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Un messaggio chiaro dal Presidente Manfroni: “gli ingegneri devono tornare alle radici del loro modello culturale”

I saluti di I saluti di Marco Manfroni, Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Rimini

Un messaggio chiaro dal Presidente Manfroni: “gli ingegneri devono tornare alle radici del loro modello culturale”

Questo Congresso Nazionale cade in un momento di grande cambiamento e difficoltà per la nostra categoria e per il nostro paese, situazione che comunque riflette, anche se in maniera meno acuta, una condizione più ampia, che ha investito tutta l’area geografica definita come il “nord del mondo”.
Quello che stiamo vivendo non è un momento congiunturale negativo, è la crisi sistemica che accompagna il logorarsi di un modello di sviluppo, crisi acuita da approcci profondamente distorti al mercato, al credito, alla sostenibilità economica ed ambientale, alla sicurezza dei cittadini, sicuramente alcuni atteggiamenti mentali, per quanto osannati come vincenti negli ultimi anni, hanno contribuito al più rapido deterioramento di questo modello. Personalmente, credo che la forma mentis degli ingegneri non faccia parte di questa malattia, bensì della sua cura. Gli ingegneri devono tornare alle radici del loro modello culturale, fatto di lucida capacità di analisi, pragmatismo nelle soluzioni proposte e onestà intellettuale. Forti di questo, devono riappropriarsi di un ruolo di centralità, travalicando il ruolo di chi propone solamente le soluzioni a chi dovrà poi decidere, quella politica che nel nostro paese ha mostrato, più che altrove, la corda di una diffusa inadeguatezza etica e culturale.
Coniugare lo sviluppo, che oltre ad essere fonte di benessere economico, sembra quasi essere insito nel nostro patrimonio genetico, con la tutela di noi stessi, delle comunità più deboli, del nostro pianeta è sicuramente la sfida del futuro, quello che serve per uscire da questo momento, banalmente definito crisi.
Auspico che il 57° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia sia affrontato dai delegati non come un momento per sterili rivendicazioni nei confronti della società, ma come l’occasione per prendere coscienza che noi tutti dobbiamo porci all’interno della stessa consci di essere intellettualmente una delle parti migliori della classe dirigente, ed agire di conseguenza.
In questo senso, noi dobbiamo esserci, e sostenere un nuovo modello di tutela e sviluppo.