Additivi più robusti e servizi su misura: così Chryso supporta il calcestruzzo green
Chryso affronta le sfide dei nuovi cementi a basso clinker con additivi più performanti, soluzioni per prefabbricazione sostenibile e consulenze tecniche dedicate. Innovazione, robustezza e supporto ai clienti sono al centro della strategia.
Negli ultimi anni il mondo del calcestruzzo è stato investito da profondi cambiamenti legati alla transizione ecologica e all’introduzione di cementi a ridotto contenuto di clinker. Con Donato Luciano, Sales Director di Chryso Italia, approfondiamo come gli additivi si stanno evolvendo per rispondere a queste nuove sfide e come cambia il rapporto tra produttore e cliente.
Additivi in evoluzione: come supportate l’uso dei cementi “green”?
Andrea Dari:
Siamo in una fase di cambiamento nella produzione di additivi? Quali aspetti tecnici state curando maggiormente per garantire prestazioni elevate del calcestruzzo anche con cementi a ridotto contenuto di clinker?
Donato Luciano:
Stiamo lavorando come non mai sui risvolti tecnici nel calcestruzzo derivanti dall’utilizzo dei cementi a basso tenore di Clinker, negli ultimi due anni c’è stato l’avvento di decine di diverse tipologie di cementi, se torniamo indietro di pochi anni possiamo ricordare che le tipologie di cementi si contavano sulle dita di una mano. Tornando al merito della domanda sicuramente bisogna lavorare sulla robustezza degli additivi, nel senso che cerchiamo di avere un solo prodotto che possa sposarsi con i vari tipi di cementi magari variando solamente il suo dosaggio.
Il Mantenimento di lavorabilità, è un aspetto sempre più importante, anzi fondamentale direi, con i nuovi cementi avendo il quantitativo di aggiunte crescente a discapito del clinker, soprattutto in caso di materiale adsorbenti, vedi pozzolane o altro, la probabilità che l’additivo “sparisca” e ne resi pochissimo a disposizione della miscela è altamente probabile, quindi siamo in continua collaborazione con R&D alla ricerca di polimeri sempre più performanti.
Resistenze alle brevi, utilizzando cementi per esempio alla loppa, pensiamo per esempio alle miscele per i CAM, certamene non si può pretendere di avere lo stesso comportamento in relazione allo scassero, ovviamente l’utilizzo di acceleranti di nuova generazione possono aiutare a colmare il GAP rispetto all’utilizzo di un CEM II A/LL.
In varie situazioni abbiamo riscontrato uno sviluppo d aria anomalo, soprattutto con i CEM III, che però si presenta in maniera random, pensiamo che questo possa dipendere dalla costanza di qualità della loppa che arriva da varie parti del mondo, abbiamo quindi studiato delle formulazioni che ovviano a questo problema.
Le nostre nuove famiglie QUAD ed ENVIROMIX sono il frutto di questi studi.
Cementi a basso tenore di clinker e condizioni climatiche: che riscontri avete?
Andrea Dari:
Con il passaggio alla stagione primaverile e l’aumento delle temperature, avete osservato cambiamenti significativi nel comportamento dei cementi a basso tenore di clinker? In positivo o in negativo?
Donato Luciano:
Con l’arrivo delle stagioni più caldi, il mantenimento di lavorabilità è un aspetto come dicevamo fondamentale, l’aspetto negativo sicuramente è la perdita repentina in tantissimi casi.
Con il caldo sicuramente avere meno clinker si può pensare ad un calore di idratazione più calmierato.
Cementi a basso tenore di clinker e condizioni climatiche: che riscontri avete?
Andrea Dari:
L’evoluzione delle tecniche progettuali spingono verso un uso sempre più spinto della prefabbricazione nelle costruzioni sostenibili. Ma l’introduzione di cementi a basso tenore di clinker sta portando anche qualche problema di maturazione accelerata. Quali soluzioni, additivi o strategie state sviluppando specificamente per il mondo del prefabbricato in calcestruzzo?
Donato Luciano:
Si è già passati ormai sulla stragrande maggioranza dei produttori dai CEM I 52,5 ai CEM II 52,5, e grazie agli additivi ed acceleranti di nuova generazione non abbiamo trovato grandi differenze di risultati alle brevi.
Cosa diversa è sull’utilizzo dei CEM III (sempre per il discorso CAM), dove le resistenze alle brevi sono ovviamente fortemente penalizzate, stiamo studiando una gamma di nuovissimi acceleranti che possano ovviare a questa problematica.
Prefabbricazione e sostenibilità: quali soluzioni dedicate?
Andrea Dari:
Questa evoluzione del settore sta cambiando anche il vostro approccio verso i clienti? Che tipo di servizi, consulenze o strumenti di supporto tecnico proponete oggi per accompagnarli nella transizione ecologica?
Donato Luciano:
La vendita dell’additivo storicamente non è stata quasi mai un rapporto meramente commerciale ma sempre tecnico/commerciale, ma mai come in questo ultimo periodo, per noi produttori di additivo ovviamente tutti questi cambiamenti e problematiche rappresentano una grande opportunità di crescita in tutti i sensi, l’approccio con il cliente è sempre di più dapprima da consulente per risolvere il problema che si presenta per raggiungere l’obiettivo tecnico per poi passare all’individuazione della SOLUZIONE del SISTEMA che può essere rappresentato da vari prodotti o combinazione di essi.
Oltre il tema della sostenibilità: quali sono le frontiere dell’innovazione?
Andrea Dari:
State spingendo anche su altri fronti oltre al tema dell’evoluzione dei calcestruzzi? Quali sono i prodotti più innovativi e strategici che state oggi proponendo al mercato?
Donato Luciano:
La gamma prodotti è sempre in fase di evoluzione e sviluppo, per esempio parliamo di additivi specifici che possano mitigare gli inconveniente che vengono dall’utilizzo dell’acqua da riciclo, (ENVIROMIX 3001 ReW),o delle sabbie contenenti materiale indesiderato. (QUAD)
Non ultimo la digitalizzazione, con il controllo delle caratteristiche e la gestione della reologia da remoto con la ns società VERIFY o del controllo dalla stagionatura del calcestruzzo con l’ultimo acquisita MATURIX.
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