Regolamento edilizio tipo: la Regione Abruzzo recepice e i comuni abruzzesi dovranno, entro 180 giorni dalla pubblicazione della deliberazione, adeguare i propri regolamenti edilizi allo Schema di regolamento ed ai relativi allegati, in quanto prescrittivi
Anche la Regione Abruzzo 'entra nel giro' del Regolamento edilizio unico (o tipo): la giunta abruzzese ha infatti recepito l'Intesa della Conferenza Unificata del 20 ottobre 2016 con la deliberazione n. 850 del 28 dicembre 2017, pubblicata sul Bur Speciale N° 26 del 23 Febbraio 2017.
Il provvedimento recepisce quindi il regolamento edilizio tipo nazionale di cui all’'Intesa della Conferenza Unificata n. 125/CU del 20 ottobre 2016. In merito, ricordiamo che il termine per il recepimento da parte delle Regioni ordinarie è scaduto lo scorso 18 aprile 2017.
L'Abruzzo diventa dunque l'ottava Regione ad avere recepito l'intesa dopo Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia, Veneto e Piemonte.
In virtù del recepimento, sono approvati i seguenti allegati:
I comuni abruzzesi dovranno, entro centottanta giorni dalla pubblicazione della presente deliberazione, adeguare i propri regolamenti edilizi allo Schema di regolamento tipo ed ai relativi allegati, in quanto prescrittivi.
Ai sensi dell'articolo 2, comma 3, dell'Intesa, ove i Comuni non provvedano nei centottanta giorni dalla pubblicazione della presente deliberazione le definizioni uniformi e le disposizioni sovraordinate in materia edilizia trovano diretta applicazione, prevalendo sulle disposizioni comunali con esse incompatibili.
In ultimo, la Regione informa che in considerazione della straordinaria situazione venutasi a creare a seguito degli eventi sismici che hanno colpito il centro Italia nel 2016 e nel 2017, per i comuni della Regione cd. terremotati e individuati all'Allegato 1 del decreto legge 189/2016, nonché nelle successive integrazioni, i termini per l'adeguamento decorreranno dalla cessazione dello stato di emergenza.
Ricordiamo in primis che le 42 definizioni uniformi (contenute nell'Allegato A al regolamento), trattano in pratica tutte quelle comuni, dalla “superficie netta alla “superficie utile”, dal “soppalco” alla “sagoma”, oppure anche solo “l’altezza dell'edificio”.
L’'Allegato B elenca invece 118 norme statali che hanno un impatto sull'edilizia: nel nuovo regolamento comunale, in ogni caso, qualsiasi norma statale viene richiamata esclusivamente attraverso il rinvio all'Allegato B. Il regolamento edilizio tipo si articola pertanto in due parti:
Tra i principi generali, sono compresi la definizione dei parametri urbanistici ed edilizi, la definizione degli interventi edilizi e delle destinazioni d’uso, le procedure da seguire per ottenere e depositare i titoli abilitativi, la modulistica unificata completa di elaborati da allegare, i requisiti generali delle opere edilizie, cioè limiti di altezza, densità e distanze tra edifici, le regole per gli immobili vincolati.
Le disposizioni regolamentari comunali contengono invece le procedure interne, le norme su qualità, sostenibilità e requisiti tecnici complementari. In ogni caso, gli da perseguire riguardano semplificazione, igiene pubblica, estetica, incremento della sostenibilità ambientale, superamento delle barriere architettoniche e riqualificazione urbana.
Le Regioni avevano 180 giorni (termine massimo, scadenza 18 aprile 2017) per adeguarsi al regolamento: in caso di recepimento, il comune è a sua volta obbligato ad adottarlo entro i successivi 180 giorni. In assenza di recepimento ufficiale, scaduti i 180 giorni, le definizioni uniformi e le norme sovraordinate (statali e regionali) “trovano diretta applicazione”.
Se invece le regioni non si adeguano entro la scadenza - ma non sono previste sanzioni - il comune può recepire il regolamento ma non è obbligato a farlo. E, in ogni caso, Il recepimento delle definizioni uniformi non comporta la modifica degli strumenti urbanistici vigenti, che continuano ad essere regolate dal piano comunale vigente.
Le Regioni che hanno recepito l'Intesa al giugno del 2017 sono: Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Puglia, Veneto e Piemonte (quest'ultima in attesa di pubblicazione).
Segnaliamo, in merito, l'aggiornamento al 7 dicembre del Dossier ANCE dedicato, ricordando che in alcune regioni che si erano già adeguate (Campania, Lazio e Liguria e adesso anche Abruzzo) i termini per l'adeguamento comunale sono scaduti.
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