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Visualizing Cities: la conoscenza per la conservazione e l’innovazione dei luoghi storici

A Ferrara, il 6 aprile 2016 in occasione del Convegno Dalla città-Museo al Virtual Museum organizzato da UID, Unione Italiana del Disegno, DIAPReM e TekneHub del dell’Università degli studi di Ferrara, i membri dell’associazione scientifica UID presenteranno i risultati di rilevanti casi studio, nell’ambito del panorama nazionale e internazionale, sui temi della documentazione digitale per la valorizzazione, la formazione, la divulgazione e la comunicazione del patrimonio culturale.

Durante il convegno saranno illustrate le esperienze di città-museo, quali Palermo e Matera, del museo itinerante del gruppo scultoreo michelangiolesco di San Lorenzo a Firenze, così come esempi di digitalizzazione dei beni culturali. In particolare, l’intervento del Prof. Andrea Giordano metterà in luce, dagli esiti del progetto Visualizing Cities, le opportunità offerte dall’impiego di tecnologie ICT integrate per la comunicazione e valorizzazione del patrimonio.

Visualizing Cities: la comunicazione della conoscenza per la conservazione e l’innovazione dei luoghi storici
Andrea Giordano, Università di Padova.


Stiamo assistendo ormai da tempo alla progressiva trasformazione di metodi e strategie nella preparazione di una mostra, nella sua progettazione, nelle scelte e nelle modalità di comunicazione. Anzi, proprio questi cambiamenti risentono dell’avvento delle ICT, Information Communication Technology, tuttavia riscontrando spesso – come abbiamo avuto modo di affermare altrove  - più una spettacolarizzazione dell’evento, a discapito di un accrescimento formativo-culturale, al quale si dovrebbe invece aspirare. Eppure le caratteristiche “spettacolari” non vanno demonizzate tout court, ma solo se consideriamo un evento trasformato impropriamente in “spettacolo”, con la conseguenza di cercarne o farne risaltare prevalentemente gli aspetti più sensazionali e clamorosi; a tale proposito, ci sembra fondamentale ricordare che l’etimo della parola “spettacolo” coinvolge direttamente lo sguardo di un osservatore come parte attiva in una mostra . Nondimeno le nuove tecnologie e le ICT hanno modificato, e non poco, molti dei fattori che concorrono all’organizzazione di una strategia espositiva: in primis il museo, che solitamente “offre” sia la sede che buona parte dei Beni Culturali da fruire nello “spettacolo”; l’idea stessa di Bene Culturale, che oggi ha assunto nuovi significati; le competenze culturali e tecniche che contribuiscono alla preparazione di una mostra con strumenti, contenuti e output; e infine il ruolo dell’osservatore, il quale non è più semplice spettatore, in termini di modalità percettiva e di sensibilità fruitiva.

In questo quadro, quindi, è evidente il rinnovato interesse per le discipline della Rappresentazione, non solo in campo formativo-accademico, ma soprattutto quando sono coinvolte anche nella progettazione tout-court, sia a scala architettonica o urbana, di un racconto museale, inducendoci a riflettere e ri-scoprire come le procedure delle forme della rappresentazione si configurino quale strumento privilegiato non solo per la progettazione e/o la misurazione e la gestione di quanto identifichiamo con i termini “architettura” e “città” e con la relativa salvaguardia, ma anche e soprattutto per la loro fruizione di tipo comunicativo-conoscitivo.
E se, da un lato, l'organizzazione ipertestuale del sapere ha sovvertito e rinnovato la linearità classica del testo, non è pensabile, purtroppo, organizzare una Digital Visualization delle trasformazioni dell'architettura e della città solo attraverso un ipertesto. È qui che entra in gioco la creazione di nuovi processi e codici di visualizzazione, conoscenza e comunicazione, che rendano facile ed immediata la rapida ed accurata analisi di una vasta quantità di dati complessi e variabili, tutti volti alla rappresentazione simultanea di complesse problematiche urbane e architettoniche. È in questa ottica che è nato Visualizing Cities, un progetto di ricerca emanazione di Visualizing Venice, che coinvolge l’Università di Padova, Duke University (NC, USA) e l’Università IUAV di Venezia, finalizzato alla comunicazione della conoscenza per la conservazione e l’innovazione dei luoghi storici, attraverso anche esperienze di tipo museale.

Immagine 1: Tecnologie ICT integrate per la comunicazione del patrimonio


Immagine 2: Chiesa degli Eremitani a Padova: tecnologie Building Information Modeling per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio.