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Analisi di Vulnerabilità sismica di strutture esistenti “speciali”

Organizzato dall'Ordine degli Ingegneri di Alessandria con il contributo di Harpaceas

Agenda della giornata

15.00 Verifica di strutture speciali esistenti: introduzione, approcci elastici, non lineari
Ing. Adalgisa Zirpoli, Supporto tecnico - Harpaceas
16.00 Dalle prove fisiche alla definizione dei parametri di resistenza nei modelli strutturali
Ing. Adalgisa Zirpoli, Supporto tecnico - Harpaceas
16.40 Analisi di vulnerabilità di edifici industriali monopiano
Ing. Adalgisa Zirpoli, Supporto tecnico - Harpaceas
Ing. Paolo Sattamino

17.10 Analisi di vulnerabilità di edifici monumentali
Ing. Adalgisa Zirpoli
Ing. Paolo Sattamino

17.40 Analisi di vulnerabilità di strutture in acciaio
Ing. Adalgisa Zirpoli
18.00 Conclusioni

Crediti Formativi Professionali C.F.P. Riconosciuti n. 3

Contenuto del seminario

I progettisti hanno a disposizione uno spettro piuttosto ampio di strumenti di indagine analitica e di verifica. Le analisi disponibili a livello normativo possono essere distinte in due macro categorie: analisi in regime elastico, analisi non lineari per materiale.
All’interno della prima categoria rientrano due analisi ormai ampiamente diffuse nell’attività progettuale: analisi statica equivalente e analisi dinamica con il metodo dello spettro di risposta. Questi metodi appartengono alla categoria delle analisi svolte in ambito elastico lineare; l’aspetto relativo alla non linearità di materiale viene ripreso solo in sede di verifica.
Nell’ambito del problema della riverifica di strutture esistenti risultano ancora più efficaci gli altri due metodi di analisi disponibili in normativa: analisi statiche non lineari e analisi dinamiche non lineari.
In particolare, le analisi statiche non lineari (pushover), rappresentano un interessante strumento di indagine perché consentono di indagare, in modo in modo più realistico, il comportamento post-elastico della struttura e quindi permettono di sfruttare al meglio le capacità di resistenza di una struttura esistente.
Questi strumenti di indagine analitica, tenuto conto dei rispettivi ambiti di applicazione, consentono di affrontare tipologie di strutture anche molto differenti tra loro. Accanto ai metodi di modellazione ormai consolidati, che prevedono tipicamente una schematizzazione a telaio, molte strutture esistenti spingono il progettista a sviluppare modelli costituiti da elementi bidimensionali o tridimensionali. In questi ambiti è inevitabile la nascita di maggiori complessità in ognuna delle fasi di lavoro: modellazione, applicazione di carichi e vincoli, esecuzione delle analisi, recupero e analisi dei risultati, verifiche. Oltre a questo ancora più importante diviene il problema del controllo da parte del progettista del modello di calcolo realizzato.
 

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