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Spuntano ormai come funghi su Youtube video di case stampate in 3D: fakenews o real news?

Un commento di Enrico Dini sulle tante proposte di case stampate in 3D

L’ultimo è bellissimo, si parte con il problema: 1 miliardo di disperati senza casa aspetta una risposta.  Eccola! La tecnologia è miracolosa: un braccio robotico armato di ugello estrusore deposita sicuro una striscia di malta seguendo precise traiettorie. Finito il percorso, si alza di un passo e ripete il processo, sovrapponendo una nuova striscia sopra la precedente, infallibile.

(LINK: Stampa 3D: con 4.000 dollari e sole 24 ore si costruisce una casa, forse ... )

Sono delle clip di grande impatto emozionale  dal sentore di ‘magnifiche sorti e progressive’.

Tutto suona molto rassicurante e efficiente: riprese accelerate con la GoPro, alternate a spot sequenza che mostrano giovani ingegneri e architetti sorridenti, determinati e fichissimi, seguiti da esperti anziani ingegneri che seri e rassicuranti scrutano il processo di stampa . 

Nel campo appaiono a tratti schiere di esperti carpentieri , armati di caschetto giallo e gilet fosforescenti che , nelle immagini accelerate alla Ridolini, fanno un sacco di cose accessorie , semplici e irrilevanti : preparano le fondazioni, mettono ferri, architravi, entrano, escono, montano il tetto,  montano gli impianti idraulici, elettrici. 

24 ore e  et voila’ : la casa stampata in 3D e’ fatta e finita a soli 10.000 dollari. 

Missione Compiuta.

Noi siamo innovazione , velocità,  tecnologia , passione visione , destino , futuro ... . 

Noi siamo i giovani, l’esercito del 3D. 

Venite con noi ( In America) !  

Fine dello spot fichissimo.

 

Arrivo. Anzi, seguitemi mi viene da dire che questi ragazzi sono tutti figli miei.

Ed è per questo che da padre della stampa 3D a scala di architettura, mi viene da dire qualcosa di critico rispetto a quello che vedo.

E credo di potermi permettere di parlare anche con accento ironico visto che da 15 anni dedico la mia vita a questo argomento e so benissimo di che cosa si sta parlando.

Per carità lungi da me di raffreddare l’entusiasmo per queste imprese, ma quando mi imbatto in esagerazioni e mistificazioni, sulla mia indole  di inventore visionario prevale quella di ingegnere e scienziato.

Non è stampa 3D, al massimo 2,5D

Sgombriamo il campo dall’ipocrisia : quello che si vede in quei filmati,  non è un processo di stampa in 3D di una casa , ma il plottaggio in 2D e mezzo di muri perimetrali di Malta cementizia. 

Le fondazioni non sono stampate in 3D. E che dire dei solai, delle scale, del tetto, dei balconi, degli spazi tecnici per gli impianti? Non c’è nulla di tutto questo stampato in 3D.

Inoltre c’è qualche cosa c’è che non quadra: ad un occhio attento, infatti, non sfugge il fatto che i piani sequenza del video in realtà non sono tali e che il montaggio è operato con l’abilità di chi vuole nascondere qualcosa di spiacevole la vista. Le fasi più veloci durano uno strato al massimo;  vengono sistematicamente tagliate via le interruzioni, le imperfezioni, i fermi macchina, e minimizzate tutte le fasi di lavoro manuale. 

Io so bene il perchè : nella realtà il processo è assai più critico di quanto non venga dato a vedere. Avremo modo di riparlarne. 

Plotter, non stampante

Comunque , la stampante 3D in realtà strombazzata sul Web è un plotter 2D e mezzo che stampa muri o pilastri. 

Chiamiamo le cose con loro nome per favore.

Il Plotter e’ un dispositivo che muove una penna nello spazio secondo una traiettoria prestabilita. 

Nello specifico quello e’ un Plotter di Malta. 

Ma, concordo che dire ‘2.5 Mortar Plotter’ non suonerebbe tanto fico quanto ‘3D Concrete Printer’.

Oltretutto suonerebbe un tantino obsoleto e non futuribile: chi ha più memoria dei Plotter a pennini che negli anni ‘80 dotavano gli studi tecnici più ricchi? 

Un bel giorno apparve la stampa digitale rasterizzata dotata non di un pennino, ma di decine di aghi e poi centinaia di ugelli in grado di stampare in pochi secondi testi e immagini che un plotter avrebbe impiegato minuti, se non ore per fare molto peggio.

Con l’avvento della stampa digitale la  tecnologia a plotter fu spazzata via perché non c’era partita.

D-SHAPE, la stampa 3D degli edifici

D-SHAPEEcco perché tutte queste nuove società si affrettano a mettere il bollino stampa 3D su ciò che non lo è : perché sono tutti consapevoli che questa tecnologia nasce obsoleta,  destinata ad essere soppiantata presto o tardi dai veri sistemi di stampa digitale quale,  ad esempio , il mio D-Shape , che detiene tuttora il primato della prima struttura in conglomerato realizzata veramente in 3D ( 2008 - The Radiolaria by Andrea Morgante) e la prima ‘casina’ realizzata su disegno di Marco Ferreri per conto del Triennale Museo ( 2010 - LaCasaTuttaDiUnPezzo).

Il ‘3D Printed Office’ di Dubai? Stessa solfa : e’ un 2.5 Plotted Office costato 140.000 dollari di plottaggio e 4 milioni di finiture ( parole del direttore che sono andato a trovare).

Stampa digitale attiene a un concetto ben preciso : quella di una matrice di punti equidistanziati sul piano che possono essere bianchi o neri a formare una Bitmap. 

E’ la macchina che deposita inchiostro , o un altro materiale sul piano , è assai più stupida di un plotter che deve impostare delle traiettorie pianificate ( Il GCode) ; deve soltanto mandare stringhe di ‘uno’ e di ‘zero’ a micro ugelli , del tutto inconsapevoli di quello che stanno facendo fino all’istante in cui lo fanno : aprirsi o starsene chiusi. 

Minore la dimensione della gocciolina d’inchiostro ( Dot) che si possono stampare su una unita di lunghezza ( L’Inch)  maggiore è la definizione delle immagini che si possono ottenere; minore è la velocità con cui il foglio avanza sotto la testa migliore è la risoluzione di stampa.

Questa e’ la stampa 2D.

Nel momento in cui la suddetta matrice sul piano acquista un certo spessore diventa uno strato. E i pixel diventano voxels

Questa e’ la stampa 3D.

Definiamo dunque che cos’è la vera stampa 3D a scala di architettura

Stampare in 3D Significa materializzare un punto materiale nello spazio chiamato Voxel.

Il Voxel può essere di malta cementizia, di calcestruzzo,  di acciaio , di legno , di gomma , di argilla espansa , di marzapane o polistirolo , o qualunque altro materiale possa venirci in mente.

L’unico problema che affligge il povero Voxel dall’essere messo lì dove una macchina controllo numerico vorrebbe che stesse e’ la Forza di Gravità.

Se non ci fosse la Gravità potremmo realizzare una stampante da quinto elemento , ma siccome siamo sulla Terra e dobbiamo inventarci un sistema che tenga su quel Voxel.

In edilizia quel sistema si chiama cassero.

Se non c’è un cassero non si può fare un orizzonte a meno che non si realizzi un trullo che e’ l’unica struttura pseudo voltata realizzabile con i punti materiale singoli senza cassero: punti materiali che in Puglia chiamano  ‘Chianche’.

Forse chiamare quella macchina Truller non sarebbe male.

Nel mio metodo D-Shape è la sabbia o il brecciolino non aggregato che va da cassero, ma nulla vieta di congelare i punti di cemento nello spazio in qualche altro modo, che so cera o altri tipi di bagno.

Certo occorre poi pagare pegno, cioe’ ‘smontare’ il cassero, il che nel mio caso equivale ad aspirare via decine o centinaia di metri cubi di aggregati non legati, ma il risultato che si ottiene e’ davvero notevole.

Spero presto di mostrare al Mondo una palazzina a due piani di 200 m quadri veramente, autenticamente stampata in 3D, comprendendo le fondazioni, le scale, i solai, le partizione interne, le tracce per i cavi e per le tubazioni, il tetto e i fregi architettonici: tutto.

Quando accadrà forse il mondo capirà che cos’è la vera stampa in 3D degli edifici.