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Inaugurata la nuova sede di Progetto CMR: architettura sostenibile e anima rock

A Milano, in via Russoli, Progetto CMR ha inaugurato il nuovo quartier generale: ecco i nuovi spazi all'insegna dell'architettura sostenibile

Il nuovo quartier generale di via Russoli 6 celebra i 25 anni di attività di Progetto CMR ed è progettato secondo i più innovativi principi dello smart working e della sostenibilità ambientale  

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Per festeggiare le nozze d’argento si è regalata una nuova sede: sostenibile e dall’anima rock. Il nuovo quartier generale di Progetto Cmr, la società fondata a Milano dall’architetto Massimo Roy, è stata inaugurata lo scorso 25 settembre e riunisce, in un unico luogo, il know-how nel settore dello space planning. Specialmente riguardo al concetto di smart working, alle buone pratiche di sostenibilità, con arredi e prodotti di design che da sempre sono i tratti distintivi dei progetti firmati della società. La nuova sede, di via Russoli 6, si trova in una zona in forte fermento culturale, in un’ex area industriale che ha subito una totale riqualificazione a livello strutturale e impiantistico.

Dentro la nuova sede di Progetto CMR: il VIDEO RACCONTO dell'inaugurazione e l'intervista a Massimo Roj

La Casa Italiana dell'Architettura

«Siamo arrivati in una zona in piena evoluzione che necessita di un processo di rigenerazione urbana  – ha spiegato Massimo Roj, amministratore delegato di Progetto Cmr – a cui noi abbiamo contribuito già quasi tre anni fa con il progetto The Sign, che conta tre edifici in fase di completamento. Venendo in cantiere abbiamo visto un edificio abbandonato, sede di una vecchia società manifatturiera e abbiamo deciso che potesse essere la nostra nuova casa.

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L'edificio è stato completamente sventrato, abbiamo tenuto solo le strutture in cemento armato e lo abbiamo rifatto in sette mesi di lavoro. Allo stesso tempo condensa anni di ricerca e di studio: abbiamo fortemente voluto un luogo che ci rappresentasse e potesse raccontare con immediatezza il nostro modo di lavorare e il nostro pensiero professionale. Ora siamo orgogliosi di inaugurare quindi non solo la nostra nuova casa, ma la Casa Italiana dell’Architettura, un polo che vogliamo mettere a disposizione del quartiere e di altre realtà connesse con i nostri princìpi e attività, in un’ottica di maggiore condivisione e scambio con il tessuto urbano. Tutto ciò che è all’interno lo abbiamo progettato noi, quindi una sorta di grande show-room delle nostre idee. Da fuori è un edificio moderno, contemporaneo, con contenutissimi costi di gestione, senza nessuna emissione dannosa, produciamo energia con fonti rinnovabili e quindi è una vera casa verde per la nostra nuova vita futura».

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Smart working e anima rock

La struttura si compone di tre piani fuori terra e uno interrato con una canteen al piano terra; sale riunioni e un’Academy dedicata alla formazione al piano interrato.

Qui c’è anche la Library, una sala dominata da un ampio tavolo e alle pareti i materiali edili, una ricca emeroteca e i dettagli dei più importanti progetti realizzati dalla società. Al centro del progetto c’è il concetto di smart working: ogni spazio è progettato per mutare in funzione degli obiettivi di lavoro anche se i sei semipiani sono pensati per ospitare funzioni e attività diverse. Esempio di questa flessibilità ricercata sono le postazioni di lavoro ad altezza regolabile che permettono riunioni in piedi o seduti; le postazioni touch down presenti a tutti i semipiani; le sedute privè insonorizzate e aree di lavoro all’esterno, in un continuo ibridarsi di spazi formali e informali per favorire comfort, dinamismo e creatività a seconda delle esigenze dei professionisti.

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Per questo motivo, abbondano i locker per lasciare i propri effetti personali e potersi muovere liberamente all’interno della struttura. La zona Academy al piano interrato, con una capienza di 60 persone, è stata pensata infatti per la formazione sia interna che esterna e potrà essere messa a disposizione di clienti o terzi, per eventi e collaborazioni.

C’è un filo rosso che lega gli spazi della nuova sede: la passione per la musica rock. In ogni semipiano, infatti, emergono dalle pareti i protagonisti di questo genere musicale, stilizzati dall’artista Sergio D’Antonio. Alle principali band sono anche dedicate le sale riunioni del piano interrato, mentre quelle dei piani fuoriterra prendono il nome di grandi architetti. Un connubio tra rock e architettura che, tra l’altro, anticipa il nuovo libro di Massimo Roj che presto arriverà in libreria.

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L'impronta sostenibile 

Il quartier generale è progettato per ottenere la certificazione sulla piattaforma LEED.

La nuova sede infatti ha una forte impronta sostenibile. Un'attenzione all'ambiente che si ritrova espressa in tanti aspetti, ad esempio l’estensione della vita utile delle strutture attraverso il riuso di un edificio esistente in stato di abbandono; la riduzione delle emissioni di 110 tonnellate di CO2 l'anno (la stessa quantità assorbita in un anno da circa 3200 alberi ad alto fusto); l’annullamento delle emissioni di CO, CO2 e NOx in sito; la riduzione dei consumi d’acqua (stimati in circa 500 m3 l’anno ovvero un milione di bottiglie da mezzo litro di acqua); la gestione intelligente degli impianti di ventilazione e condizionamento dell'aria e degli accessi; l’illuminazione naturale degli spazi e la gestione attraverso sensori di illuminamento della luce artificiale; la riduzione dei fabbisogni energetici attraverso l'integrazione di soluzioni passive (isolamento, vetri ad alte prestazioni, schermature solari); l’installazione di una postazione per la ricarica dei veicoli elettrici e la generazione in sede di energia elettrica da fonte rinnovabile attraverso l'installazione di pannelli fotovoltaici. Senza considerare la promozione della biodiversità con la piantumazione di piante aromatiche native, alberi da frutto e l’aumento della permeabilità delle superfici esterne con la realizzazione di un prato armato in luogo dell'asfalto.