Nel parere del CESE anche una raccomandazione agli Ordini e Collegi affinché alle forniscano modelli formativi e modalità di governace capaci di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni di ingegneri
Nel parere del CESE anche una raccomandazione agli Ordini e Collegi affinché alle forniscano modelli formativi e modalità di governace capaci di rispondere alle esigenze delle nuove generazioni di ingegneri
Il 9 dicembre 2015 il Comitato economico e sociale europeo (CESE) – organo dell'Unione europea con funzioni consultive, rappresentativo degli interessi delle diverse componenti di carattere economico e sociale della società civile organizzata, e in particolare degli imprenditori, commercianti e artigiani, dei lavoratori, dei professionisti e dei consumatori - ha adottato un parere avente a oggetto Il ruolo degli ingegneri nella reindustrializzazione dell'Europa.
Nell'iter di formulazione del parere, il CNI ha potuto portare alcune importanti osservazioni, di fatto poi riportate nel documento, che evidenzia, tra l'altro, il ruolo fondamentale ed istituzionale degli Ordini Professionali.
Come è noto, nell'ambito della sua attività di consulenza alle principali istituzioni dell'Unione (Commissione, Consiglio e Parlamento europeo), il CESE può essere chiamato a pronunciarsi sulle proposte di atti legislativi europei, ovvero può esprimere pareri di sua iniziativa su tutte le questioni ritenute meritevoli di approfondimento per promuovere la democrazia partecipativa nell'UE e dar voce alle organizzazioni rappresentative della società civile mediante l'instaurazione di forme di dialogo strutturato tra le medesime, le istituzioni degli Stati membri e quelle europee.
Il parere in oggetto rientra in quest'ultima categoria e, come evincesi dal titolo, è finalizzato a valorizzare il ruolo degli Ingegneri nel processo di reindustrializzazione in atto nei Paesi dell'Unione, tenuto conto della centralità della figura professionale dell'Ingegnere nell 'attuale fase di evoluzione e trasformazione dei processi produttivi, in ragione del determinante apporto fornito dall'Ingegnere nell 'ambito delle attività di ricerca, sviluppo e commercializzazione di prodotti e servizi innovativi e ad alto contenuto tecnologico.
Il parere si sofferma sul «fattore di accelerazione della trasformazione delle ricerche in applicazioni innovative di mercato» rappresentato «tanto [da]i singoli ingegneri e tecnici europei quanto [dal]le loro associazioni nazionali ed europee», sottolineando la necessità di definire «Un quadro armonico europeo propulsivo» della professione di Ingegnere nel cui ambito dovrebbero essere affrontate tematiche comuni ai diversi ordinamenti professionali in vigore negli Stati membri dell'Unione, tra le .quali il «mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali», il sostegno alla «mobilità intra-UE» e a «matrici europee di formazione permanente e apprendimento continuo formale e informale», la semplificazione delle modalità di accesso e partecipazione agli appalti pubblici, specie per i professionisti operanti in forma associata attraverso «le cooperative, start-up e le reti di imprese, in particolare piccole e medie, nonché le associazioni professionali di ingegneri», la promozione di «campagne per aumentare la capacità attrattiva di corsi e carriere e dei riconoscimenti professionali», nonché «della cultura della proprietà intellettuale» e l'accettazione di una «mutua regolamentazione della responsabilità professionale in tutto il mercato unico».
Il CESE raccomanda che «le organizzazioni di rappresentanza e gli ordini professionali», oltre a sviluppare, «sulla base del sistema del quadro europeo delle qualifiche professionali, modelli formativi su base elettronica confacenti alle nuove generazioni e modalità di governance e di valutazione, adatti alle caratteristiche dei nuovi ingegneri, con ambienti e carriere di lavoro attraenti» trovino «maggiori convergenze per svolgere un ruolo propulsivo unitario, sia all'interno che all'esterno dell'UE, e offrire ai propri membri una formazione permanente secondo parametri comuni europei».
In questa prospettiva, una sede di discussione e confronto dovrebbe essere rappresentata dal «Foro europeo delle libere professioni», rappresentativo di «associazioni di categoria, ordini e collegi professionali degli ingegneri», la cui attivazione da parte della Commissione europea è fortemente incoraggiata, e si auspica, al contempo, «la creazione di un Portale dell'ingegnere europeo dove possano trovare spazio problematiche quali: responsabilità, proprietà intellettuale, fiscalità e trattamenti pensionistici, formazione continua, codici di buone prassi ecc.».
In ultima analisi, il parere mette in giusto risalto il ruolo centrale dell'Ingegnere nell'ambito degli anzidetti processi di sviluppo, per un verso esortando le istituzioni europee a dare impulso a nuove e più efficaci iniziative tese all'armonizzazione e alla promozione (intesa anche come incremento qualitativo e della capacità attrattiva per le nuove generazioni di professionisti) delle discipline nazionali che regolano la formazione e l'esercizio della professione di Ingegnere, per altro verso chiarendo che la ricordata centralità dell 'Ingegnere deve essere sostenuta e valorizzata anche mediante il potenziamento delle sedi e degli strumenti di confronto e interlocuzione (come, ad es., il «Foro europeo delle libere professioni») intra-professionali e tra i professionisti e le stesse istituzioni.
Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha sostenuto, sin dall'origine, l'iniziativa realizzata dal CESE, e ha avviato con i competenti rappresentanti in seno al Comitato un proficuo dialogo che ha condotto all'inserimento, nel testo del parere, di una serie di istanze ritenute essenziali per i medesimi fini che l'iniziativa del Comitato si prefiggeva.
Si fa riferimento, in particolare: all'importanza che le reti di professionisti e imprese rivestono nel mercato attuale dei servizi e dei prodotti tecnologici, per favorire una virtuosa cooperazione fra il mondo industriale e libero-professionale, quale fattore di propulsione del processo di reindustrializzazione che sta interessando il continente europeo; alla necessità di promuovere le modalità di esercizio della professione secondo schemi organizzativi maggiormente articolati e, in particolare, in forma associata o societaria, anche al fine di agevolare l'accesso dei professionisti di ciascuno Stato membro al cosiddetto Mercato unico dell'ingegnere europeo, recepita dal parere; all 'innalzamento della qualità dei cicli di studio post-secondari, che consentono l'accesso alla professione di Ingegnere, da parte degli Ordini, collegi e associazioni professionali, nazionali e territoriali; all'armonizzazione dei principi di etica e deontologia professionale, che rappresentano una forma di tutela imprescindibile nell'esercizio delle professioni regolamentate, rispetto ai quali la vigente e significativa asimmetria informativa fra cliente e prestatore di servizi è di ostacolo all'obiettivo della trasparenza delle informazioni e, quindi, della serietà della condotta professionale; infine, alla garanzia di un sempre maggiore coinvolgimento degli ingegneri nell'attuazione delle politiche di standardizzazione europea, volte alla semplificazione, accelerazione e modernizzazione delle procedure.
Il recepimento da parte del CESE delle segnalate istanze - la maggior parte delle quali condivise dai corrispondenti organi di rappresentanza professionale dell'Ingegnere in altri Stati membri - è sintomatico di una forte convergenza di interessi verso la definizione di una concezione unitaria della professione di Ingegnere, e del suo ruolo all'interno della società, a livello europeo, presupposto fondamentale per l'adozione di azioni concrete ed efficaci a sostegno della nostra categoria.