Data Pubblicazione:

...Marco Colombo, Presidente Ordine di Alessandria

Intervista a:
Marco Colombo
Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Alessandria

 

 

 

 

Presidente, come stanno gli ingegneri "in provincia"? Sentono la crisi come nelle grandi aree metropolitane e nelle grandi città?
Sicuramente se non peggio, dove i numeri sono più piccoli le probabilità di subire forti cali di commesse sono più elevate. Ho notizie di fatturati dimezzati.

Con il termine "ingegnere" si riassumono un numero incredibile di specializzazioni: strutturale, geotecnico, chimico, elettrico, informatico ... come fa un Ordine provinciale, per poter operare con una variabilità così ampia?
Pur non entrando nelle specifiche attività professionali, l'Ordine si trova spesso chiamato ad esprimere pareri su molti argomenti di natura tecnica. Per questi motivi sono state istituite parecchie commissioni di lavoro, costituite da colleghi esperti, che all'occorrenza supportano il Consiglio dell'Ordine. Analogamente si gestisce l'aggiornamento continuo. Il segreto sta appunto nel coinvolgere il più grande numero di professionalità.

L'Ordine nasce per "controllare" l'operato di chi fa la professione dell'Ingegnere. Può farmi qualche esempio su come l'Ordine esercita questo controllo?
Primario compito istituzionale è quello del controllo dei requisiti minimi necessari per l'iscrizione all'Albo: classe di laurea, esame di stato. In seguito l'Ordine è chiamato ad intervenire ogni volta che l'iscritto venga incolpato del mancato rispetto del codice deontologico. In sostanza si prendono provvedimenti quando il collega commette delle mancanze, di natura comportamentale e professionale, specie nei confronti di soggetti esterni, sempre nell'interesse generale della collettività.

Il suo Ordine come si sostiene? Riceve un sostegno dallo Stato o altre istituzioni per poter effettuare il proprio compito deontologico?
Il mio Ordine, come tutti gli altri, si autofinanzia unicamente con le quote che gli iscritti versano annualmente. Non ha mai ricevuto alcun sostegno dallo Stato o da altre istituzioni, pur operando sotto la vigilanza del Ministero della Giustizia.

Università e Professione: spesso gli appalti di progettazione o di direzione lavori sono affidati a professori universitari. Questo genera una diatriba lunga quanto la storia del mondo. Cosa ne pensa?
Penso che sarebbe ora di eliminare definitivamente vecchi privilegi. L'Università ed i professori sono stranamente autorizzati ad operare sul mercato della libera professione godendo di condizioni di favore di cui il singolo professionista non potrà mai disporre. Questo lede il principio di una corretta concorrenza. Ognuno deve fare il suo. L'università deve formare le menti, il professionista deve utilizzare in concreto le applicazioni delle tecnica. Chi sa fare una cosa non è detto che sia in grado di fare altrettanto bene l'altra. Anche se di questi tempi i professori vanno tanto di moda!

Si parla tanto, e da tanto tempo, di riforma degli ordini professionali. Cosa ne pensa?
Con i recenti decreti si è appena iniziato un percorso assai complesso. Una riforma organica del modo di esercitare la professione è ineludibile. Tutto è cambiato e sarebbe anacronistico pensare il contrario. Purtroppo la classe politica non ha ancora compreso il valore delle professioni, specie la nostra, e ha sempre mostrato, in quelle rare occasioni di confronto, un approccio punitivo, come se fossimo l'unica causa di tutti i mali.

Tra i temi oggetto di dibattito quello della formazione continua. Cosa ne pensa, si può applicare il modello dei geometri (crediti minimi), o ritiene più utile effettuare scelte diverse?
Francamente certi sistemi già utilizzati mi sembrano più la raccolta punti al supermercato che un serio modo di fare aggiornamento professionale. Gli Ingegneri, per lo meno quelli abituati a dover competere per acquisire degli incarichi, non godendo di favori, sono stati costretti sempre ad aggiornarsi senza obblighi imposti. Si tratta solamente di creare un meccanismo serio e premiante calzato sulle reali necessità.

Vorrei che lanciasse un messaggio a tutti i nostri lettori, su un tema che le è caro:
Di argomenti ce ne sarebbero tanti ma cercherò di esprimere sinteticamente un concetto comune: Un piccolo personale beneficio immediato alla lunga ti danneggia e danneggia gli altri. Non possiamo pensare che ci sia sempre qualche entità superiore delegata a risolvere i nostri problemi. La soluzione incomincia sempre dalle piccole azioni quotidiane. Ogni atto, ogni documento, ogni progetto, ogni comportamento sono giudicati da una moltitudine di persone che fanno opinione. Se non vogliamo diventare "tubi di ferro" da vendere al miglior prezzo o peggio miseri esecutori di idee altrui, dobbiamo capire che dobbiamo esprimere la massima professionalità possibile, a costo di rinunce, ed operare sempre avendo ben chiaro l'interesse comune dell'intera categoria.