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CALIFORNIA: ecco come il RISCHIO SISMICO viene affrontato SERIAMENTE

Sia Los Angeles che San Francisco, proprio nell'ultimo mese, hanno messo sul tavolo due importanti provvedimenti nell'ottica della riduzione del rischio sismico.

California dreaming: Notizie fresche dalla west coast statunitense

In Italia stà arrivando l'inverno; e allora viene facile spostarsi in California! Lo stato americano che si affaccia sul Pacifico, conosciuto per il surf, la Death Valley, Beverly Hills e la faglia San Andreas; quest'ultima, nel bene e nel male, influenza la vita delle persone, l'antropizzazione, le scelte tecniche e politiche.

Sia Los Angeles che San Francisco, proprio nell'ultimo mese, hanno messo sul tavolo due importanti provvedimenti nell'ottica della riduzione del rischio sismico.

Partiamo dal Nord. Dal 1° ottobre la regione di San Francisco ha inserito l'obbligo di verificare la sicurezza sismica per gli istituti scolastici privati (per gli edifici pubblici di qualsiasi tipo ed uso l'obbligo c'è già dal 1930). Patrik Otellini, dirigente dell'ufficio "resilienza" in un'intervista ha detto: All'inizio la gente era stupita del fatto che ancora non ci fosse quest'obbligo. I genitori con bambini nelle scuole private davano per scontato che le regole fossero uguali per tutti gli edifici scolastici, sentendosi quindi tranquilli. L'obbligo di verifica è quindi stato accolto con piacere.
Ovviamente, e questo è precisato anche nel testo della legge, non significa che gli edifici non siano sicuri a prescindere. Un report ha mostrato che, su 133 edifici  che ospitano scuole private,  il 43% sono potenzialmente "ben costruiti" e potrebbero avere una buona risposta in caso di evento sismico; per un ulteriore 24% non ci sono informazioni a sufficienza mentre il restante 33% è stato individuato come potenzialmente "pericoloso".
Le scuole avranno due anni di tempo per inviare le verifiche al Department of Building Inspection, ed i report verranno resi pubblici. Nel caso in cui la verifica non sia soddisfacente, al momento non vi è alcun obbligo di retrofit sull'edificio. Sempre Otellini dice che stanno valutando una procedura uniforme da seguire che però ovviamente non è semplice in quanto alcune scuole potrebbero essere adeguate con poco mentre per altre potrebbe essere antieconomico; e conclude: In ogni caso, mettere la testa sotto la sabbia e ignorare il rischio non fa bene a nessuno. Solo conoscere le nostre vulnerabilità e decidere la strada per mitigarle può aiutarci.
 
Spostiamoci adesso al Sud, qualche giorno dopo. Siamo al 9 di ottobre. Il quotidiano "L.A. now" titola: Los Angeles avrà le normative sismiche più dure della nazione. E prosegue: Da un'attenta analisi della vulnerabilità nei confronti di un terremoto importante, risulta che almeno 15mila edifici necessitino di un retrofit per poter resistere alle violente scosse. Scenari apocalittici? No, brutalmente realistici. Il Los Angeles City Council ha votato all'unanimità questa legge che obbliga ad adeguare le due tipologie di edifici che si sono mostrate più vulnerabili nei terremoti del 1971 e del 1994: non dissipative in c.a. (che loro definiscono "brittle", fragili) e pilotis; il gesto è stato definito come un importante caposaldo politico e psicologico per un'area chiaramente sismica.

In realtà questa legge è stata in odore di approvazione altre volte negli ultimi venti anni, ma l'iter è sempre stato interrotto per via della forte opposizione dei proprietari degli immobili. Al momento della firma Garcetti, sindaco di  Los Angeles dal 2013, ha detto: Questa legge ci fa finalmente togliere la testa da sotto la sabbia [NdR. Più o meno le stesse parole dette a San Francisco]. Il gesto di oggi ci permetterà di salvare delle vite; non sono interessato a passare alla storia o ad avere la legge più dura. Il mio unico interesse è preservare la mia città ed aiutarla a sopravvivere e ad uscire fuori da un evento sismico.
La legge stima che si dovrà intervenire su oltre 13mila costruzioni: le strutture in legno dovranno essere adeguate entro 6 anni, le strutture in c.a. entro 25 anni. Ed i costi saranno a carico dei proprietari. Questi ultimi, che si dichiarano comunque favorevoli alla necessità di un retrofit strutturale, non nascondono la propria preoccupazione per i costi, stimati a partire da 60mila $ per singole unità in legno, per arrivare a milioni di $ per complessi in c.a.

Il City Council stà effettuando calcoli precisi e prevede che le cifre potranno essere recuperate aumentando di soli 38$ il costo mensile medio d'affitto per unità immobiliare, tenendo conto che il retrofit dovrà essere ripartito al 50% tra proprietario e affittuario; inoltre, sono allo studio altre agevolazioni come benefit fiscali o edilizi.
Al momento uno studio affidato all'università ha identificato le costruzioni potenzialmente vulnerabili; nei prossimi mesi il Los Angeles Department of Building and Safety invierà a tutti i proprietari una comunicazione informale, dicendo di aspettarsi dal City Council una richiesta di retrofit. Tali richieste avranno come priorità i complessi più grandi, per poi estendersi a tutte le costruzioni interessate.
 
Il quotidiano "L.A. Times" associava alla notizia la foto sopra: immortala Lucy Jones (U.S. Geological Survey), Mike Feuer (Ufficio Legale), e Eric Garcetti (Sindaco) di Los Angeles. Vedere queste persone così sorridenti mi è parso molto bello; ridono, non perchè sperano di ricostruire, ma sperando di NON dover ricostruire; ridono perchè sono consapevoli e perchè sono coraggiosi, anche a rischio di qualche voto in meno alle prossime elezioni. Ridono anche perchè consapevoli che, al prossimo evento, la loro coscienza sarà più a posto di prima e la loro responsabilità minore [NdR. Considerazione cinica].

Dalla consapevolezza nasce la coscienza. O viceversa. Non lo so, e forse non è importante. L'importante è che ci siano entrambe.