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L’interoperabilità nella filiera BIM

Parliamo di interoperabilità nell’ambito della filiera progettuale BIM. Il tema si inserisce a pieno titolo nel workflow BIM, proprio per l’importanza che riveste nella fase di progettazione e verifica strutturale del modello.

Parliamo di interoperabilità nell’ambito della filiera progettuale BIM . Il tema si inserisce a pieno titolo nel workflow BIM1, proprio per l’importanza che riveste nella fase di progettazione e verifica strutturale del modello.

Il workflow BIM
Nel flusso progettuale BIM, la fase della progettazione architettonica è quella che pone le prime basi al progetto.
I primi briefing, organizzati dal consulente BIM tra tutte le parti in causa, servono a chiarire le tempistiche e sopratutto ad ottimizzare i flussi di comunicazioni che nel corso del progetto permetteranno alle varie parti di interagire al meglio.
È la fase nella quale si decidono i team di lavoro, gli standard comuni da utilizzare, le tempistiche di consegna.
Solo in alcuni rari casi si risolve tutto in una sola riunione.
I gruppi devono omogeneizzare le informazioni e chiarire quelli che possono essere i punti critici del lavoro.
Normalmente queste riunioni si protraggono anche durante le prime fasi progettuali, quelle architettoniche e strutturali, coordinando il lavoro e portando ad ottimizzare le procedure di scambio di informazioni.
Gli impiantisti verranno poi, una volta che gli strutturisti avranno dato il proprio assenso alla proposta architettonica.
Questo assenso, questo trovare un punto di incontro tra le scelte architettoniche e le necessità degli strutturisti di reggere l’edificio con una struttura che sia a norma e ben calcolata, è il momento nel quale il flusso di informazioni nei due sensi si fa intenso e frequente.
In questa fase è pratica quotidiana rivedere ogni elemento portante, ridefinirne le caratteristiche, le dimensioni e i materiali da impiegare.
Le esigenze estetiche deli architetti devono trovare nelle possibilità e nelle limitazioni dimensionali della struttura una mediazione, un compromesso accettabile da tutti, senza dimenticare che gli impiantisti prima e la proprietà poi dovranno dire la propria nel merito.
Questo flusso di informazioni tra l’architettonico e lo strutturale risulta quindi di strategica importanza nel flusso BIM.

Concentriamo quindi la nostra attenzione su questo momento, sulle tipiche modalità di interazione e su quanto sia necessario affinche l’interoperabilità tra modellatori BIM e programmi di calcolo strutturale si inserisca a pieno titolo nel workflow BIM.

Per fare questo ci avvaliamo della collaborazione dell’ing Paolo Sattamino2, ingegnere strutturista ed esperto di interoperabilità BIM con software strutturali.

A conclusione verrà illustrato un esempio di tipico workflow BIM applicato.

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1http://www.harpaceas.it/sito/simple.nsf/PagOK/Pilloledi-BIM

2http://www.linkedin.com/profile/view?id=26595205&locale=en_US&trk=tyah
 

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