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So-stare nel conflitto, quindi cerco modi per negoziare

“Io invece credo, o carissimo, che sarebbe meglio che la mia lira fosse scordata e stonata, e che lo fosse il coro che io dirigessi, e che la maggior parte della gente non fosse d'accordo con me e mi contraddicesse, piuttosto che sia io, anche se sono uno solo, ad essere in disaccordo con me stesso e a contraddirmi.” Socrate

PAROLE CHIAVE: conflitto, negoziazione, empatia, so-stare, apprendimento, vantaggi

Nella mitologia greca la dea Armonia era figlia di Marte e Venere: l’armonia derivava dunque da due valori contrapposti, bellezza e conflitto. Un autore, J.P.Vernant, in “Mito e società nell’antica Grecia”, diceva che agli occhi dei Greci non si possono isolare, nel tessuto delle relazioni sociali, cosi come nella struttura del mondo, le forze del conflitto da quelle dell’unione”.
È sorprendente come sin dall’antichità sia familiare la polarità armonia-conflitto. Il processo che porta all’armonia, passa attraverso la dialettica, che nasce sempre dalle differenze, dal conflitto, parte dalle posizioni più distanti tra due gruppi o persone. Molte sono le scienze: psicologia, sociologia, storia persino fisica e chimica che spiegano, ciascuno nella profonda rigorosità dei propri confini, che è necessario passare attraverso la diversità per avere l’unione, attraverso la discordia per avere la concordia, il caos per avere un ordine. Le Scuole di Managment sono molto attente in questo periodo della nostra civiltà, nel cogliere i segnali forti e deboli che provengono dal mondo del Business. Nelle aziende, che sono sempre costituite da uomini e donne, si ripetono alcune costanti: la ricerca di interessi su cui negoziare, la gestione del conflitto che si affaccia costantemente nella relazione, la mediazione in caso di controversia, la ricerca di consenso tra le parti nei team.
Questi fenomeni si presentano e si risolvono non come fatti accidentali, ma come frutto di un processo volontario e cosciente da parte delle persone. A tutti i livelli gerarchici si assistono a costanti conflitti tra persone, conflitti tra ruoli e posizioni, conflitti tra team: conflitti a livello interpersonale, tra gruppi ed organizzativo. 

In un brain-storming sulla negoziazione, svoltosi nell’incipit di un corso di formazione di una delle piu prestigiose Business School del nostro paese, le parole-chiave più frequenti sono state: relazione tra persone, gestione del conflitto, stile negoziale, relazione interpersonale, luogo, valore, accordo, teatralità, emozioni, stress, ascolto, fiducia, asimmetria, preparazione, improvvisazione, lingua e molte altre.
Ultimamente i formatori e coach, siamo chiamati spesso in causa per insegnare e far apprendere alcune delle pratiche più rilevanti, racchiuse in queste parole. Alle volte si tratta di dirimere veri e propri conflitti organizzativi ma la sensazione è che la normalità sia considerare il conflitto come un errore del sistema, per cui si tende a far prevalere la “finta armonia”. Sembra che nelle aziende viga l’unica grande regola del “dobbiamo andare tutti d’accordo, sempre e comunque”. In questo periodo storico forse, di maggiore fatica nel relazionarsi a tutti i livelli personale e professionale, il conflitto è considerato una noiosa falla nel sistema, più che un fisiologico passaggio in qualunque tipo di realtà che cresce e si evolve nel suo modo naturale.
Una spiegazione di questo cambiamento nel modo di percepire il conflitto sta nel fatto che in questa nuova era, non siamo più nella logica del giusto-sbagliato, dove quindi, il colpevole una volta individuato, è facile da correggere e rimettere in riga. Seguendo una metafora a me sempre cara, del semaforo e delle rotonde che regolano la circolazione stradale, assistiamo al fatto che le rotonde hanno completamente sostituito i semafori in alcune aree urbane. Nella rotonda si conta più sulla capacità di autoregolazione delle persone rispetto a velocità del veicolo, priorità nelle precedenze, rallentamenti. Con i semafori invece, le regole sono stringenti, univoche e dall’esterno indicano dove è chiaramente giusto o sbagliato agire o stare fermi. Il conflitto, rimanendo nell’esempio del semaforo, non può o non aveva diritto ad esistere, perchè la regola è ed era chiara. È cosi interdetta la capacità di esercitare un qualsivoglia discernimento interno. Mentre la logica della rotonda stradale, crea più conflitti perché richiede di mettere in campo competenze creative, interne alla persona, la nuova logica della gestione del conflitto è quindi positiva, un vero omaggio all’intelligenza umana, anche se richiede tempo per intercettare i punti di vista, ascoltare, formulare strategie, comunicare molto prima di arrivare ad un obiettivo condiviso e ad un’armonia del tutto. Costa molto di più dal punto di vista degli investimenti emotivi.

All'interno dell'articolo integrale si descrivono i vantaggi del conflitto, gli strumenti per affrontarlo, ecc.

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L'AUTORE: Trainer certificato per Teleos Leadership Institute, insegno People Management e Personal Development in Scuole di Formazione Aziendale come il MIP Politecnico di Milano. Sono Executive Coach, PCC per I.C.F. e Certificata MBTI® OPP Europe. Sono Expert per la D.G. EACEA di Bruxelles. Ho studiato prima Giurisprudenza e poi Psicologia del Lavoro.