulla struttura.
Fino ad arrivare al 4 luglio di quest’anno (2018) quando il nuovo governo ha chiuso Italiasicura Scuole, la struttura di missione per la riqualificazione dell'edilizia scolastica. Il Governo Conte non ha rinnovato il mandato dell'ufficio creato dall'Esecutivo Renzi e rinnovato da quello Gentiloni. Dieci miliardi stanziati in quattro anni per la sicurezza delle scuole, oltre 12mila cantieri avviati, 8.114 gli Edifici scolastici su cui sei è intervenuto, 5.186.232.332 gli euro finanziati per gli interventi (ma non tutti spesi), tutto ancora visibile sul sito che speriamo il nuovo Governo non resetti, visto l’importanza dei dati contenuti.
Ma dal sito suddetto vediamo che questi soldi - come per Amatrice - non sempre sono stati spesi per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici. Guardando la mia zona - Rimini - vedo che per esempio per l’I.P.S.S.A.R. "S.P. MALATESTA" sono stati finanziati per oltre 94.000 euro i lavori di Restauro della facciata su viale G. di Vittorio. Non a caso, un anno dopo Patrizia Russi, coordinatrice del neonato Comitato Genitori dell'Istituto Alberghiero Malatesta di Rimini, scrive all'amministrazione Comunale di Rimini, chiedendo attenzione per una scuola in cui "la struttura dell'istituto è visibilmente fatiscente" (FONTE: altarimini.it). Un caso, vediamo gli altri interventi: per la Sec. I - A. DI DUCCIO sono stati finanziati 150.000 euro per l’Efficientamento energetico. Sempre dallo stesso sito risulta che per il Valturio sono stati messi a disposizione ma non spesi 150 mila euro per la Messa a norma ed in sicurezza dell’edificio ma anche adeguamento-bonifica amianto, e 750.000 euro per la costruzione di una nuova scuola. Quindi su 4 interventi finanziati solo uno lo era per intervenire sull’adeguamento sismico di un edificio esistente.
Al sito del Ministero ognuno di noi può verificare la situazione nella propria città.
Controlleremo le scuole con i satelliti
Il nuovo governo punta sulla digitalizzazione per conoscere lo stato di sicurezza delle scuole: i satelliti vigileranno sulla sicurezza delle nostre scuole.
Lo ha annunciato, via Facebook, il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, presentando il progetto di «mappatura satellitare delle scuole», un unicum per l’Italia, che vedrà il Miur lavorare in sinergia con il Cnr e l’Agenzia spaziale italiana.
«Per intervenire al meglio e individuare le priorità – ha postato Bussetti sul proprio profilo social – ci servono dati precisi sulla condizione delle nostre scuole. Per la prima volta – prosegue il ministro – quasi 40mila edifici saranno “fotografati” attraverso il sistema Cosmo-Skymed, che è in grado di misurare lo spostamento degli immobili al decimo di millimetro. Le informazioni che otterremo dai satelliti Asi saranno trasmesse al Cnr che ha le risorse umane e strumentali per elaborarle e darci un quadro dettagliato dei nostri edifici scolastici. Potremo così far partire verifiche e segnalazioni. Accelerando i tempi dei controlli e dei conseguenti interventi di adeguamento. In un mese e mezzo avremo già i primissimi dati».
Per accelerare i tempi, il ministro Bussetti ha promesso di recuperare risorse per le ristrutturazioni per 7 miliardi di euro, di cui 3 saranno disponibili già nelle prossime settimane.
«Avere scuole sicure è un diritto»
«I nostri figli devono poter frequentare scuole sicure – scrive ancora il ministro su Facebook –. È un loro diritto. Abbiamo dati ancora preoccupanti sugli edifici scolastici. Vuol dire che in questi anni non è stato fatto abbastanza. Sono stati stanziati soldi, ma senza mettere mano a quelle procedure farraginose che impediscono di far arrivare in fretta le risorse agli Enti locali proprietari degli edifici scolastici. È un problema che stiamo risolvendo con norme che semplificheranno le procedure e velocizzeranno la spesa».
Serve un'anagrafe aggiornata degli edifici scolastici
Secondo Legambiente, che ricorda come oltre il 60% delle scuole sia stato costruito prima dell’entrata in vigore delle norme sulla sicurezza anti-sismica (1976), ciò che serve davvero è un aggiornamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, ancora «incompleta, imprecisa e inadeguata».
L’obiettivo è arrivare ad avere il fascicolo di fabbricato per ogni scuola italiana entro il 2020.
Ad oggi, all’appello mancano 6.315 edifici, il 15% circa del totale, mentre 14.711 scuole sono registrate due volte, rendendo così imprecisa la mappatura. L’87% dei Rspp (Responsabile del servizio di protezione e prevenzione) o dei dirigenti ha chiesto interventi manutentivi all’ente proprietario, ma in ben un caso su cinque non è stato effettuato alcun intervento, mentre nel 14% dei casi è stato effettuato con molto ritardo, nel 43% con qualche ritardo e solo nel 22% dei casi sono stati affettivamente aperti i cantieri per la messa in sicurezza degli edifici segnalati come pericolosi.
Anagrafe delle scuole, anagrafe delle infrastrutture e dei ponti …
Questo Governo sembra aver messo al primo punto dell’ordine del giorno la mappatura del Paese.
Da un lato si chiede a tutte le PA, all’azienda statali e alle concessionarie i dati e le informazioni sullo stato delle infrastrutture gestite (o mal gestite) e mi fa un po’ effetto pensare alla protesta che qualcuno ha sollevato quando Toninelli ha chiesto i dati in tempi ristretti. Se non si hanno i dati da fornire delle due l’una, o non si tenevano sotto controllo le opere oppure non si era adottato un sistema per la loro gestione.
Dall’altro il MIUR decide di procedere a questa mappatura.
Credo che sia la strada giusta per affrontare il problema - qualche dubbio in più sul fatto che il controllo satellitare basti per monitorare la sicurezza di un edificio, ma ci tornerò più avanti - perchè con un debito pubblico così importante e una tassazione così rilevante per poter spendere bene le risorse è necessario conosce, innanzitutto, quale sia la situazione generale e particolare. Spero anche che il grande data base sia open per il cittadino, in modo che la scelta della scuola in cui mandare un figlio nasca anche dalla valutazione della sicurezza dell’edificio e non solo dalla bravura dell’insegnante.
Fiducia nel monitoraggio … fino ad un certo punto
Questo è un tema che INGENIO ha toccato anche per il ponte Morandi, e che pochi hanno considerato. La sicurezza che un controllo può assicurare non è un dato assoluto ma probabilistico e i limiti derivano non solo dall’investimento che si è disposti a sostenere (e ovviamente dalle tecniche adottate) ma anche dalla situazione della struttura che viene osservata.
Prendiamo il caso di un edificio storico in muratura: se la sua parte muraria non è coesa, non ha sufficiente “dignità strutturale” non esiste controllo che possa assicurare la sua sicurezza, è l’intervento che può assicurarla.
Quindi prima di guardare con un satellite se una scuola si sposa o meno, occorre guardare bene come sia fatta, se vale la pena di manutenerla e migliorarla, o sia necessario sostituirla, quindi fatti gli interventi, abbinare a un controllo del grande fratello anche un adeguato controllo sul posto di lavoro.
Vorrei aggiungere un particolare importante.Come ha dimostrato uno degli ultimi terremoti in Giappone i morti quasi mai derivano dal crollo della struttura. Controsoffitti, proiettori appesi, condizionatori, armadi, scaffalature … sono armi micidiali in caso di sisma violento. Ecco perchè il controllo degli edifici deve essere costante e riguardare non solo le strutture ma anche quanto viene fatto all’interno (ed esterno) di esse.
L’ipocrisia italiana nell’affrontare il problema della sicurezza strutturale
Fino ad ora abbiamo parlato di scuole. I giornali parlano di scuole. Il governo parla di scuole. I procuratori della repubblica parlano di scuole. I Sindaci parlano di Scuole. Perchè è importante poter mandare i propri figli a studiare in luoghi sicuri.
E dormire ? qualche tempo fa l’amico Edoardo Cosenza mi fece questo commento, sul fatto che ci preoccupiamo solo di dove mandiamo i nostri figli a scuola ma non di dove li facciamo mangiare, dormire, vivere. Perchè questa è l’ipocrisia italiana, quella di correre dietro all’emergenza del momento. Crolla un ponte, allora tutti ci preoccupiamo dei ponti. esce una sentenza su una scuola e tutti ci preoccupiamo della sicurezza delle scuole. Solo per le Chiese c’è un’eccezione: crollano ma nessuno se ne preoccupa … Ma il problema è diffuso e riguarda tutti gli edifici: le case, i capannoni industriali, le palestre, i teatri, gli uffici, ospedali … tutti gli immobili.
Perchè rendiamo obbligatoria la certificazione energetica di un edificio al momento del rogito e non almeno la certificazione statica (come hanno fatto a Milano per gli edifici più vecchi). Perchè le ASL quando fanno i controlli sulla sicurezza di un edificio industriale non verifichino che sia stata accertata la sicurezza strutturale del luogo di lavoro: conta più una mascherina che un pilastro ? perchè ad Amatrice hanno messo un cappotto alla Romolo invece di rinforzare la struttura ? perchè siamo ipocriti, perchè è più facile concentrare l’attenzione su un nemico esterno che preoccuparsi della propria situazione.
Creiamo gli strumenti per intervenire poi facciamo le regole per non utilizzarli: il caso del Sisma Bonus è significativo. Prima si da la possibilità agli incapienti di cedere i crediti non utilizzabili poi l’agenzia dell’entrate vincola i passaggi di cessione e, di fatto, rende impossibile utilizzare questo strumento nei condomini. Come si una dire: fatta la legge trovato l’inganno.
Per non parlare della normativa amministrativa sull’edilizia, ancora rimasta ai tempi dei Comuni quindi con una logica di circa 1.000 anni fa, non male.
Il problema della sicurezza strutturale e sismica va affrontato prima nelle nostre teste
La sicurezza strutturale sismica non si risolve con un post su Facebook, non può essere accollata tutta allo stato, non può essere gestita da un satellite.
La sicurezza è una questione di testa, così come lo è la raccolta differenziata, il risparmio dell’uso dell’acqua, il rispetto del codice della strada.
La settimana scorsa ho guardato gli annunci immobiliari, il 95% riguarda edifici vecchi, insicuri, che più che di una mano di vernice avrebbero bisogno di una passata di ruspa. Se qualcuno valutasse la sicurezza di quegli immobili dovremmo spesso affiggere al loro esterno un cartello “edificio pericolante”. A questo punto vorrei vedere non solo quanti li comprerebbero, ma quanti dei residenti continuerebbero a viverci dentro. Allora cosa accadrebbe: il proprietario accuserebbe lo Stato di non aver fatto nulla per renderlo sicuro (prima autobugia, c’è il Sisma Bonus).
Ma dovrebbe farsi un esame di coscienza e pensare quanto ha speso in tutti questi anni in televisori, radio stereo, cellulari, poltrone, tappeti, coperte, quadri … e quanto ha speso per la manutenzione delle sue auto, moto, biciclette … e infine quanto ha speso per la manutenzione strutturale della sua casa. Eh già, non ha speso nulla.
Eh già, la sicurezza è un problema di testa, la nostra.