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APP CORONAVIRUS: cosa ci salverà il GPS o il Bluetooth ?

Il governo sta perdendo tempo mentre Apple e Google corrono

Concluso il lavoro del governo sulla app per il tracciamento degli spostamenti. Chiuso il braccio di ferro tra la task force di Vittorio Colao che spingeva per l'uso della geolocalizzazione delle persone, e il ministero dell'Innovazione di Paola Pisano che, invece, era orientato alla diffusione delle informazioni attraverso bluetooth. Il commissario Arcuri ha infatti firmato il contratto per l'app italiana del tracciamento del contagio con Bending Spoons (assieme ad altre realtà come il centro medico Santagostino di Luca Foresti). L'APP si chiamerà "Immuni". Ma su questo dibattito su come dovesse essere (o debba essere) INGENIO ha voluto fare un approfondimento e abbiamo chiesto un parere a un esperto in materia, il dott. Dimitri Dello Buono.

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Cosa ci salverà il GPS o il Bluetooth ?

In questi giorni abbiamo assistito all’insediamento di una serie di task force che debbono, in qualche modo, riuscire a dare il giusto supporto al governo che deve risolvere una serie di problemi.

Task force per combattere il coronavirus, task force per l’innovazione, task force per gli acquisti e tra un po’ anche task force per gestire al meglio gli investimenti necessari alla ripresa.

Decine e decine di professionisti che daranno il loro contributo per offrire soluzioni ottimali per arrivare a risolvere i problemi che ci attanagliano.

Molte notizie sono del tutto infondate, altri invece ritengo siano abbastanza attendibili.

Come più volte mi avete sentito dire e scrivere, credo che alla base di una qualsiasi possibile ripresa ci debba essere un corretto e innovativo metodo di gestione dell’informazione.

Partiamo da un concetto abbastanza semplice.

Il primo livello sono i dati, successivamente una serie di elaborazioni possono trasformare i dati in informazioni. Solo dopo, quando questi dati e queste informazioni riescono ad essere utilizzati da specifiche professionalità, possiamo far si che tutto si traduce in conoscenza.

In questi giorni abbiamo un overflow di dati che ci travolgono. Numeri che ci parlano di decessi, malati, tamponi, guariti. Altri numeri e ci raccontano di economia. Milioni anzi miliardi di euro di mancato fatturato, milioni di persone che sono costrette a stare a casa, altre decine di migliaia di persone che invece devono aiutare i milioni di persone che tentano di evitare una malattia.

Come ho scritto, non più tardi di un paio di settimane fa, è necessario avere un modello. Un modello che possa darci immediatamente il senso che le nostre scelte hanno e che producono.

Il modello presuppone che ci sia una serie di formule che seguano leggi e che quindi, introducendo i dati al suo interno, trasformano questi dati in informazioni e poi in conoscenza.

Ovvio che qualsiasi modello, per quanto buono possa essere, se non ha le corrette informazioni ed i dati necessari non produrrà mai nessun risultato utile o utilizzabile.

Qualche collega avrebbe detto a questo punto: Garbage in, garbage out !!!

 

Geo localizzazione per il Coronavirus, o il bluetooth ... o tutti e due

Leggevo poi di discussioni sull’utilizzo della geo-localizzazione dell’informazione e se sia o meno preferibile utilizzare il GPS o il Bluetooth. Sinceramente, se questa affermazione fosse vera e se soprattutto fosse stata oggetto di discussione all’interno di qualcuno dei tavoli di esperti, ci dobbiamo davvero preoccupare.

Sono ormai oltre trent’anni che mi occupo di sistemi informativi territoriali.

Credo, con un pizzico di superbia, di conoscere bene di questo mondo anche perché ne ho fatto un modello di vita.

Sentire parlare così esperti di informazione geo-spaziale mi riporta alla mente quando un giorno al ministero dell’ambiente un signore si definì esperto di GIS perché li usava da qualche anno. Io gli risposi che seguendo il suo ragionamento ero un Pilota di Aereo perché avevo all’attivo tante di quelle miglia da avere la Mille Miglia Platino.

Poi fu chiaro che una cosa è utilizzare un software altro è disegnarlo e scrivere il codice che lo fa funzionare.

Ora vedere “esperti” che discutono se utilizzare il Bluetooth o il GPS mi fa venire in mente che mai nessuno pensa di vedere il proprio meccanico dire ad un suo collega se sia preferibile avere un auto con lo sterzo o con le ruote.

Poi capisco che probabilmente non arriveremo a nulla di serio che possa darci un aiuto concreto. Probabilmente spenderemo un sacco di soldi e faremo tanto clamore per qualcosa di inutile, come inutile è la gran parte dei software prodotti per la Pubblica Amministrazione.

Ricordo a me stesso che la spesa in informatica nella PPAA è da anni una cifra di oltre 8 Miliardi di euro all’anno ma che, a dire dello stesso Management di Italia Digitale, produce un ritorno reale che si aggira intorno ai 2 Miliardi.

Sono anni che 6 miliardi di € si trasformano in WaporWare che evapora pochi giorni dopo l’inaugurazione di portali ( poi qualcuno un giorno ci spiegherà perché si chiamano portali banali pagine web) e la maggior parte delle App si utilizzano per pochi giorni non raggiungendo neppure il numero di istallazioni che spesso è inferiore alla somma dei dipendenti delle società che le hanno prodotte.

In concreto invece, qualche giorno fa, in California un paio di team, che nessuno ha definito Task Force (loro debbono produrre quindi sono semplicemente dei team), uno di Google e uno di Apple si sono scambiati un po' di idee e di informazioni e utilizzando un DataBase EptaDimensionale e si apprestano a archiviare una serie di “stadi” che i telefonini assumono durante il loro utilizzo.

Di database Epta dimensionali ne parlavamo, su questa rivista, otto anni fa. Otto anni sono un’era geologica per l’informatica.


I database Epta dimensionali in pratica sono sistemi di archiviazione che mettono insieme i dati classici ed i dati spaziali. Le dimensioni di organizzazione dell’informazione sono 7. Le tre dimensioni spaziali (x,y,z), il tempo e altre tre dimensioni che ci definiscono a quale tema appartiene quell’informazione. Ci dicono se l’informazione appartiene ad un tema specifico come l’economia, l’edilizia, la sanità o la politica. Dal momento che i livelli di dettaglio e di aggregazione dei temi possono essere molteplici si utilizzano vari livelli di indicizzazione. Una strada ed una ferrovia fanno parte di un livello che è la viabilità mentre viabilità e edilizia sono elementi di un altro livello che è l’antropico. Tile, Dataset e Series. Lavorando su questi modelli di dati e di aggregazione dell’informazione si ottengono sistemi davvero eccezionali. 

La posizione, il tempo e il tema racchiudono tutti i possibili livelli di indicizzazione dei dati e delle informazioni e così sistemi diversi possono archiviare i dati nello stesso modo. Qui il cuore del Knowledge Management. Di questo discutiamo da anni. Otto anni, in questo settore, sono un’era geologica.

In pratica quando un telefono si avvicina ad un altro, qui serve il Bluetooth, si scambiano un “salutino” che contiene il codice dell’altro, una specie di handshake veloce veloce. Ognuno di loro poi memorizza in un bel DB in Cloud l’avvenuto incontro. Una cosa semplice e concreta. Se qualcuno segnala la sua positività al virus allora il sistema ricostruisce lo ’sciame’ dei telefonini incontrati. Verifica anche luoghi visitati, qui serve il GPS, e così ricostruisce un elenco di potenziali contatti avuti nei giorni precedenti. Come facebook ci chiede di diventare amico dell’amico del mio amico, così il sistema invierà un messaggio alla lista generata perché c’è qualche possibilità di essersi avvicinato troppo a qualcuno.

È abbastanza frustrante pensare che potenzialmente possiamo produrre cose innovative ma invece aspettiamo che oltre oceano facciano qualcosa per poi utilizzarla.

Neppure una catastrofe come quella che stiamo vivendo riesce a cambiare le regole di ingaggio.

In questi giorni ci sono il fior fiore dei matematici, dei fisici, degli ingegneri, degli informatici, di professionisti e di studiosi che sono costretti a stare sul divano di casa. Le migliori università italiane sono chiuse da molto tempo. Ricercatori e professionisti potrebbero tranquillamente essere chiamati all’appello e messi intorno ad un tavolo virtuale, e qui l’informatica ci ha dimostrato di essere abbastanza matura, e ragionare insieme su come mixare le varie scienze ed ottenere una banale, anzi banalissima, applicazione che utilizzando l’1% delle potenzialità dei nostri telefonini probabilmente può aiutare tutti a salvare decine di migliaia di vite umane.

Per favore, vi chiedo davvero per favore, evitiamo di produrre le ennesime inutili applicazioni quando possiamo fare davvero cose egregie. 

Chiediamo ai gestori telefonici di mettersi a disposizione, a chi sa davvero usare i Big Data di entrare in partita e soprattutto chi ha un curriculum di decine di anni di esperienza di avere voce in capitolo.

Gli esperti GIS che configurano ancora i dati geospaziali utilizzando Access e DataBase nati per fare le paghe e gli stipendi sono piloti di aerei che hanno avuto il brevetto con i punti della MilleMiglia.

Poi se gli aerei non cadono è semplicemente perché non sono mai decollati.

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