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Rigenerazione urbana: demolizione nell'Ex Arsenale per il nuovo Polo delle amministrazioni statali di Pavia

Ha preso il via il processo di demolizione di venti edifici all'interno del complesso noto come "ex Arsenale" di Pavia, iniziativa che si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione promosso dall'Agenzia del Demanio per la creazione del nuovo Polo delle amministrazioni statali.

Rigenerazione urbana a Pavia: parte la demolizione di 20 fabbricati dell'Ex Arsenale

Dopo la firma del contratto con l'impresa DAF Costruzioni srl di Milano, vincitrice dell'appalto, le attività di demolizione sono ufficialmente in corso. La cerimonia di avvio dei lavori ha visto la presenza del Sindaco di Pavia, Fabrizio Fracassi, e del Direttore Regionale Lombardia dell'Agenzia del Demanio, Massimiliano Iannelli.

La demolizione, approvata dalla Commissione Paesaggio del Comune di Pavia e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Provincia di Pavia, è stata necessaria dato il vincolo di tutela paesaggistica dell'area prossima al fiume Ticino. Sette edifici presentano amianto, richiedendo un intervento di bonifica in accordo con l'Agenzia per la Tutela della Salute (ATS).

Gli edifici in questione, costruiti durante il periodo di utilizzo dell'area da parte dell'Esercito come magazzini e uffici, non possiedono valore storico-artistico e saranno demoliti con una spesa complessiva di 814.000 euro. L'appalto è stato assegnato tramite procedura negoziata dopo un'indagine di mercato rivolta alle imprese specializzate.

I lavori di demolizione si concluderanno entro aprile 2024, coincidendo con la pubblicazione della gara per il progetto di riqualificazione complessivo. Quest'ultimo mira al restauro degli edifici di pregio, alla costruzione di nuove strutture al posto di quelle demolite e alla valorizzazione ambientale dell'area di oltre 80mila metri quadri. L'Agenzia del Demanio ha finanziato l'intero appalto con 1,3 milioni di euro.

Il primo edificio ad essere demolito sarà un piccolo fabbricato simbolico nel cortile, a sottolineare l'obiettivo di ripristinare i valori spaziali originali del complesso. Nel cantiere saranno adottate misure per mitigare impatti ambientali, e l'impresa si è impegnata a massimizzare il riuso e il recupero dei materiali, puntando a riciclare almeno il 70% dei prodotti di demolizione.

Questo avvio dei lavori segna il primo passo tangibile verso la realizzazione del piano di rigenerazione urbana, un'iniziativa sinergica tra l'Agenzia del Demanio e il Comune di Pavia per convertire un'area in disuso in un Polo delle amministrazioni statali moderno e innovativo, focalizzato sulla sostenibilità ambientale e sul benessere della comunità.

 Il progetto di demolizione è stato redatto dai tecnici interni alla Direzione Regionale Lombardia dell’Agenzia del Demanio ed ha ottenuto il via libera della Commissione Paesaggio del Comune di Pavia e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della provincia di Pavia, trattandosi di area prossima al fiume Ticino interessata da un vincolo di tutela paesaggistica.

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Il Ministro Fitto ha sottolineato che la mancata realizzazione anche di un solo intervento relativo alla misura "Piani Urbani Integrati" comprometterà il finanziamento dell’intera misura, con il rischio concreto di una serie di penalità connesse al mancato raggiungimento dell'obiettivo complessivo.

 

Cenni storici

Ergendosi sopra le vestigia dell'antico monastero adiacente alla Chiesa medievale del Santissimo Salvatore, nel 1786 l'Imperatore Austriaco Giuseppe II concesse l'utilizzo della struttura alla municipalità per scopi civili. Subito dopo l'unificazione d'Italia, nel 1862, lo Stato aggiunse padiglioni all'officina del Primo Reggimento Genio.

Durante il primo conflitto mondiale, le esigenze logistiche portarono all'espansione del complesso con la creazione di ulteriori edifici. Tra le due guerre mondiali, il complesso militare si estese oltre il Navigliaccio.

Negli anni '30 del Novecento, l'Architetto Gino Chierici progettò un corpo destinato ad uffici, dando vita alla facciata più curata dell'Arsenale, allineata con l'ingresso di Via Riviera. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il personale dell'Arsenale raggiunse le 2.000 unità, impegnate nella produzione di supporto logistico. Furono eretti capannoni con copertura a shed, sostenuti da strutture verticali in ghisa o cemento armato.

Negli ultimi decenni di attività, la costruzione di nuovi corpi proseguì in modo piuttosto disorganico, occupando aree libere con capannoni prefabbricati. Verso la fine degli anni '90, le attività relative al Genio si ridussero progressivamente, limitandosi principalmente alle manutenzioni e cessando praticamente del tutto intorno al 2008.

La gestione disordinata del complesso culminò negli anni recenti, portando alla sua riduzione e chiusura. Iniziò il dibattito sulla riqualificazione della vasta area, trasformandola in un ampio vuoto urbano.

Tra il 2014 e il 2015, il Ministero della Difesa dismette l'Arsenale, che passa sotto la responsabilità dell'Agenzia del Demanio. Nel 2017, un decreto dirigenziale del MIC sottopose l'intera area a una dichiarazione di interesse culturale.


STAZIONE APPALTANTE: Agenzia Del Demanio Direzione Regionale Lombardia
TITOLO DELL’APPALTO:
Lavori di demolizione di venti fabbricati di edilizia corrente e privi di valore storico artistico, interni al compendio di proprietà dello Stato denominato “Ex Caserma Cairoli, Officina di Costruzione del Genio Militare S.Mauro” – sito in Pavia – Via Riviera n.40-60 (scheda PVD0032)
DIRETTORE REGIONALE:
Ing. Massimiliano Iannelli
RESPONSABILE UNICO DEL PROGETTO: 
Arch. Ciro Iovino – Agenzia del Demanio
DIRETTORE DEI LAVORI: 
Ing. Nicola Verdi – Studio Calvi srl – Pavia
COORDINATORE PER LA SICUREZZA: 
Arch. Ennio Borlandi – Novi Ligure (Al)
IMPRESA ESECUTRICE DAF: 
Costruzioni Stradali srl – Milano
IMPORTO DEI LAVORI:
814.764,65 euro di cui 7.396,57 per oneri della sicurezza
INIZIO LAVORI: 
11/12/2023
TERMINE DI ESECUZIONE:
02/04/2024

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