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AND Studio “La corte” otto abitazioni a Bientina (PI)

Per l’ampliamento di un fabbricato rurale and Studio ha immaginato un’unica superficie che riveste l’intero involucro, da parete diventa copertura, senza modificare nulla del suo aspetto estetico e materico. Un edificio composto da un unico materiale il mattone utilizzato con colori sabbia a guisa di un materiale crudo.

Vista di insieme
 

Mantenendo la scala danese, per quanto riguarda la superficie orizzontale, e accentuando invece le dimensioni verticali del rilievo, si ottiene un “paesaggio collinare, a misura d’uomo come quello della Toscana o del Monferrato”, scrive Christian Norberg- Schulz in Genius Loci. Entro questa cornice, la piacevolezza del paesaggio rurale e naturale della collina pisana affida ai progettisti il desiderio di un intervento rispettoso, improntato a principi di continuità con il paesaggio e di inserimenti armoniosi con il contesto. Continuità potrebbe proprio considerarsi la parola chiave, in quanto comune denominatore dell’intervento sia alla scala urbana, sia a quella del dettaglio costruttivo. L’area si dona agli architetti con una copiosa dotazione di panorama e di vegetazione, assieme a un edificio isolato di fattura rurale in muratura mista, di mattoni e pietra, in cui i colori della terra e delle materie prime rese disponibili dal suolo dominano cromaticamente la scena.

Pianta del piano terra, del primo e della copertura


Il progetto allinea i propri muri e le altezze alla preesistenza, e per gli affacci sceglie le tonalità chiare del mattone, a richiamare i colori delle sabbie locali, per accostarsi con analoga sensibilità ai materiali e agli elementi costruttivi dell’architettura di riferimento.

I progettisti riescono nell’intento, plasmando le costruzioni, disponendole attorno a uno spazio aperto comune, a ottenere un borgo su corti: una principale di forma pressoché quadrata, seguita da una seconda di forma più allungata e irregolare. Entrambe risultano chiuse dal costruito su tre lati, mentre il quarto è paesaggio, come in alcune celebri piazze italiane, quale per esempio quella dell’Unità a Trieste.
L’assenza di fronzoli, di effetti chiaroscurali fra tetto e parete, il nascondimento di elementi tecnici quali quelli per la raccolta delle acque meteoriche, riconducono i volumi abitativi a forme basiche, come blocchi d’argilla chiara, sbozzati e lavorati dall’artigiano. Quinto affaccio del costruito, il tetto partecipa in questo modo alla strategia complessiva adottata per la trasformazione del paesaggio, concedendo anche in questa occasione la possibilità di parlare di roofscape, per analogia a landscape.

La continuità d’allineamenti del progetto, rispetto alla preesistenza


Per le otto abitazioni nel pisano, And Studio propone un «faccia a vista» in elementi laterizi, mattoni e listelli, esteso sino alla copertura, a definirne il manto. Si tratta in questo caso di una soluzione di parete applicata al tetto, anziché del contrario, come avviene in numerosi esempi olandesi recenti, in cui è la tegola a discendere verticalmente verso terra. In parallelo a una continuità concettuale e visiva, il progetto offre due soluzioni tecniche differenti. Il «faccia a vista» a completamento della stratigrafia muraria sembra applicato «a secco»; vi sono in effetti aggrappaggi metallici di tenuta, a sostegno dello strato di finitura esterno, alle spalle del quale si trova la camera d’aria per la ventilazione verticale, ma all’intradosso della cortina in mattoni è stesa malta cementizia, come usuale.
A completamento della stratigrafia di copertura, il «faccia a vista» è invece applicato mediante leganti al manto impermeabile ad alte prestazioni prescelto, prodotto espressamente per tali modalità di posa. Ne deriva una tipologia di tetto caldo, con assenza di ventilazione.