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VIADOTTO in SICILIA: Matteucci (Cmc): È solo uno smottamento

Pubblicata su Repubblica un'intervista a Massimo Matteucci, Presidentedi Cmc), che guida il consorzio di imprese Bolognetta scpa, formato con Tecnis e Ccc, che si è aggiudicato l'appalto per il grande cantiere da 220 milioni tra Palermo e Agrigento e oggi nell'occhio del ciclone per il problema verificatosi sul viadotto Scorciavacche

L'apertura della variante di "Scorciavacche" era avvenuta il 23 dicembre, con tre mesi di anticipo rispetto ai tempi previsti. Il viadotto rientra nei lavori di ammodernamento dell'itinerario Palermo-Lercara Friddi sulla statale 121. Il presidente dell'Anas Pietro Ciucci aveva salutato con favore l'inaugurazione anticipata della struttura.

La ditta “Bolognetta scpa” è impegnata attualmente con diverse squadre di lavoro, soprattutto nei nuovi viadotti Scorciavacche 1 e 2. L’intervento sulla SS 121 si riferisce ad un tratto di circa 34 km dell’itinerario complessivo “Palermo- Agrigento”, che va dall’attuale svincolo “Bolognetta” (al km 238 circa dell’attuale SS121) allo svincolo “Bivio Manganaro”. Sono previste numerose opere d’arte e, in particolare, una galleria artificiale, 5 nuovi viadotti, 12 svincoli, oltre ad interventi di restauro, miglioramento sismico e adeguamento di 16 viadotti e ponti esistenti,  per l’ammodernamento dell'itinerario Palermo-Lercara Friddi lungo la statale 121, un'opera del valore complessivo di circa 297 milioni di euro, fondamentale in quanto si tratta dell’unico collegamento diretto tra le provincie di Palermo ed Agrigento.

L'intervista si trova sul sito di Repubblica e ovviamente il Presidente della CMC si rammarica per l'accaduto "Era una cosa che non doveva accadere, anche laddove esistono problemi servono accorgimenti preventivi. Ma nella vita di un cantiere grande come quello di smottamenti simili ne succedono."

Ovviamente non possiamo essere d'accordo con Matteucci, anche perchè le foto sono eloquenti, e se la causa è un problema di smottamento, ha ragione il Presidente Graziano dei Geologi a evidenziare che sono problemi oggi prevenibili, anche perchè stiamo parlando di un cantiere che nel complesso vale oltre 200 milioni di euro.

Domanda che infatti viene posta a Matteucci "che si tratti di crollo o smottamento, ma come è possibile che una strada nuova abbia resistito solo una settimana dal taglio del nastro ?"

Matteucci evidenzia che i lavori siano stati completati con tre mesi di anticipo, forse troppi ? "adesso penso che se ci fossimo presi il tempo, col senno di poi... Però questa è una tempesta in un bicchier d'acqua, e la nostra è un'impresa seria ...  io non sono né geologo né ingegnere. Io posso dire che se abbiamo sbagliato interverremo e lo metteremo a posto. Anzi, per il ripristino siamo già operativi".

Nell'intervista il Presidente CMC continua a minimizzare l'episodio "i danni  sono nell'ordine dei 100 mila euro, lo dice anche l'Anas" ma più si prosegue più appare chiaro quanta poca attenzione negli appalti italiani si dedichi attenzione ai problemi tecnici "io so che nella vita di un cantiere gli smottamenti succedono, perché il terreno è instabile. Ci possono essere degli imprevisti geologici e poi la terra va dove vuole lei, non dove vuoi tu. Ma l'integrità del viadotto è totale, e se cominciamo a confondere le cose è la fine".

Caro Presidente, purtroppo il terreno è vero, può essere instabile. Ma ci sono oggi gli strumenti per capire quanto lo sia, e come intervenire per evitare che poi possa creare dei problemi. La terra non è detto che vada dove vuole lei, questo accade purtroppo in Italia, e soprattutto in Sicilia, perchè in un'opera che costa a noi oltre 200 milioni di Euro probabilmente non si sono fatti tutti i controlli che si dovevano fare, oppure non sono stati svolti nel modo corretto, oppure non sono stati presi in considerazione i risultati, oppure per risparmiare non si è voluto prenderli in considerazione, oppure tutto questo.

Di certo possiamo affermare che è andata di "culo" perchè il disastro è accaduto quando non vi erano auto in transito, perchè basta guardarsi le foto, e forse se provasse a pensare che in quella strada poteva esserci in quel momento una persona a lei cara, invece di dire che "la terra va dove vuole" cercherebbe di farsì che nei suoi cantieri la terra vada dove si vuole che vada.

La prossima volta si limiti a dire: abbiamo sbagliato, ora individueremo cause e responsabili, in modo che non accada mai più.

Andrea Dari

Editore INGENIO