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Caro Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, siamo preoccupati

Lettera aperta al neo ministro Danilo Toninelli, nuovo referente del Ministero delle Infrastrutture.

 

Lettera aperta al neo ministro Danilo Toninelli, nuovo referente del Ministero delle Infrastrutture.

 

Signor Ministro,

apprendiamo dal prof. Conte che domani giurerà per svolgere il delicato compito di assumere la responsabilità di Ministro dei LLPP e Infrastrutture.

E non possiamo che manifestarle la nostra preoccupazione.

 

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Innanzitutto per quanto riguarda il suo curriculum. Da Wikipedia apprendiamo che ha 44 anni, si è laureato in Giurisprudenza, ha fatto l’ufficiale di complemento nei Carabinieri, e prima di essere eletto deputato è stato impiegato per una compagnia assicurativa.

Sempre dalla stessa fonte apprendiamo che nella precedente legislatura, si è distinto per aver depositato una proposta di legge costituzionale in merito all'abolizione delle province a sua firma, n occasione del "Decreto Scuola", il 22 ottobre 2013 ha presenta un emendamento (poi approvato) che introduce il plurilinguismo nelle scuole dell'infanzia a partire dall'anno scolastico 2014/2015, e il 4 ottobre 2013 ha depositato, come primo firmatario, una proposta di legge elettorale.

Dal sito della Camera vediamo anche che è stato vicePresindente della I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI). 

Sempre dal sito della Camera vediamo che ha fatto 709 interventi:  vediamo infatti che ha fatto un interpello con risposta scritta in merito al rimborso delle spese a seguito dell’Alluvione in Emilia Romagna, e soprattutto, rileviamo l’interpello con risposta scritta sul tema del “ progetto dell'autostrada Tirreno-Brennero” in cui si sottolinea che “ci si trova in questo caso di fronte a un'opera evidentemente diseconomica” e che vi fosse “Uno studio commissionato dalla stessa Ti-Bre S.r.l., società che coordina i progetti sul collegamento in questione, alla società Eidos,” che aveva dimostrato che “l'investimento sullo stesso tratto su rotaie consentirebbe un notevole risparmio di risorse. Questo nuovo percorso, già individuato, collegherebbe infatti Parma a Mantova e Verona per un costo di 80 milioni di euro contro i 700 del tratto previsto precedentemente, con un risparmio di 25 chilometri”. Meno di quelli dedicati al tema della canapa per uso terapeutico, e molti meno di quelli dedicati alla legge elettorale.

Su Google inserendo le parole chiave Danilo Toninelli Infrastrutture nelle prime 10 pagine non troviamo nessuna notizia.

Può ben capire signor Ministro la nostra preoccupazione.

 

E la nostra preoccupazione Signor Ministro è accentuata dalla conoscenza del Global Infrastructure Outlook del 2017, che riguarda 50 nazioni e 7 settori industriali e che evidenzia come l’Italia abbia oltre 10 miliardi di Gap all'anno per l'Italia.

 

Il rapporto stima la necessità mondiale di investimenti in infrastrutture in 97mila miliardi di dollari da qui al 2040, a cui si aggiungono 3,5 miliardi per il piano ONU su acqua ed energia elettrica. Una necessità di investimenti sostenuta dalla crescita di popolazione, che dovrebbe toccare i due miliardi per lo stesso periodo, e da un più 46% della popolazione urbana. In Italia il report evidenzia una spesa prevista di 1.200 miliardi di dollari, contro una necessità di 1.600 miliardi, con un gap di 373 miliardi di dollari. Diviso 20 anni, si parla di 18 miliardi, la metà di quanto ci costa la carenza infrastrutturale. Nel 2017 erano stati previsti 12 miliardi per infrastrutture sull’energia, 8,2 miliardi per Telecomunicazioni, 472 milioni per trasporto aereo, 1,3 miliardi per i porti, 9 miliardi in ferrovie, 11 miliardi in strade e 3,1 miliardi per il settore idrico. Guardando alle esigenze i gap maggiori li abbiamo su energia (meno 1 miliardo), trasporto aereo (meno 400 milioni), porti (meno 2 miliardi) e ferrovie (meno 7 miliardi). Sul  2040 sono sempre porti e ferrovie a marcare il Gap più alto (10 miliardi solo le ferrovie). Al di là del peso delle lobby industriali e politiche appare chiaro che la carenza di infrastrutture la si abbia su porti e ferrovie, quindi su logistica e trasporto organizzato.

Se si fa un confronto con le due corazzate vicine, Germania e Francia, è possibile vedere come queste stiano investendo decisamente di più: Germania 53 miliardi di dollari nel 2017, Francia 63 miliardi e soprattutto in linea con il Gap: la Francia ha un GAP di 250 milioni, la Germania di 20 milioni (l’Italia di 10 miliardi).E anche rispetto alla Spagna (- 1,4 miliardi) il GAP è molto diverso, anche se in questo momento investiamo di più.

 

Il rapporto, come vede, sottolinea due forti carenze, la prima sulle ferrovie. Siamo molto preoccupati quindi il vedere a capo del Ministero delle Infrastrutture il rappresentante di un Movimento Politico che sostiene che il corridoio V Lisbona - Kiev, ossia che congiunge uno dei più grandi porti del mondo alla Capitale dell’Ucraina attraversando mezza Europa debba fermarsi al confine con la Francia … e forse riprendere dopo Trieste. Peraltro abbiamo visto la stessa posizione sul cosiddetto terzo valico, che congiunge Genova e Milano. E questo ci preoccupa perchè il rapporto di cui sopra parla dell’importanza dei porti, ma sappiamo che uno dei principali problemi del porto di Genova è proprio il livello dei collegamenti con il resto dell’Europa. E ci pare che siate contrari anche alla linea AV tra Bari e Napoli. E siamo molto preoccupati ne vedere che il Movimento da cui proviene non ha messo neanche un punto del proprio programma sul tema delle infrastrutture, se non il principio del zero consumo di suolo. 

Vieni da chiedersi, di cosa si occuperà quindi Ministro, solo di manutenzione (seppur importante) e l’obiettivo sarà quello di far diventare il MIT un ministero senza portafoglio ?

 

Siamo anche preoccupati per un altro tema: la digitalizzazione delle costruzioni. Il recente testo unico degli appalti ha introdotto il tema del BIM e della Digitalizzazione con una road map molto precisa, che richiederà innanzitutto un aggiornamento della PA diffuso e radicale. Non solo, la digitalizzazione sta cambiando non solo il modo di costruire, ma l’idea stessa di edifici e di città. L’evoluzione policentrica delle città (che ha ben trattato il prof. Karrer di recente su INGENIO), la diffusione della rete AV, la smaterializzazione di molti lavori, ci porterà a dover ripensare le città in una logica che non può essere fatta a consumo zero del suolo. I nuovi quartieri non potranno essere tutti realizzati nei luoghi delle ex fabbriche, per molti motivi, a cominciare dalla necessità di rispettare criteri urbanistici fatti per il cittadino. Come ci insegnano gli anglosassoni il tema reale di questo secolo è il BUILT ENVIRONMENT, e per affrontarlo occorre davvero una grande cultura economica, tecnica e sociale.

 

Sono temi delicati, in cui la preoccupazione nostra è la sua inesperienza su questi temi. Certo chi l’ha preceduta aveva lo stesso problema, essendo un medico, e di fatto i risultati non sono stati quelli che avremmo voluto.

 

Inesperienza che potrebbe pesare anche sul tema della messa in sicurezza del territorio. Il precedente governo ha affrontato il problema nel modo che meno noi abbiamo apprezzato, la costituzione di organi nuovi, terzi, guidati spesso da giornalisti o figure non del settore per affrontare il problema del dissesto idrogeologico, della sicurezza sismica … soldi spesi, tanti proclami, ma risultati davvero minimi. E soprattutto una duplicazione visto che l’Italia ha in seno al Ministero gli organi e le competenze che potrebbero gestire al meglio queste problematiche se solo gli venissero date le risorse necessarie (il nostro popolo è ancora indignato per i 70.000 euro riconosciuti a un regista scenico per aver scritto un box sul rapporto di casa Italia). Vede, in questi giorni ho visitato splendide basiliche nelle Marche e in Umbria, e sono molto preoccupato che possano fare la fine di San Benedetto di Norcia, che non era stata rinforzata per il sisma perchè era un bene "vincolato" ...

 

Ecco signor Ministro perchè siamo preoccupati, perchè la nomina di un NON ESPERTO in infrastrutture a Ministro delle INFRASTRUTTURE sa tanto, ma davvero tanto, di spartizione delle poltrone stile prima e seconda repubblica.

Ma abbiamo una speranza: che possa stupirci facendo leva su qualità non tecniche ma umane, che le possano permettere di far prevalere l’interesse per lo sviluppo del Paese - di cui le infrastrutture sono elemento essenziali e strategico - sulle dichiarazioni e proclami di persone che mai hanno approfondito in modo serio un argomento tanto delicato. Ecco perchè sarà importante la scelta dei collaboratori.

Quindi Signor Ministro voglio darle fiducia. Per il momento le assegnerò un 10.

Spero che fra un anno lo abbia mantenuto in modo da poter raccogliere il nostro umile plauso. Sono personalmente convito che spesso faccia più il buon senso che un titolo accademico.

 

Andrea Dari

Ingegnere, Editore di INGENIO