il commento del CNAPPC al convegno Opere incompiute, organizzato dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, da Itaca, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome lo scorso 13 gennaio a Roma.
A proporre questa soluzione Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, in occasione del convegno di studi “Opere incompiute: quale futuro?”, organizzato dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, da Itaca, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome lo scorso 13 gennaio a Roma.
“Ci auguriamo che il nuovo Codice degli appalti – ha affermato il presidente Freyrie - eviti gli errori che hanno consentito lo svilupparsi del fenomeno - tipicamente italiano - delle opere pubbliche incompiute. La strada da percorrere è quella del ricorso alle procedure concorsuali, le sole che possono garantire architetture di qualità; della condivisione dei progetti con le comunità; di una seria programmazione che metta a sistema le potenzialità economiche e le risorse disponibili. Tutto ciò potrà evitare scelte che, scelte politiche sbagliate, troppo spesso dettate dai favoritismi, provochino ritardi e contenziosi, accrescendo sprechi di risorse sul piano ambientale, economico e sociale”.
Per gli architetti occorre aprire una stagione nuova, una stagione di interventi di qualità, selezionati attraverso concorsi di progettazione e che abbiamo come obiettivo quello della riduzione progressiva del suolo consumato, per arrivare a zero nei prossimi trenta anni. Il destino delle opere incompiute - a meno che non siano così importanti da dover essere concluse o degli eco-mostri da dover essere abbattuti - sta nel loro riuso e nella loro trasformazione.
“Un esempio è sotto gli occhi di tutti, conclude Freyrie: il recente progetto di trasformazione in area green e in una piazza del viadotto dei Presidenti al Nuovo Salario a Roma, uno degli interventi proposti dal gruppo di giovani architetti 'G124' di Renzo Piano per rammendare le periferie delle nostre città”.