Jobs Act Autonomi: senza equo compenso è incompleto. L'analisi di RTP e Coalizione 27 Febbraio
In attesa della pubblicazione in Gazzetta del Jobs Act Autonomi, arrivano i primi commenti da parte della Rete delle Professioni Tecniche e di Coalizione 27 febbraio che ha esposto durante la manifestazione di sabato 13 maggio per la richiesta dell'equo compenso
Il Jobs Act Autonomi è un passo avanti, ma non è la soluzione a tutti i problemi di lavoratori autonomi e soprattutto professionisti tecnici poiché i nodi irrisolti sono diversi. E' questo, il 'leit motiv' dei commenti al testo del DDL approvato di recente in via definitiva dal Parlamento e atteso a breve in Gazzetta Ufficiale. Il principale nodo della questione è sempre la mancanza di una norma sull'equo compenso, che secondo le associazioni a tutela delle professioni dovrebbe tornare con chiara indicazione.
RPT
Per la Rete delle Professioni Tecniche, le questioni da affrontare sono diverse: oltre all'equo compenso, anche la tutela dalle clausole vessatorie, l'affidamento al tribunale del lavoro delle controversie tra professionisti e committenti, l'inserimento della rappresentanza ordinistica nel tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo.
Tornando all'equo compenso, RTP sottolinea che "nel corso dell’iter legislativo del DDL Autonomi, in particolare, abbiamo più volte fatto rilevare l’urgenza di introdurre una disposizione che conducesse alla definizione di corrispettivi economici idonei a costituire un efficace strumento di orientamento per i committenti e per i professionisti, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento. D’altra parte, l’abolizione delle tariffe non ha fatto venir meno la necessità di continuare ad applicare il principio del ‘giusto compenso economico'".
La Rete delle Professioni tecniche segnala inoltre che “non è stata espressamente inserita la rappresentanza ordinistica nel tavolo tecnico di confronto permanente sul lavoro autonomo, previsto dall’articolo 17 del provvedimento. Gli Ordini sono organismi istituzionali che da sempre svolgono funzioni anche di rappresentanza dei professionisti iscritti, in modo particolare negli ultimi anni. La loro esclusione da quel tavolo è assolutamente immotivata e priverebbe lo stesso Ministero del Lavoro di una interlocuzione fondamentale per capire e sostenere il mondo del lavoro professionale in Italia. Su questo punto il Ministro Poletti ha assunto l’impegno ad allargare il tavolo anche ai rappresentanti degli Ordini”.
Coalizione 27 Febbraio
Si tratta di un Movimento che mira ad individuare i problemi comuni nel lavoro indipendente, in quello autonomo e delle partite iva, per elaborare soluzioni ed organizzare azioni di pressione politica e sindacale. Tra le migliorie proposte al Jobs Act degli Autonomi da parte della Coalizione direttamente alla manifestazione di Roma dello scorso 13 maggio, ed esposte da Cosimo D. Matteucci, si segnalano:
- i limiti del Jobs Act Autonomi: la nuova legge non delinea una disciplina organica del lavoro autonomo, ma prevede per lo più interventi circoscritti, destinati agli iscritti alla gestione separata Inps, che sono poco più di 220mila. Da molte norme sul welfare sono esclusi professionisti iscritti alle casse di previdenza private (come avvocati, ingegneri, architetti, farmacisti e geometri) che, secondo le ultime rilevazioni ADEPP, sfiorano i 1.5 milioni di unità;
- misure per tutti i professionisti: si ritengono positive le applicazioni delle clausole vessatorie nei contratti, dell’obbligo per i committenti di rispettare i termini per i pagamenti, dell’accesso ai Fondi europei e della partecipazione agli appalti pubblici. ?Giudizio positivo è stato espresso anche sulla possibilità di dedurre dal reddito le spese per la formazione, l’aggiornamento professionale, la certificazione delle competenze e gli oneri sostenuti per la garanzia contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro autonomo fornita da forme assicurative o di solidarietà;
- le contraddizioni in tema di Welfare: il fatto che, secondo la legge, la gravidanza, la malattia e l’infortunio dei lavoratori autonomi che prestano la loro attività in via continuativa per il committente non comportano l’estinzione del rapporto di lavoro, "fatto salvo il venir meno dell’interesse del committente”, secondo la Coalizione si presta a molti dubbi interpretativi perché non spiega se si riferisce al rapporto con qualsiasi committente o se esclusivamente ad un rapporto caratterizzato da una forma di stabilità che vada al di là del singolo incarico;
- i limiti in tema di malattia: l'equiparazione delle terapie domiciliari alla degenza ospedaliera vale solamente per le malattie oncologiche o gravi patologie cronico-degenerative e riguarda solo i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata INPS che scelgano di versare uno 0,72% in più di contribuzione pensionistica. Ne sono esclusi quindi gli ordinisti;
- la Dis-coll esclusa per le partite IVA: l’indennità di disoccupazione per i titolari di contratti di collaborazione è strutturale e definitivamente estesa ad assegnisti di ricerca e dottorandi borsisti, ma non è prevista nessuna forma di protezione per i dottorandi senza borsa di studio, i borsisti di ricerca e tutte quelle figure, che lavorano con partita IVA e sono prive di qualsiasi protezione quando sono costretti alla discontinuità del reddito;
- equo compenso assente: non viene affermato, nella legge, il diritto a un equo compenso che, “insieme alla certezza dei pagamenti e al reddito minimo garantito, è misura decisiva per sottrarre gli autonomi dal ricatto del lavoro sottopagato”.