A colloquio con Carla Cappiello e Francesco Duilio Rossi, candidati alla Presidenza dell'Ordine di Roma
Tra pochi giorni a Roma si vota per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine, Carla Cappiello e Francesco Duilio Rossi si candidano alla Presidenza.
Quali sono le motivazioni che la portano questa decisione?
CC. Riportare all'eccellenza l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma è la motivazione principale, anche se le ragioni sono molteplici.
Oggi le parole dominanti sono “crisi”, “difficoltà”, “timore per il futuro”. Si assiste alla nascita di nuove esigenze professionali, per le quali le “ricette” utilizzate fino ad ora non sono efficaci. L'Ordine della Provincia di Roma è il più vasto d'Italia con i suoi 23mila iscritti: quindi si può ben comprendere quanto sia variegato il mondo al quale ci rivolgiamo. Per non parlare poi delle continue novità normative, come la recente riforma sulle professioni.
L’attuale gestione dell’Ordine di Roma, a mio avviso, non riesce ad incidere su questi temi chiave del presente e del futuro della nostra professione: è quindi indispensabile introdurre energie, motivazioni ed idee nuove, perché abbiamo molta strada da percorrere.
Due anni fa, con un gruppo di ingegneri, ho fondato l’Associazione IdEA - Ingegneri d'Europa Associati (www.idea.roma.it). Con l'associazione abbiamo organizzato numerosissime attività con notevole successo in termini di partecipazione: illustrazione e spiegazione delle nuove normative, corsi di formazione, visite a centri d'interesse, momenti di aggregazione, workshop e seminari.
Ci siamo resi conto che gli ingegneri chiedono più attenzione, più tutela, più valorizzazione della loro professionalità. Il desiderio generalizzato è quello di un Ordine più moderno, più trasparente, più vicino ai suoi iscritti e maggiormente collegato al Consiglio Nazionale degli Ingegneri e agli altri Ordini Provinciali. Infatti, ad oggi l'Ordine di Roma non è rappresentato presso il CNI e non è presente su nessun tavolo di “discussione” nazionale, con conseguente disagio per la nostra categoria.
Io e il gruppo dei “Quindici di IdEA” proponiamo un programma, costruito e studiato con tanti colleghi nel corso di questi ultimi due anni, basato su un'analisi reale delle problematiche, delle prospettive e dei punti di forza del nostro territorio.
Nel desiderio di cambiamento non vi è nulla di negativo. Tutt'altro. Vi è voglia di innovazione.
FDR. Ho deciso di ri-candidarmi per un motivo molto semplice: in questi anni abbiamo avviato un grande lavoro di rinnovamento dell’Ordine degli ingegneri più importante d’Italia, puntando su coinvolgimento degli iscritti, informazione e formazione, difesa della categoria, abbassamento delle quote di iscrizione. Un lavoro che ha già dato enormi risultati e che non può essere lasciato a metà.
Tutto questo è testimoniato dal sostegno che abbiamo finora riscosso e che si può ritrovare sul nostro sito www.glingegneridellordine.it, sostegno che nasce sia dalla quantità e qualità delle cose fatte che dall'impegno e descrizione con cui abbiamo curato il nostro mandato. Parlo al plurale perché alla base dei risultati ottenuti vi è un lavoro di squadra, di un consiglio sostenuto da alcuni elementi che hanno dedicato tempo e passione all’Ordine.
Servizi e formazione: due temi importanti per gli ingegneri.
CC. L'operato di IdEA è la dimostrazione tangibile di quanto questi temi siano delle priorità del nostro programma. La formazione è l'arma vincente per garantire un futuro alla nostra professione, per assicurare un lavoro a chi non ce l'ha e per rendere competitivo chi oggi è già sul mercato, ma rischia di soffrire gli effetti della crisi.
Da quando è “nata” IdEA abbiamo organizzato numerose iniziative, per di più tutte gratuite e altamente formative. Le centinaia di colleghi che vi hanno partecipato sono il nostro migliore “biglietto da visita”.
I servizi che noi proponiamo nel nostro programma sono numerosi: la certificazione delle competenze degli ingegneri; introduzione di tecnologie i-cloud promosse dall’Ordine e rese alla portata, anche economica, di tutti; più conoscenza sulle fonti di energia rinnovabili, che possono aprire nuovi orizzonti lavorativi; formazione continua e per tutti anche utilizzando sistemi di “Formazione a Distanza”.
Moltissima attenzione è data ai giovani per garantirgli un futuro migliore, con la previsione di istituire borse di studio, corsi di formazione gratuiti, ricerca di stage di inserimento nel mondo del lavoro, agevolazioni sulla quota di iscrizione all’Ordine per i primi anni (agevolazione già esistente in passato e che il Consiglio uscente ha ritenuto di annullare).
Così come si devono sostenere con convinzione gli ingegneri del “terzo settore”, per concepire delle proposte di regolamentazione del comparto ICT ed in particolare della professione di informatico, che tengano conto delle esigenze di tutti gli attori ed in primo luogo dei cittadini delle nuove società digitali.
Allo scopo di perseguire questi obiettivi, io metterò a disposizione il lavoro che sto svolgendo, e che continuerò a svolgere in qualità di componente del consiglio direttivo della Scuola Superiore di Formazione Professionale per l’Ingegneria istituita dal CNI.
FDR. È così. Indubbiamente i corsi di formazione ed i seminari hanno contribuito a far sì che l'Ordine diventasse la casa comune degli ingegneri. Con l’impostazione che abbiamo dato possiamo osservare ogni giorno centinaia di colleghi frequentano l'Ordine per partecipare ai corsi e ai lavori delle commissioni. Ma non è solo questo. I servizi che abbiamo attivato e che oggi l'Ordine può offrire hanno riscosso molto apprezzamento e così succede che all'Ordine non si rivolgono solo i colleghi ma anche la cittadinanza, a dimostrazione che l'Ordine degli Ingegneri è al servizio della collettività. Siamo soddisfatti del lavoro che abbiamo svolto e sono convinto che anche i colleghi ce lo riconoscano attraverso il loro voto, così come hanno già fatto nelle ultime elezioni del 2009 quando abbiamo vinto con oltre il doppio dei voti sulla seconda lista concorrente, che si candida anche questa volta. Per sintetizzare direi che i punti cardine della nostra candidatura sono l'impegno e la convinzione di aver ben operato e quindi di voler proseguire in questa missione di crescita dell’Ordine.
Le altre liste cosa propongono?
CC. Ho letto i programmi e mi appaiono superficiali. Per il futuro viene riproposto “il vecchio”, senza rendersi conto che il mondo intorno a noi e, quindi, anche la nostra professione si muovono alla velocità della luce. E noi cosa facciamo? Restiamo fermi e silenziosi dentro le “nostre quattro mura”. No, così non ci siamo.
Se leggiamo i programmi delle altre liste ci accorgiamo che questi possono definirsi delle enunciazioni di principio, più facili a dirsi che a farsi. Faccio un esempio banale: l’argomento (importantissimo) delle tariffe dei C.T.U.. Sento parlare astrattamente dell’intenzione di modificarle. Al contrario, noi già sosteniamo concretamente questa iniziativa partecipando al gruppo di lavoro di “Ingegneria Forense” istituito presso il CNI.
Ho notato poi, con rammarico, anche comportamenti litigiosi e di aperta polemica; credo che questo sia proprio ciò che non serva agli iscritti, che invece richiedono concretezza, equilibrio, cambiamento e innovazione.
FDR. Non ho sentito proposte concrete ma solo l’indicazione di voler cambiare. Come in tutte le elezioni chi ha perso nel passato sostiene di voler cambiare. Non dicono perché vogliono cambiare; evidentemente, a loro avviso, cambiare è un dogma. Alla guida dell'Ordine, noi abbiamo fatto centinaia di corsi, centinaia di seminari, abbiamo conseguito il rientro di buona parte del credito che l'Ordine vanta nei confronti dei colleghi morosi, rientro che ci permetterà di abbassare nuovamente la quota di iscrizione, già ora tra le più basse d'Italia, sul piano contabile presentiamo ogni anno bilanci che sono approvati con oltre il 95% dei voti favorevoli da centinaia di colleghi, abbiamo potenziato il sito web che è visitato ogni giorno da migliaia di colleghi. Questi sono dati reali ed oggettivi, non promesse, noi possiamo dire che abbiamo già fatto quello che gli altri non riescono neanche a promettere di fare. Siamo convinti di avere operato bene e i riscontri li abbiamo. Vogliono cambiare? Cambiamo pure: avremo pochi corsi, pochi seminari, morosità in aumento, aumento della quota, bilanci non approvati e sito web deserto.
Poco tempo fa è scoppiata una polemica su un corso offerto agli ingegneri solo per “ingraziarsi” i colleghi in vista delle elezioni. Ci vuole chiarire la questione?
CC. È una spiacevole questione che riguarda altre liste. Non mi permetto di entrare nel merito della questione non conoscendo esattamente i fatti. Tuttavia la sola lettura di quanto pubblicato dagli organi di stampa lascia perplessi sotto molti punti di vista.
Noi siamo una compagine nuova che vuole distaccarsi da queste “baruffe chiozzotte” e da tutte le logiche assimilabili a quanto accaduto.
FDR. È molto semplice. Noi come gruppo "glingegneridellordine" stiamo organizzando l'ultimo modulo di un corso che è necessario seguire per non perdere una qualifica professionale che permette a chi segue tali corsi di assumere incarichi in materia di sicurezza sui cantieri. Non possiamo farlo? Chi o che cosa ce lo vieterebbe? Ma soprattutto perché non dovrebbe essere fatto? Certo c’è qualcuno che “per cambiare” ci tiene a mettere del torbido dove non c’è. Omnia munda mundis, tutto è puro per i puri, ma per chi vive nel torbido è facile trovare del torbido dove non c’è. E queste persone hanno fatto partire una campagna stampa diffamatoria.
Come replichiamo noi? Come è nostra abitudine, essendo ingegneri, risponderemo con i fatti: abbiamo predisposto una querela contro la giornalista, contro la testata e contro il sito web. Non appena le elezioni saranno ultimate, presenteremo la querela presso le autorità competenti.
È vero che sarà un commissario a organizzare le elezioni?
CC. Sì, purtroppo è da anni che gli ingegneri di Roma non riescono a trovare pace. Dopo una travagliata vicenda che parte dall'annullamento delle elezioni del 2006, l'Ordine della capitale è stato nuovamente commissariato per andare a elezioni anticipate a soli pochi mesi dalla sua scadenza naturale. E siamo qui nuovamente a votare. Non sarebbe stata auspicabile una nuova paralisi delle attività ordinistiche, che ha infatti portato cattiva pubblicità agli ingegneri di Roma.
Ora è necessario valorizzare la nostra professione, per riportare la figura dell’ingegnere che sia libero professionista, dipendente pubblico o privato, al centro della vita economica e con il rispetto, non soltanto formale, che gli compete.
Insieme vogliamo essere un Ordine efficiente ed utile, che affianchi gli iscritti nel loro lavoro, attraverso una effettiva formazione continua, che fornisca servizi, consulenze e suggerimenti in ogni settore di interesse dell’ingegnere.
FDR. È verissimo. La ringrazio per aver formulato questa domanda perché mi dà la possibilità di chiarire alcune cose.
La prima è che solo l'Ordine è stato commissariato, non il Consiglio. Sembra una banalità, ma non lo è perché in genere si tende ad identificare l’Ordine con il Consiglio.
Va sottolineato poi che il commissariamento dell’Ordine deriva da fatti formali del tutto estranei all’operato del Consiglio, fatti che risalgono al 2009 e che trovano concretezza addirittura dopo quattro anni di silenzio, a marzo 2013, a pochi mesi dalla scadenza legislativa del mandato. La circostanza che l’Ordine sia stato commissariato per fatti estranei all’operato del Consiglio dimostra la differenza tra Ordine e Consiglio. La seconda è che nell'Ordine commissariato non c'ero solo io ma anche chi ora, in concorrenza con me, spera di intercettare consensi dicendo che l’Ordine è stato commissariato e giocando sull’equivoco sopra riportato. In tutte le tre liste compaiono candidati che erano consiglieri quando l’Ordine è stato commissariato.
La quarta è che contro il commissariamento, avremmo potuto presentare un ricorso in appello che sarebbe stato accolto ma non abbiamo voluto apparire come coloro che difendono con tutte le forze la loro posizione; come coloro che “stanno attaccati alla poltrona”. Abbiamo invece rispettato con disciplina la decisione superiore e tra qualche giorno ci ripresentiamo fiduciosi agli elettori.
Ut sementem feceris ita metes
Mieterai a seconda di ciò che avrai seminato.
Cicerone