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Tra pianificazione ed infrastrutture: il caso Basilicata

È notorio che non solo in Basilicata, ma pressoché in tutto il Paese, lo stato attuale della pianificazione presenta gravi e molteplici inefficienze, così come è molto carente il sistema delle infrastrutture e dei servizi pubblici.
Nella nostra Regione, poi, qualsiasi problematica viene aggravata soprattutto dall’orografia, dalla marginalità geografica e dalla bassa densità insediativa.
In tali condizioni, l’indiscusso legame esistente tra urbanistica e mobilità, che è centrale nella pianificazione del territorio e dello spazio urbano, non consente semplici risoluzioni nemmeno per i trasporti e per la mobilità.
Anche le principali infrastrutture viarie della Basilicata, realizzate lungo le fondo-valli della regione, se hanno utilmente agevolato le comunicazioni, hanno comunque inciso in modo rilevante sulla struttura del sistema insediativo, favorendo l’abbandono di alcuni centri interni e la formazione a valle di altri insediamenti lungo tali direttrici.
Altra situazione di elevata criticità è rappresentata dal fenomeno della dispersione insediativa, conseguente all’incremento delle aree urbanizzate effettuato in modo disordinato e prevalentemente sovradimensionato.

Le cose poi si complicano, e non di poco, se la legislazione è in parte assente, e, quando c’è, è talmente tollerante da consentire tutto a tutti e dovunque.
Non siamo messi bene, e non prendiamocela solo con la particolare crisi che stiamo vivendo in questi ultimi anni. Viene da lontano lo stato di arretramento e di sotto dotazione del nostro sistema di mobilità, delle reti infrastrutturali, delle condizioni generali in cui versa il trasporto nel nostro Paese.
In particolare, poi, per la nostra Regione, alle problematiche su citate si aggiungono:
- la carenza di assi viari principali per i collegamenti inter-regionali;
- la prevalente assenza del sistema ferroviario, presente solo in pochissime aree della Regione dove, peraltro, svolge una funzione del tutto secondaria;
- la completa assenza di porti e aereoporti, e l’insufficiente collegamento con gli aereoporti delle Regioni limitrofe.

Per quanto riguarda, poi, le aree interne della Regione, si evidenzia che l’attuale scarsa accessibilità alle aree stesse, insieme alla ridotta dimensione demografica di molti Comuni, sta comportando la progressiva soppressione di molti servizi tradizionalmente presenti sul territorio con conseguenti fenomeni di abbassamento della qualità della vita e quindi di ulteriore abbandono e spopolamento.

Le cose non vanno meglio nello stato dell’arte della legislazione pianificatoria:
- A quindici anni dall’approvazione, la legge per il governo del territorio della Basilicata (LUR 23/’99) risulta prevalentemente inattuata;
- La Carta Regionale dei Suoli (CRS), che avrebbe dovuto essere la premessa al lavoro delle Provincie e dei Comuni, non è stata mai redatta!
- La Provincia di Potenza, solo da poco, e direi con un eufemismo “molto frettolosamente”, si è dotata del Piano Strutturale Provinciale, mentre la Provincia di Matera è pervenuta ad un Documento preliminare non ancora approvato;
- Il Quadro Regionale Strutturale non è stato mai avviato;
- Sulla base del Protocollo di intesa firmato da Regione e Ministeri competenti, finalmente si è avviata la redazione del Piano Paesaggistico ai sensi del Codice Urbani (d.l. 42/2004);
- Nonostante i ritardi nella predisposizione degli strumenti di competenza della Regione e delle Province, parte dei comuni della regione ha definito o avviato il processo di redazione del Regolamento Urbanistico (RU);
- Il rinvio a dicembre 2014 dell’obbligo di approvazione dei RU previsto dalla L.R. 25/2012 ha ritardato ulteriormente la redazione dei succitati strumenti.

Purtroppo, “Da cattiva legislazione, cattiva pianificazione” .

In Basilicata, le pratiche di governo del territorio spesso si associano a una visione politica molto centralistica (la famosa CARTA REGIONALE DEI SUOLI ne è conferma!), troppo spesso mancante di orientamenti strategici e di riferimenti condivisi, e ad una visione tecnica prevalentemente procedurale e burocratica, incentrata su regole e vincoli molto rigidi ma nei fatti troppo spesso trasgrediti mediante il ricorso a strumenti di natura derogatoria peraltro applicati con molta discrezionalità.
Occorre un sostanziale rinnovamento affinchè le politiche territoriali siano indirizzate preminentemente ad obiettivi sostenibili e solidali.

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