Modellable Wall, una nuova muratura curva per uso architettonico
Leonardo da Vinci asseriva che "Le stanze pichole ravvivan l'ingegno".. quasi una dichiarazione di sfida nella progettazione degli spazi domestici del nostro abitare. L'ispirazione di questo pensiero ha condotto alla ricerca della possibilità di avere nuove scenografie del quotidiano, mettendo a punto una tecnica capace di rendere "sagomabili" e forgiabili le rigide pareti in laterizio che compongono le nostre architetture: l’utilizzo del brevetto sulle murature sagomabili “Modellable Wall” consente infatti di esprimere le potenzialità figurative, luministiche e tattili del materiale laterizio.
L’uso di pareti divisorie curve, generalmente realizzate in vetro, cartongesso, o altro materiale sagomabile, è già ampiamente diffuso. Questi materiali permettono però generalmente di ottenere una curvatura singola, ossia la parete è definita dall’estrusione verticale di una curva direttrice orizzontale.
Il limite è naturalmente dettato da un lato dalle problematicità tecniche correlate alla messa in opera di una superficie avente curvatura doppia, dall’altro ai requisiti di resistenza meccanica e di isolamento termico/acustico imposti in edilizia alle pareti divisorie e perimetrali. Questi limiti diventano ancora più evidenti se si vuole realizzare la parete con tecniche e materiali tradizionali, come blocchi in laterizio.
Le murature curve in architettura
L’uso del mattone in grandi strutture è molto antico: i primi resti di strutture che utilizzano la struttura ad arco sono le volte a corsi inclinati (volta nubiana) e sono state scoperte in una regione mesopotamica (nota è la grande sala a Tepe Gawra, risalente al IV millennio a.C.) e nel Basso Egitto fra il IV e III millennio a.C. (tomba di Helwan, risalente al 3000 a.C. e ingresso ad arco in una tomba mastaba a Giza risalente al 2600 a.C.). Anche le prime cupole in argilla datano a circa il IV millennio a.C. e sono state utilizzate per coprire alcune abitazioni primitive impostate su murature circolari composte da macerie e argilla (le case di Khirokitia a Cipro. Altri esempi più recenti si trovano nella civilizzazione micenea (tholoi) ed etrusca (Necropoli di Cerveteri). Tali coperture si rifanno al principio del sistema trilitico: sono infatti costituite da blocchi sovrapposti posati progressivamente con una lieve sporgenza e convergenti nel vertice.
I costruttori romani utilizzavano nervature di mattoni nella massa di calcestruzzo, il cosiddetto opus caementicium, in cui il calcestruzzo veniva frazionato e gettato tra le nervature. Più tardi gli stessi romani svilupparono la tecnica detta “tubi fittili”, ossia tubi di terracotta vuoti (spesso anfore), collocati verticalmente uno dentro l’altro nel calcestruzzo, in circoli concentrici, come per esempio nel Battistero di Nerone o nella cupola di San Vitale a Ravenna (V secolo).
Le murature curve portanti in mattone pieno hanno caratterizzato la storia dell’architettura anche in campo religioso e civile. Sarebbe impossibile elencare in poche righe gli innumerevoli e maestosi esempi; per tutti valga il Pantheon a Roma. Dalla metà dell’Ottocento in poi, l’introduzione del mattone forato ha consentito lo sviluppo di nuove architetture in laterizio armato parallelamente a quelle in calcestruzzo armato, come le straordinarie e innovative strutture create di Eladio Dieste (Chiesa Cristo Operaio di Atlantida).
Attualmente, per la creazione di murature curve in laterizio, vengono spesso adottati mattoni posati in corsi sfalsati: lo studio indiano Anagram Architects, per esempio, ha progettato a Nuova Delhi la nuova sede del South Asian Human Rights Documentation Centre (Sahrdc), disegnando pile verticali che girano su se stesse e danno origine a una trama ondulata e materica; all’Università di Eindhoven, Ricardo Ploemen ha creato una cappella virtuale e, attraverso uno script di Autocad, ha determinato la struttura di ogni singola facciata secondo diversi parametri informatici che creano curve complesse e modellabili, formulando così la brick tectonics. Il desiderio di rendere fluide e “tessili” le superfici architettoniche si è concretizzato nella cosiddetta “architettura parametrica”: intorno al 1990 alcuni architetti hanno cominciato a utilizzare software “parametrici” per definire le relazioni tra le superfici architettoniche, ottenendo curve e forme particolarmente elaborate e complesse. Si pensi a progetti quali l’aeroporto di Shenzen degli architetti Reiser e Umemoto, lo Stata Center al Mit di Frank Ghery o lo Stadio Nazionale di Pechino della società di ingegneria Arup Sport. Nel 2012 Bellini e Ricciotti progettano il nuovo Dipartimento di Arti Islamiche al Louvre, creando una struttura che esalta l’aspetto dinamico e tessile fino a sembrare un foulard che ondeggia nel vento.