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Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici

D. LGS. 81/2008, TITOLO VIII, CAPO IV: Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici

Un campo elettromagnetico è una regione dello spazio in cui c’è tensione elettrica.
E’ il caso, ad esempio, della regione di spazio in cui vi siano apparecchi elettrici o antenne per radiodiffusione e telefonia mobile.
Ogni campo elettromagnetico è costituito da due grandezze: il campo elettrico e il campo magnetico, grandezze che variano periodicamente nel tempo.
I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nel nostro ambiente di vita, ma sono invisibili all’occhio umano.
Campi elettrici sono prodotti dall’accumulo locale di cariche elettriche nell’atmosfera, in occasione di temporali. Il campo magnetico terrestre fa sì che l’ago di una bussola si orienti lungo la direzione nord-sud ed è utilizzato da uccelli e pesci per la navigazione.
Al naturale livello di fondo si è aggiunto, al passo con l’evoluzione della tecnologia, l’elettromagnetismo delle sorgenti legate alle attività dell’uomo. Le emissioni a cui siamo maggiormente esposti sono presenti all’interno delle nostre case, generate dagli elettrodomestici da cui siamo circondati e che utilizziamo quotidianamente come la lavatrice, la lavastoviglie, l’aspirapolvere, la televisione, l’asciuga capelli, il rasoio elettrico, ecc.
I campi elettrici sono creati da differenze di potenziale elettrico, o tensioni: più alta è la tensione, più intenso è il campo elettrico risultante. Il campo elettrico esiste anche se non c’è corrente.
L’intensità del campo elettrico si misura in volt al metro (V/m).
I campi magnetici si creano quando circola una corrente elettrica: più alta è la corrente, più intenso è il campo magnetico.
L’intensità del campo magnetico si misura in ampere al metro (A/m), o in microtesla.
I campi così definiti, concatenati tra loro, determinano nello spazio la propagazione di un Campo Elettromagnetico.
Ai fini della valutazione dei rischi di esposizione a campi elettromagnetici, si fa riferimento a limiti diversi:

  • 0 Hz – 10 KHz: Range di BASSA FREQUENZA (cfr. elenco non esaustivo di sorgenti in bassa frequenza in allegato 1);
  • 10 KHz – 300 GHz: Range di ALTA FREQUENZA (cfr. elenco non esaustivo di sorgenti in alta frequenza in allegato 2).

LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Il Coordinamento Tecnico delle Regioni in collaborazione con l'Ispesl aveva già pubblicato a luglio le prime indicazioni per la corretta applicazione dei Capi I, II e III del Titolo VIII del D.Lgs. 81/2008 riguardanti la prevenzione e la protezione dai rischi di esposizione ad agenti fisici nei luoghi di lavoro.
Dunque indicazioni che, dopo una parte relativa alle disposizioni generali indicate nel Capo I del Tutolo VIII dedicato agli “Agenti fisici”, entravano nello specifico delle linee guida relative all’esposizione al rumore e alle vibrazioni meccaniche nei luoghi di lavoro.
Con il mese di dicembre 2008 il documento è stato aggiornato con la pubblicazione delle indicazioni per la corretta applicazione anche del Capo IV del Titolo VIII del D.Lgs. 81/2008, relativo alla “Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici”.
Il documento “pur essendosi fondamentalmente ispirata alla legislazione previgente, ha posto in capo alle aziende obblighi di valutazione e gestione del rischio che presentano anche elementi di novità” e ha puntato a risolvere i più comuni quesiti (FAQ) che vengono proposti ai tecnici del settore.
In merito al Capo IV il Coordinamento Tecnico delle Regioni ricorda che “con la pubblicazione della direttiva 2008/46/CE che rinvia al 30/04/2012 i termini di recepimento della direttiva 2004/40/CE, l’Unione europea ha preannunciato una rivalutazione completa sull’impatto sociale ed economico di tale direttiva, finalizzata all’eventuale presentazione di una proposta di revisione”.
Dunque è possibile che il Capo IV verrà in futuro aggiornato alla luce delle nuove risultanze e il presente documento intende comunque “fornire una prima serie di indicazioni operative, suscettibili di perfezionamento, che orienti gli attori aziendali della sicurezza ad una risposta corretta all’esigenza di valutazione del rischio comunque prevista dagli artt.28 e 181 del DLgs.81/2008”.
Riguardo a entrata in vigore del Capo IV e valutazione del rischio riportiamo, a titolo esemplificativo, una delle risposte contenute nel documento: “con la formulazione adottata dal legislatore all’articolo 306 del Testo Unico e stante l’emanazione della direttiva 2008/46/CE, l’applicazione degli specifici principi di prevenzione e protezione previsti dal Capo IV del Titolo VIII del DLgs.81/2008 ha subito uno slittamento temporale di 4 anni e l’entrata in vigore è stata prevista per il 30/04/2012”.
Riguardo poi alla valutazione del rischio “si sottolinea tuttavia il principio generale di cui all’art.28 del Testo Unico e ribadito relativamente agli agenti fisici all’art. 181 che impegna il datore di lavoro alla valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza inclusi quelli derivanti da esposizioni a campi elettromagnetici, in relazione ai quali esiste quindi l’obbligo (sanzionabile) alla valutazione ed all’identificazione delle misure preventive e protettive per minimizzare il rischio”.