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L'era del BIM per ITALFERR: l’unica strada per il futuro delle costruzioni

L'era del BIM per ITALFERR: l’unica strada per il futuro delle costruzioni

Il perché di questa scelta e la strada verso la digitalizzazione di una delle società di ingegneria più grandi d’Italia.

INTERVISTA AD ANDREA NARDINOCCHI E FABRIZIO RANUCCI DI ITALFERR

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Nell'era del Bim, Italferr, tra le maggiori società d'ingegneria d'Italia, racconta come sta affrontando il suo processo di digitalizzazione. Un percorso che non solo la trasformerà in una società «Bim based», ma soprattuto in una realtà digitalizzata a 360 gradi, facendone il vero punto di forza. «Una società come la nostra deve essere assolutamente attenta alle evoluzioni del mondo dell'ingegneria e della progettazione -ha detto il direttore Tecnico Andrea Nardinocchi - e soprattutto deve saper rispondere alle necessità dei potenziali clienti.

La scelta di adottare il Bim è stata dettata dai cambiamenti in atto a livello internazionale, ci siamo resi conto, soprattutto nei Paesi che seguono procedure e normative in ambito anglosassone, che questa metodologia stava diventando uno standard e abbiamo capito che l'adozione del Bim poteva portare indubbi vantaggi; per questo abbiamo ritenuto fosse un’opportunità da sviluppare già da ora. Inoltre, si arriverà all'obbligatorietà dell'utilizzo del Bim anche per le nostre infrastrutture, per cui vogliamo essere pronti e già operativi nel momento in cui questo processo sarà assolutamente necessario». Fabrizio Ranucci, direttore Approvvigionamenti e Sistemi di Italferr, ha illustrato l'impatto che questo cambiamento ha comportato sull'azienda.

«Quando Italferr ha deciso di transitare a questa nuova metodologia - ha detto Ranucci - è parso subito chiaro che non bastava investire semplicemente in hardware e software, per cui sono stati fatti diversi investimenti in questo campo». Dalle licenze per la piattaforma di collaborazione, a quelle di software di authoring e per il code checking, fino alla formazione di 300 tecnici che operano sulla progettazione digitale. «Al di là di questi investimenti in tecnologia, per essere una società Bim based dobbiamo anche pensare a delle procedure e dei workflow tipici di una società così definita - ha aggiunto - per cui abbiamo dovuto rivedere tutto il nostro impianto procedurale per far sì che Italferr operasse in modo collaborativo così come previsto dagli standard Bim. Inoltre abbiamo predisposto un comitato composto da tutte le unità organizzative coinvolte in questo processo che sta pilotando la transizione di Italferr da una società che opera in modo tradizionale a una che segue standard digitali». In questo percorso di trasformazione, la società del Gruppo Ferrovie dello Stato, si è avvalsa anche di appoggi esterni per servizi di supporto al digitale e per la consulenza generale su procurement, procedure e tecnolgie. Durante l'intervista sono stati poi approfonditi diversi aspetti: dalla sicurezza informatica, alle modifiche apportate ai modelli contrattuali «stiamo pensando di dare un'attenzione particolare ai temi dela proprietà intellettuale», dall'innovativo sistema di qualificazione dei prestatori di supporto ai gruppi di progettazione di sviluppo di modelli Bim, fino ai progetti pilota portati avanti dalla Società. «Stiamo lavorando sia per migliorare il processo industriale e per aggiungere efficienza e qualità al nostro operato in termini di progettazione, direzione lavori e project management - ha concluso Nardinocchi - sia per sviluppare una cultura in ambito nazionale che porti a una diffusione completa di questa metodologia».

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