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I pavimenti radianti negli edifici industriali: bassi consumi energetici e clima ideale per lavorare

Roberto Torreggiani, Responsabile Della Consulenza Tecnica di Giacomini, spiega perché il pavimento radiante è il sistema più efficace per la climatizzazione degli edifici industriali come fabbriche, piattaforme logistiche, magazzini o laboratori artigianali.

Se si lavora o ci si occupa della gestione di grandi ambienti come edifici industriali, piattaforme logistiche, magazzini o laboratori artigianali, una buona qualità dell’ambiente interno è fondamentale.

Si tratta di ambienti che molto spesso raggiungono altezze considerevoli e il comfort termico si scontra con il fenomeno della stratificazione dell’aria calda che tende a concentrarsi nella parte alta dell’edificio.

Il risultato è una scarsa uniformità delle temperature per gli occupanti, a cui si aggiunge un impiego di maggior potenza rispetto a quella che sarebbe realmente necessaria per una corretta climatizzazione degli ambienti.

Come riscaldare e raffrescare i capannoni industriali senza sprecare troppa energia e garantendo il comfort per chi vi lavora?

Come evidenziato da Roberto Torreggiani, Responsabile Della Consulenza Tecnica di Giacomini, il pavimento radiante si rivela il sistema più efficace per diversi motivi: la diffusione del calore per irraggiamento consente di riscaldare ad altezza d’uomo, i consumi energetici sono drasticamente ridotti e i materiali altamente resistenti alla compressione assicurano la possibilita di installare il sistema radiante in ambienti industriali con applicazioni gravose.

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I pavimenti radianti nei capannoni industriali: fino al 40% in meno di consumi energetici 

Ing. Torreggiani quali sono i vantaggi di un impianto radiante a pavimento installato negli edifici industriali?

«Da diversi anni si tende a preferire la tecnologia radiante per le grandi superfici industriali. Dal punto di vista dei consumi energetici sono nettamente più contenuti rispetto a quelli degli impianti tradizionali realizzati con sistemi ad aria come ad esempio aerotermi. Infatti con i sistemi tradizionali si riscalda tutto il volume, quindi l’aria calda tende a salire verso l’alto creando stratificazione, discomfort per gli occupanti e ovviamente disperdendosi attraverso le parti alte dell’involucro. I sistemi radianti a pavimento invece garantiscono il giusto comfort termoigrometrico in prossimità della superficie di lavoro. Il secondo vantaggio è dovuto allo spessore del massetto industriale che essendo consistente fa da volano termico al sistema. Sfruttando l’accumulo di energia trattenuto nello strato di cemento, che funge da serbatoio del calore, è possibile fare un downsizing della potenza richiesta alla centrale termica. Questo è un approccio progettuale diverso ma sicuramente efficace».

In questo modo di quanto si riducono i consumi energetici?

«Nel corso degli anni abbiamo constatato che i consumi energetici calano anche del 40% rispetto a un sistema tradizionale con aerotermi. Il sistema, una volta in temperatura, viene solo attenuato o alzato di set point, a differenza di quelli tradizionali che da zero devono riscaldare o raffrescare comportando uno spreco ingente di energia. La soluzione radiante invece funziona alla minima temperatura di mandata e mantiene il comfort costante, non solo termico, ma anche in parte acustico. Viene a mancare infatti la rumorosità dovuta agli impianti di ventilazione che andrebbe ad aggiungersi a quella tipica di un ambiente industriale con i macchinari in funzione. Non dimentichiamo poi che sono soluzioni che si abbinano perfettamente con le pompe di calore, il che consente un ulteriore risparmio energetico che si traduce in un minor costo economico per la gestione del fabbricato».

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Resistenza allo schiacciamento elevata

Le superfici dei magazzini, dei centri logistici e delle fabbriche spesso sono soggette a forti sollecitazioni, devono sopportare la movimentazione di carichi pesanti e lo stoccaggio della merce. I pavimenti radianti sono performanti da questo punto di vista? 

«La gamma di pavimenti industriali di Giacomini include tante tipologie di isolanti con resistenze allo schiacciamento elevate. Nel corso degli anni le nostre soluzioni sono state installate in industrie cartotecniche, in quelle del settore dell’aeronautica o navale, ambienti in cui il massetto deve sostenere pesi considerevoli. Per garantire elevate prestazioni utilizziamo materiali standard come l’EPS, con 200 kPa di resistenza allo schiacciamento, oppure l’XPS, un polisterene espanso estruso che ha resistenze che variano dai 300 ai 500 kPa. Ovviamente non è l’isolante da solo che deve reggere il peso ma la struttura e la distribuzione delle reti metalliche all’interno del massetto. Tuttavia in certi casi è necessario avere una resistenza allo schiacciamento maggiorata. La serie include anche isolanti lisci con grafite e altri con layer di alluminio»

Tubazioni, raccorderia, collettori, qual è la dimensione ideale di queste componenti per i pavimenti radianti nei capannoni industriali? 

«Giacomini dispone di un’ampia gamma di tubazioni adatte anche ai circuiti con lunghezze più importanti, ma normalmente il tubo più utilizzato è quello con diametro 20x2. Non mancano poi i collettori maggiorati da un pollice e mezzo che servono a gestire grosse tubazioni come il 25x2,3 millimetri. Il mio consiglio, che deriva da tante installazioni, è comunque di utilizzare le misure standard, quindi collettori più piccoli da un pollice o massimo un pollice e un quarto, la fase di posa risulta più snella e flessiblile».

Parliamo di impianti a pavimento che svolgono la doppia funzione: riscaldare e raffrescare?

«Certo, è possibile realizzare impianti in raffrescamento soprattutto abbinati a una regolazione ad hoc che modula la temperatura di mandata in maniera scorrevole sul punto di rugiada. In definitiva, negli impianti grandi come in quelli di piccola taglia, quando si attiva il raffrescamento, la regolazione fa la differenza».


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