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Progettazione: che valore ha la sostenibilità quando manca la sicurezza ?

Come possono le persone preoccuparsi dei problemi connessi alla sostenibilità, quando non hanno il privilegio della sicurezza?

Come possono le persone preoccuparsi dei problemi connessi alla sostenibilità, quando non hanno il privilegio della sicurezza? Un gruppo di esperti grazie a Lafarge Holcim ha esaminato l'interazione tra sostenibilità e la sicurezza e di come l'architettura possa rispondere a entrambe le sfide.

E’ questo l’argomento che ha fatto da sfondo all’evento organizzato da Lafarge Holcim nel storico Teatro Piccolo Arsenale di Venezia. In un’atmosfera davvero magica, con una platea di oltre 300 persone -  giovani provenienti da tutto il mondo - il moderatore Rolf Soiron ha ispirato i componenti del panel Alejandro Aravena, Jonathan Ledgard, Milinda Pathiraja e Robert Mardini per discutere di soluzioni pratiche, piuttosto che tenere un dibattito strettamente formale.



E il titolo dell’evento era in effetti ampiamente stimolante: Reporting from the Front: Sustainability vs. Security

Splendido titolo per rappresentare una domanda fondamentale: esiste una classifica dei valori quando si deve pensare a come costruire una nuova società? soprattutto quando esiste nel nostro pianeta una serie di città e civiltà in cui la parola chiave è FRONTE?

Robert Mardini, direttore regionale del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) nel Vicino e Medio Oriente, ha osservato che “in the Near & Middle East, observed that as conflicts are becoming more protracted in many parts the world, a significant amount of pressure is placed on urban settlements which undercuts a society’s ability to focus on the long term planning priorities associated with sustainability”.
Mardini ha osservato che vi è un ampio divario tra discussioni di sostenibilità nei paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo a causa della presenza o l'assenza di sicurezza di base. D’altronde “How can people care about sustainability, if they have no security to access basic services like water, food and sanitation?”

Si è discusso anche di come la dimensione delle città possa o non possa essere una variabile da considerare ai fini della sfida alla sicurezza, e quindi alla sostenabilità.

Jonathan Ledgard, ex corrispondente estero per The Economist e Direttore dell'Iniziativa futuro dell'Africa presso l'Istituto Federale Svizzero di Tecnologia (EPFL di Losanna) , ha dichiarato che “stated that despite the hype about mega-cities, most people in Africa are living or will live in towns.”.

Quanto mai importante diventa il problema della connettività e dei collegamenti, che le tecnologie esistenti e future potranno rendere sempre più economici ed accessibili. Ledgard, il creatore del concetto Droneport in collaborazione con The Norman Foster Foundation (presentato alla Biennale di quest’anno) ha confermato che le opzioni tecnologiche attualmente esistenti potrebbero consentire di realizzare una connettività effettiva tra siti lontani, anche in situazione di disponibilità di spazi limitati: “in the next 10 to 15 years, most towns in the equatorial zone will have Droneports, due to their affordable price point.”

More focus on coordination, less on building
Alejandro Aravena, socio fondatore di Elemental architects in Chile e curatore della 15 ° Mostra Internazionale della Biennale di Architettura di Venezia, ha spiegato come la sostenibilità richieda un approccio inclusivo per affrontare le sfide attraverso contesti e tempo.“The role of the architect is to channel many different forces together to add to the common goal of sustainability.”



L’Architetto Milinda Pathiraja affermato che  “designing in a sustainable way is not a choice, but is an obligation.” Come principio ha descritto l'approccio della Robust Architecture Worksho a Colombo in Sri Lanka che indaga come "architecture can be a catalyst for organized labor,”
Ha citato anche l'esempio di progettazione dei metodi di costruzione seguiti per sostenere la riqualificazione del Reggimento Sinha dell'esercito dello Sri Lanka durante il processo di costruzione di una biblioteca della comunità, un progetto che ha vinto il Global LafargeHolcim Awards Silver nel 2015.

Architecture must not wait for the political system to mobilize
I relatori hanno discusso anche di come i contesti politici finiscano per modellare la direzione di sviluppo dei territori e, a sua volta, le professioni tecniche che operano al loro interno. Milinda Pathiraja ha parlato della sua esperienza in Sri Lanka, dove nonostante la guerra sia  terminata nel 2009, i problemi politici ancora persistono e questo finisca per cadere anche sulle attività dei progettisti.

Robert Mardini ha invece preso un'altra posizione, basata sul suo lavoro nel Vicino e Medio Oriente, affermando che “in places where political systems are no longer present or functioning, the best solutions we often find are designed with communities."

Alejandro Aravena ha adottato un atteggiamento più provocatorio , spiegando che uno dei messaggi della Biennale di quest'anno è stato proprio quello di “identify the voids in the law where we can innovate without breaking it.”.

High value of open space
Alejandro Aravena ha spiegato che “coordination will be the real challenge to our professions”, acutamente sostenendo il valore degli spazi aperti - spazi che non si consumano all’interno dell'impronta dei cantieri.

Robert Mardini ha riconosciuto l'esistenza di molti strati di sfide e l'importanza di collegare le soluzioni: “quando le bombe smettono di cadere, sarebbe un disastro se le città iniziassero ad essere ricostruite meccanicamente senza pensare a lungo termine su come gli obiettivi urbani si riflettono nella sostenibilità”.

Il gruppo ha concluso con le domande del pubblico e Rolf Soiron, Presidente del Consiglio della Fondazione LafargeHolcim for Sustainable Construction, ha evidenziato come occorra prendere parte nello sforzo di spingere con metodo e tecnologie il pensiero sostenibile.

Alejandro Aravena ha aggiunto un'osservazione evidente per la sensibilità nel suo lavoro di progettazione: “Architects give form to places where we live. Not much more than that, but nothing less than that.”

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