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Il progetto oltre gli ostacoli - Gabriele Giacobazzi, Presidente OICE

Migliorare la qualità della domanda pubblica attraverso la ridefinizione del ruolo delle pubbliche amministrazioni, che non dovrebbero progettare ma occuparsi con efficacia ed efficienza di programmazione e controllo; porre effettivamente il progetto al centro dell’iter realizzativo, come momento fondamentale per la certezza dei procedimenti esecutivi e di finanza di progetto; migliorare la qualità dell’offerta mettendo a punto un sistema di qualificazione dei progettisti gestito dall’AVCP attraverso la Banca dati nazionale dei contratti pubblici e incentivando i processi di aggregazione e fusione anche in una prospettiva di maggiore internazionalizzazione dei progettisti italiani; creare più mercato attraverso il divieto di gestioni in house per i servizi professionali, vera anomalia di un mercato come quello attuale, inefficiente e protetto, e di accordi fra Amministrazioni, spesso elusivi della normativa vigente; promuovere una maggiore omogeneità dei comportamenti delle stazioni appaltanti attraverso un maggiore utilizzo delle centrali di committenza e un ruolo più incisivo dell’AVCP nella messa a punto di bandi-tipo e disciplinari-tipo, vincolanti per tutte le Amministrazioni.
Questi i punti irrinunciabili posti dall’organizzazione delle società di progetto, OICE, che ho l’onore di rappresentare, per realizzare davvero il processo di liberalizzazione avviato da questo governo, con il quale processo, siamo sostanzialmente in sintonia: il mercato, quando funziona, infatti, è anche il migliore deterrente contro i fenomeni corruttivi che trovano viceversa terreno favorevole nella discrezionalità e nella mancanza di trasparenza. Ma senza controlli e regole ben chiare, le liberalizzazioni non produrranno maggior occupazione e non offriranno le opportune garanzie che a vincere, sia davvero il migliore. Allo stesso tempo ritengo che per incentivare la domanda nel settore dei lavori pubblici, i progettisti italiani dovrebbero approdare ad una visione decisamente più imprenditoriale del proprio ruolo. Non è ormai più possibile affrontare il progetto anche di una modesta opera pubblica senza disporre di una gamma estesa di competenze disciplinari che richiedono integrazione, organizzazione, controllo dei risultati e dei costi. Una “offerta” di servizi di progettazione come quella che immaginiamo è capace di investire per competere, di provocare la domanda anche attraverso l’innovazione che ha nel progetto un luogo ed una sede assolutamente appropriata. Su queste basi si può trovare un incontro con le varie “anime” del mondo del progetto superando le difficoltà e le divisioni create dai provvedimenti in corso di definizione che possono essere risolte con proposte specifiche. È il caso della eliminazione delle tariffe: in questi anni di sostanziale, prima che formale, superamento del sistema tariffario, OICE ha lottato per far prevalere sistemi di valutazione più qualitativi, dove il prezzo non sia un elemento preponderante. Per le procedure pubbliche, a nostro avviso, dovrà essere recuperata la possibilità da parte della P.A. di stimare preventivamente il valore base della prestazione da sottoporre a gara, attraverso qualche forma di “prezziario”, come avviene per altri servizi o lavori. In conclusione, non abbiamo una fede cieca nelle “logiche di mercato”; ne chiediamo però una applicazione elementare escludendo i soggetti che esercitano una concorrenza impropria.