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Impiego di geosintetici come contenimento secondario in serbatoi di idrocarburi

Negli ultimi anni, i geosintetici (e in particolare le geomembrane) sono stati spesso utilizzati in sistemi di sicurezza per il contenimento secondario in serbatoi di idrocarburi, con funzione di barriera. Il contenimento secondario potrebbe essere definito come un mezzo per circondare, permanentemente o temporaneamente, uno o più contenitori primari o un mezzo per contenere eventuali fuoriuscite di materiale pericoloso, in caso di perdita di integrità o rottura del contenitore. Esempi di materiali pericolosi sono apparecchiature contenenti olio, prodotti chimici e rifiuti pericolosi. Così, quando si sceglie il tipo di geomembrana da usare come contenimento secondario, la compatibilità con il tipo di materiale o di rifiuti da contenere è uno degli aspetti più importanti da considerare. Il Laboratorio Geosintetici e Geotecnica per la difesa del territorio di CESI SpA a Milano ha effettuato una serie di attività sperimentali per studiare il comportamento, in presenza di gasolio, di diversi tipi di geomembrane solitamente applicate con funzione di barriera. Prove di laboratorio sono state effettuate su campioni vergini e sui diversi campioni rispettivamente dopo uno, due, quattro e otto mesi di contatto con il gasolio, allo scopo di determinare le proprietà chimico-fisiche, meccaniche ed idrauliche dei diversi tipi di geomembrane e la loro evoluzione nel tempo. I risultati delle prove hanno permesso di stabilire alcune conclusioni preliminari sul comportamento a lungo termine dei diversi tipi di geomembrana a contatto diretto con il gasolio.


 

Daniele Cazzuffi

Ingegnere - Responsabile tecnico attività “Geosintetici e geotecnica ambientale” CESI SpA

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