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Smart Forest City: a Cancun la nuova città foresta intelligente firmata Stefano Boeri Architetti

L’insediamento urbano, di 557 ettari (poco più grande di tutta la superficie occupata da Central Park) sarà autosufficiente dal punto di vista energetico e ospiterà 130 mila abitanti.

Stefano Boeri Architetti firma, per Grupo Karim’s, il progetto di una nuova Città Foresta in Messico.

L’insediamento urbano sorgerà su un’area di 557 ettari (poco più grande di tutta la superficie occupata da Central Park) sarà autosufficiente dal punto di vista energetico e ospiterà 130 mila abitanti.

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Credit The Big Picture

Forest City: la natura entra nella città

Parchi, tetti giardino, facciate verdi su edifici costruiti con diverse altezze per agevolare la ventilazione naturale, canali d’acqua navigabili, pannelli fotovoltaici e una torre di desalinizzazione: sono alcuni degli elementi che caratterizzano il progetto della prima Città Foresta messicana. 

La Smart Forest City di Boeri restituirà al verde un’enorme porzione di terreno su cui sarebbe dovuto sorgere un centro commerciale poco distante dalla città messicana sulla penisola dello Yucatán.

Il progetto prevede un’equivalenza perfetta tra le superfici vegetali e quelle costruite: 400 ettari sono destinati al verde con oltre sette milioni e mezzo di piante appartenenti a specie diverse, tra cui 260mila alberi, arbusti e cespugli. Una forte impronta verde che consentirà l’assorbimento di circa 116.000 tonnellate all’anno di anidride carbonica.

«Il concept è stato sviluppato nell’arco di sei mesi e abbiamo lavorato in cordata con altri consulenti - ha spiegato l’architetto Francesca Cesa Bianchi, partner e project Director che ha curato i dettagli della Città Foresta insieme all’archietto Stefano Boeri - al momento è al vaglio del Governo messicano che ne è rimasto fin da subito entusiasta, per cui aspettiamo l’approvazione per cominciare a sviluppare la fase esecutiva».
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Credit Courtesy of Stefano Boeri Architetti

Smart Forest City, una «Silicon Valley» messicana  

L’insediamento urbano di nuova generazione sarà una “città aperta” e internazionale ispirata ai valori dell’innovazione tecnologica e della qualità ambientale. 

«Il cliente immagina l’insediamento un po’ come una Silicon Valley messicana, quindi con Università e Centri di ricerca che siano in grado di attirare professori e ricercatori da tutto il mondo - ha continuato l’architetto Cesa Bianchi - trattandosi di una città di nuova fondazione, può essere considerata anche un luogo dove testare direttamente le nuove tecnologie». 

L’acqua, l’elemento dominante della Città Foresta

Il polo urbano sarà anche eco-friendly: grazie al contributo dello studio tedesco Transsolar, è stato pensato come un insediamento autosufficiente dal punto di vista energetico. 

Un anello perimetrale di pannelli fotovoltaici e un canale d’acqua collegato con un impianto situato sotto al mare permetteranno di alimentare la città in modo sostenibile e di sviluppare un’economia circolare. L’acqua, prima di essere distribuita in un sistema di canali anche navigabili, sarà raccolta in una grande darsena e grazie a una torre di desalinizzazione servirà anche a irrigare i campi agricoli adiacenti alla città. 

Non solo, una piccola parte dell’approvigionamento energetico sarà ricavato anche dal Sargassum, l’alga marrone che si deposita sulle spiagge messicane e che verrà utilizzata come biocarburante.

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Credit Courtesy of Stefano Boeri Architetti

Mobilità elettrica e semi automatica: una Forest City a misura d’uomo  

La Smart Forest City sarà all’avanguardia anche dal punto di vista degli spostamenti urbani.

MIC- Mobility in Chain, società che si occupa di servizi di consulenza per la mobilità e i trasporti in tutto il mondo, ha proposto un articolato sistema che prevede che sia i residenti che i visitatori lascino all'esterno della città ogni veicolo a combustione e che la mobilità interna sia unicamente elettrica e semiautomatica

L’organizzazione urbana poi, si caratterizza per la presenza di cinque settori al cui interno sorgono servizi commerciali, spazi pubblici e aree verdi, il tutto dislocato nel raggio di 500 metri.

«In questo modo le persone sarebbero incentivate a non usare la macchina per raggiungere il posto di lavoro, i negozi, i luoghi d’intrattenimento» ha commentato l’architetto Cesa Bianchi.

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Credit Courtesy of Stefano Boeri Architetti

La Città Foresta e l’Urbanistica Non Deterministica 

Il progetto è pensato secondo i principi di un’urbanistica non deterministica.

In poche parole, una volta stabilite le grandi invarianti della struttura urbana, l’insediamento si sviluppa partendo dal presupposto che i suoi edifici possano adattarsi a eventuali trasformazioni nel tempo.

«Abbiamo progettato la struttura della città, quindi le infrastrutture energetiche, quelle legate alla mobilità, le aree verdi, i poli di ricerca e quelli di attrazione - ha spiegato Cesa Bianchi - lasciando una grande flessibilità nella distribuzione delle diverse tipologie edilizie che potranno essere diversamente articolate nei cinque grandi comparti previsti dal Masterplan. Lotti e comparti residenziali saranno in grado di accogliere il cambiamento del mercato che avviene nel tempo».