Equo compenso per davvero: sulla falsariga del provvedimento approvato dalla Regione Calabria, la Rete delle Professioni Tecniche ha elaborato una proposta di legge da inserire auspicabilmente nella Legge di Bilancio 2019. Ecco quale
L'equo compenso per davvero. Ecco cosa vogliono, da subito, sia CNI che RPT. Tutto è nato dalla legge regionale 3 agosto 2018 n.25, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria 6 agosto 2018 n.83, “Norme in materia di tutela delle prestazioni professionali per attività espletate per conto dei committenti privati e di contrasto all’evasione fiscale”, che peraltro abbiamo già ampiamente approfondito su Ingenio.
Da qui, a cascata, il CNI ha preso in mano la palla e la RPT ha realizzato una vera e propria proposta di emendamento, da presentare in sede di discussione alla Legge di Bilancio 2019.
Nella circolare n.292 del 3 ottobre 2018, in primis, il CNI precisa che la legge della Calabria, presentata inizialmente come "legge sull'equo compenso", si tratta - più precisamente - "di una disciplina volta a garantire che le prestazioni professionali - per conto dei privati cittadini e delle imprese - vengano correttamente saldate”.
“Tramite questo innovativo provvedimento, la Regione Calabria – sottolinea il CNI - ha inteso introdurre a livello normativo una misura volta a promuovere, seppure indirettamente, l’applicazione del principio dell’equo compenso a favore dei professionisti (così come sancito dall’art.19-quaterdecies del decreto-legge n.148/2017, come convertito dalla legge n.172/2017, su cui v. la circolare CNI n.241/2018), tema da sempre portato avanti dal Consiglio Nazionale a livello politico. Anche se la concreta tecnica di redazione seguita, sul piano strettamente giuridico, potrebbe prestarsi a qualche considerazione critica, si tratta indubbiamente di un preciso segnale rivolto al Legislatore nazionale, circa la necessità di rafforzare la tutela dei liberi-professionisti e di completare rapidamente l’attuazione del principio dell’equo compenso (anche nei confronti della Pubblica Amministrazione), introdotto nel 2017.”
Segnaliamo i principali paletti della proposta di legge elaborata dalla Rete delle Professioni tecniche sull'equo compenso, rimandando alla lettura del documento integrale disponibile in allegato per un approfondimento completo:
La legge della Regione Calabria specifica che, per ottenere l'autorizzazione edilizia, occorre presentare un documento che attesti il pagamento delle spettanze da parte del committente. In mancanza di questo documento, l'iter amministrativo non può andare avanti.
L'amministrazione, al momento del rilascio dell'atto autorizzativo o della ricezione di istanze ad intervento diretto, acquisisce pertanto la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà del professionista o dei professionisti sottoscrittori degli elaborati progettuali, attestante il pagamento delle correlate spettanze da parte del committente. Senza tale dichiarazione l'iter amministrativo non si può completare fino all'avvenuta integrazione. La documentazione è richiesta dagli uffici interessati dall'iter attivato.
Di fatto, analizza il CNI, tale provvedimento si propone (art.1) di tutelare le prestazioni professionali rese sulla base di istanze presentate alla Pubblica Amministrazione per conto dei privati cittadini o delle imprese, salvaguardando il lavoro svolto dai professionisti e nello stesso tempo contrastando il fenomeno dell’evasione fiscale.
Scopo della normativa regionale, in sostanza, è quello di subordinare la conclusione della procedura autorizzativa alla prova dell’avvenuto pagamento del professionista che ha redatto gli elaborati tecnici alla base della istanza indirizzata alla Pubblica Amministrazione.
Su di un altro versante, quello successivo del “rilascio dell’atto autorizzativo o della ricezione dell’istanza” proveniente dal privato, è fatto obbligo all’Amministrazione di ottenere l’autocertificazione (“dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà”) del professionista che dichiari l’avvenuto pagamento degli onorari stabiliti da parte del committente.
La mancata esibizione della documentazione, secondo le forme richieste, può inficiare la procedura amministrativa posta in essere, impedendo il completamento dell’iter amministrativo fino all’avvenuta integrazione. Addirittura, il modello (“Allegato A”) allegato alla legge regionale n.25/2018 prescrive l’indicazione degli estremi della fattura saldata al professionista.
LA LEGGE 25/2018 DELLA REGIONE CALABRIA E LA PROPOSTA DI EMENDAMENTO INTEGRALE SONO DISPONIBILI IN FORMATO PDF
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