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Equo compenso: i Giovani Professionisti in profondo dissenso con l'Antitust

Equo compenso: i Giovani Professionisti in profondo dissenso con l'Antitust

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Le associazioni di Giovani Professionisti manifestano profondo dissenso nei confronti di quanto espresso ieri dall’Antitrust relativamente al tema dell’equo compenso.

Siamo in totale disaccordo con la frase dell'Antitrust "sarebbero i newcomer" (n.d.r: gli ultimi arrivati) "ad essere pregiudicati dalla reintroduzione di tariffe minime” perché “vedrebbero drasticamente compromesse le opportunità di farsi conoscere sul mercato e di competere con i colleghi affermati”.

L'opportunità per i giovani di affacciarsi sul mercato presuppone che un mercato esista, che sia trasparente e meritocratico, che elegga a principale strumento concorrenziale la qualità della prestazione e non il suo prezzo, l'investimento a lungo termine e la creazione di valore aggiunto e non il miope risparmio finanziario immediato.

Riteniamo che l'equo compenso sia una forma di tutela essenziale e doverosa utile proprio per i giovani, che si immettono in un mercato dove oggi "concorrenza" è sinonimo di "fame", dove i lavori vengono affidati sulla base del prezzo più basso a scapito della qualità. I giovani infatti sono spesso costretti ad accettare lavori scarsamente retribuiti o non retribuiti per potersi costruire un curriculum professionale.

L’equo compenso tutela la Collettività, che ne trae vantaggio in termini di qualità dei servizi e delle prestazioni professionali.