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Professione Architetto: ecco la bozza di riforma del CNAPPC! Le principali novità

Disponibile la nuova bozza per l'ordinamento della professione di architetto, da inviare per la consultazione degli Ordini Provinciali

E' disponibile la nuova bozza per l'ordinamento della professione di architetto, predisposta dal CNAPPC e sottoposta ai Consigli provinciali degli OAPPC il 3 marzo 2020.

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E' disponibile, in allegato, la bozza del 29 febbraio 2020 del Consiglio nazionale degli Architetti (CNAPPC), anticipata dal Quotidiano "Edilizia & Territorio" del Sole 24 Ore, che riforma la professione di Architetto nell'ordinamento italiano.

Il testo base di riforma della professione, redatto dall'apposito gruppo operativo "Ordinamento" e trasmessa a tutti gli ordini provinciali con una lettera di accompagnamento firmata da presidente del CNAPPC Giuseppe Cappochin, dal coordinatore del dipartimento "Riforme e politiche per la professione" Massimo Crusi, e dal Consigliere Fabrizio Pistoles, avvia una prima fase di consultazione che, originariamente prevista in conclusione al 30 marzo 2020, è destinata a slittare causa emergenza Coronavirus.

Le novità della riforma: cambia tutto per gli 'specialisti'

Dalla versione attuale del documento, si evince che:

  • le specializzazioni di pianificatore, paesaggista e conservatore scompariranno, confluendo nell'unico 'contenitore' Architetto. La bozza prevede infatti la soppressione delle tre figure professionali di pianificatore territoriale, paesaggista e conservatore dei beni architettonici ed ambientali della Sezione A nonché entrambe le figure professionali di pianificatore iunior e architetto iunior della Sezione B, facendo confluire le competenze di dette figure nell'unica figura professionale dell'architetto con percorso formativo universitario quinquennale indistinto;
  • pianificatori, conservatori e paesaggisti potranno ritornare a essere definiti come tali, ma dopo un percorso attuativo di tipo regolamentare. Nello specifico, il titolo di specialista si può conseguire all'esito positivo di percorsi formativi almeno biennali o per comprovata esperienza nel settore di specializzazione;
  • il conseguimento del titolo di specialista per comprovata esperienza professionale maturata nel settore oggetto di specializzazione è riservato agli architetti che abbiano maturato un'anzianità di iscrizione all'albo degli architetti, ininterrottamente e senza sospensioni, di almeno dieci anni e che dimostrino di avere esercitato in modo assiduo, prevalente e continuativo attività professionale in uno dei settori di specializzazione negli ultimi cinque anni;
  • l'attribuzione del titolo di specialista sulla base della valutazione della partecipazione ai corsi relativi ai percorsi formativi nonché dei titoli ai fini della valutazione della comprovata esperienza professionale spetta in via esclusiva al CNA;
  • il regolamento di cui sopra stabilisce i parametri e i criteri sulla base dei quali valutare l'esercizio assiduo, prevalente e continuativo di attività professionale in uno dei settori di specializzazione per quanto riguarda i nuovi iscritti. Gli attuali iscritti (sezione A o B) come paesaggisti, conservatori e pianificatori si ritrovano nella "sezione B a esaurimento", salvo chi matura il titolo necessario entro cinque anni dalla riforma.

Le novità della riforma: progetto, compensi, Università, formazione

Tra le altre novità, si evidenziano:

  • la maggior valorizzazione del progetto architettonico come elemento tipico delle prestazioni professionali degli architetti;
  • il ripristino dei livelli minimi di compenso, anche alla luce della giurisprudenza europea;
  • l'introduzione del tirocinio professionale come percorso di accesso alla professione, consentendo la semplificazione dell'esame di Stato
  • il rafforzameto dei rapporti tra Ordini e Università;
  • l'istituzione dell'Osservatorio permanente sulla tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della Nazione;
  • l'istituzione della "Scuola superiore dell'Architettura";
  • la riorganizzazione e razionalizzazione della funzione disciplinare, con introduzione anche della possibilità di rito sommario per illeciti quali la violazione dell'obbligo di formazione continua.

I commenti delle associazioni culturali e scientifiche del mondo dell'urbanistica

Tra i punti che hanno suscitato l'attenzione e aperto il dibattito negli ultimi giorni vi è la sostanziale eliminazione della figura del pianificatore che, assieme a quelle del paesaggista e del conservatore, confluirà nell'unica generale dell'architetto. A riguardo si è espresso anche l'Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) pubblicando sul sito dell'istituto una nota.

Il documento dell'INU ricorda il senso delle prese di posizione delle associazioni culturali e scientifiche del mondo dell'urbanistica, e del settore accademico ed evidenzia come "la formazione e la ricerca universitaria hanno ormai configurato un profilo professionale di urbanista che è riconosciuto a livello internazionale, e che risponde ad una precisa domanda sociale per quanto riguarda il governo del territorio e il conseguimento di obiettivi di promozione sociale e sostenibilità ambientale ampiamente condivisi", mentre associazioni a tutela dell'esercizio della professione di urbanista e pianificatore, a cui si è aggiunta l'associazione dei paesaggisti "hanno denunciato l'assenza di un loro riconoscimento ed inquadramento nella proposta di riforma, che non si fa carico peraltro del futuro di quanti già esercitano un'attività professionale in questi campi".

Sulla scorta di questo dibattito l'INU "non può che difendere la formazione e la pratica dell'urbanistica, sostenendo le associazioni scientifiche e professionali che promuovono la sua conoscenza e il suo esercizio, e fornendo il suo contributo di esperienza e di elaborazione alla discussione che si confida verrà promossa al più presto dal CNAPPC in vista dell'emendamento e della condivisione del progetto di riforma della professione dell'Architetto da parte di tutti i soggetti interessati. Fa appello infine a tutte queste forze a cooperare perché le indubbie difficoltà che ciascuna di esse sta vivendo in questo periodo di crisi gravissima possano essere affrontate con la consapevolezza che l'urbanistica e la pianificazione territoriale potranno rivelarsi nuovamente indispensabili nella lunga e faticosa ricostruzione che ci attende dopo la fine dell'emergenza sanitaria".

"Questo documento, così com'è stato concepito non può essere accettato. Non ci basta che la figura del pianificatore rientri tra le 'specializzazioni' interne all'ordine perché l'istituzione delle "specializzazioni" non è obbligatoria e non garantisce nessuna tutela", così si esprime il laboratorio dei giovani urbanisti "Inu Giovani" in una sua nota di posizione nei confronti della proposta di riforma predisposta dal CNAPPC.

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