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DL Rilancio: Non si chiama più Sisma Bonus

Le autorizzazioni prima ed i controlli sono i principali nemici che possono mettere in discussione il progetto.

Ad una prima lettura del Decreto Crescita sembra proprio che la parola “sisma bonus” sia scomparsa dal radar. Nell’ultimo decreto, che migliora notevolmente il sisma bonus, la parola peró non viene mai utilizzata. 

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Non si chiama più Sisma Bonus. É la ripartenza dell’edilizia e delle infrastrutture

L’ultimo ed atteso passo è stato sdoganato e finalmente si è puntato molto sulla ripresa del settore edile. Anche il 15% di contributo, che era prima a carico dei proprietari, è finanziato anzi si è andati oltre. Ora siamo addirittura al 110%. 

Naturalmente aver migliorato l’aliquota fiscale rende ancor più appetibile l’uso dell’agevolazione ma come si soleva dire qualche tempo fa “la potenza è nulla senza il controllo”.

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Sburocratizzare con uno sportello telematico

Credo che, visto il grande sforzo fatto per arrivare a superare addirittura la fatidica soglia del 100%, sarebbe molto utile poter affrontare il problema della sburocratizzazione delle procedure, che forse è ora la cosa più importante da fare.

Un’idea potrebbe essere quella di creare, viste le tecnologie oggi disponibili, uno sportello telematico in cui il tecnico possa consegnare il progetto ed avere una sorta di propagazione automatica ai vari uffici che devono dare il proprio parere in modo da ottenere velocemente tutte le autorizzazioni. Questo darebbe la tranquillità di essere certi che i lavori proposti non saranno poi messi in discussione.

Le autorizzazioni prima ed i controlli sono i principali nemici che possono mettere in discussione il progetto.

Qualche anno fa sentivamo dire da oltre oceano “I have a dream”.

 

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Ebbene in questi giorni anche io ho un sogno. 

Il mio sogno è quello di vedere utilizzata finalmente la tecnologia per poter creare un grande ufficio tecnico virtuale in cui il professionista possa, da casa, caricare il proprio progetto, casomai con una tecnologia innovativa come il BIM, e inviare la documentazione necessaria ed avere un cruscotto disponibile ai vari soggetti che dovranno interagire durante tutte le attività. 

Immagino come questo progetto sia visibile immediatamente a tutti gli uffici che debbano dare il proprio parere. 

Come il sistema possa evidenziare una serie di informazioni e di indicatori per cui il progetto possa immediatamente assumere un colore verde, giallo o rosso, in modo da dare a tutti una prima impressione sullo stato progetto. Il prima ed il dopo visivo danno immediatamente l’idea di come cambierà l’efficienza di quell’immobile.

Si possono vedere quali sono le migliorie in termini di consumo, di emissioni in atmosfera, di risparmio economico, di produzione elettrica e un piano pluriennale di rendimento dell’investimento sarà immediato.

Immagino come si possa fare la stessa cosa sulla parte sismica.

Il progetto appena caricato verrà analizzato dalla piattaforma in automatico e si vedranno le criticità attuali dell’immobile e come queste possono essere migliorate utilizzando tecniche e metodologie che il progettista propone.

Gli elementi critici possono essere evidenziati e, senza dover toccare nessun foglio di carta, potremo verificare le ipotesi che il progettista sottopone all’approvazione in modo da approvarle a distanza direttamente sulla piattaforma, che provvederà a propagare il nuovo progetto e gli atti conseguenti ai soggetti interessati.

Progettista, proprietario, azienda edile, collaudatore, direttore lavori. Tutti insieme, messi al corrente in tempo reale.

 

Un primo passo verso la digitalizzazione del fascicolo del fabbricato

Questo tipo di piattaforma potrebbe essere il primo passo verso la digitalizzazione del fascicolo del fabbricato che, partendo da quello che dovrebbe essere il data entry necessario per la realizzazione dell’APE (non l’ape che paghiamo 20 € su Groupon ma un Attestato di Prestazione Energetica degno di questo nome), inneschi il percorso virtuoso per gestire finalmente il fascicolo. 

Questo è un ottimo e indispensabile strumento per poter effettuare un progetto di miglioramento energetico dell’edificio ma è nel contempo una base importantissima per poter analizzare l’edificio anche dal punto di vista sismico.

Per cui il sopralluogo energetico diventa un elemento importante e da riutilizzare per il successivo sopralluogo, che debba aggiungere gli elementi necessari ad uno studio di miglioramento sismico della struttura.

Immaginerete che tutte queste informazioni che il tecnico deve, e ripeto deve, acquisire ed elaborare possono essere inviate e messe disposizione della pubblica amministrazione su di una piattaforma opportunamente realizzata anche perché, contribuendo al 110%, possiamo abbondantemente ritenere che quella progettazione sia pagata dell’amministrazione pubblica e quindi ci sembra utile e doveroso utilizzare quelle informazioni per la pubblica amministrazione. 

In un momento dove si vive di fronte ad un monitor realizzare una piattaforma di interscambio tra tecnici sembra ora fattibile ( lo era anche prima ).

Ricordo che il tecnico che redige il progetto, il tecnico che deve rilasciare la concessione edilizia, quello che deve fare la verifica energetica, le verifiche sismiche, il parere sanitario, il piano di sicurezza, sono tutti tecnici e sono tutte persone che possono tranquillamente colloquiare di fronte ad un monitor, guardando un progetto e analizzando una serie di dati, informazioni, indicatori e modelli tridimensionali che tranquillamente possono essere gestiti da una piattaforma On Line.

Qualcuno mi potrà dire: vogliamo stravolgere in una notte tutto il mondo dell’edilizia?

Il sogno potrebbe avverarsi ma basterebbe anche andare per gradi. 

Sarebbe auspicabile che tutti cambino in questa direzione ma sono profondamente sicuro che una serie di tecnici sceglierà la via classica combattendo con tutti i limiti e le problematiche che fino ad oggi sono forse abituati a vedere. 

Sono anche certo, però, che molti altri potrebbero decidere di fare il salto e passare all’utilizzo del BIM, di piattaforme di e-permit e poter interagire in maniera virtuale. Questa scelta mette tutti nelle condizioni ottimali di lavoro sia i tecnici che devono sottoporre i progetti all’approvazione sia i funzionari degli uffici che devono analizzare quei progetti. Ricordo a me stesso che gli uffici pubblici sono sottodimensionati con carenza di personale e di risorse. 

Discutendo con il direttore generale della regione Campania, che sovraintende ai geni civili regionali, abbiamo convenuto che la possibilità di poter utilizzare una piattaforma così concepita metterebbe gli uffici nella condizione di migliorare in modo sorprendente l’efficienza. Inoltre questo tipo di metodologia e di condivisione sarebbe utile per il controllo che si potrà effettuare.

Non a caso già dal novembre 2018 l’Italia, al tavolo dell’anticorruzione internazionale del G20 a Tokio, ha proposto l’utilizzo di queste tecnologie innovative come deterrente fondamentale per l’anticorruzione.

Per cui il sogno potrebbe diventare realtà. 

Ognuno naturalmente dovrà fare un passo in avanti e dovrà in qualche modo colmare quel gap che fino ad ora è sembrato incolmabile. 

Abbiamo, tutti, abbondantemente dimostrato che volendo fare un passo in avanti, utilizzando la tecnologia, lo si può fare non in anni o in mesi ma in pochi giorni.

Per anni ho partecipato ai consigli di classe di mio figlio dicendo che forse era il caso di utilizzare i tablet ed i libri digitali ma ogni anno mi rispondevano che dovevo ancora attendere. Poi in un paio di giorni quegli insegnanti sono riusciti a fare lezioni a distanza ed alla fine hanno raggiunto eccellenti risultati.

Qualcuno potrà, anzi ne sono sicuro, raccontarci che questa è utopia. Io credo che mettendo in campo una potenziale economia di oltre 300 miliardi che può rilanciare un settore che già da anni è totalmente abbandonato questo sia possibile e ne sono convinto.

Io credo che l’unico ostacolo sia la convinzione di riuscirci.

 

Dobbiamo ripartire e non possiamo evitarlo. Sinceramente pensare a come recuperare il perduto mette angoscia ed ansia in coloro che devono trovare una soluzione al problema. Se soluzioni esistono devono assolutamente essere perseguite. 

Non farlo griderebbe vendetta al cielo.

 

Italia diventi esportatore di tecnologie edilizie

Abbiamo detto che il potenziale mercato offerto supera abbondantemente i 300 miliardi di euro e non credo esista una altrettanto valida possibilità per il rilancio del settore edile. Questo tipo di attività è seconda, per importo, solo alla realizzazione delle grandi infrastrutture nazionali che potrebbero tranquillamente prendere spunto da quanto appena detto ed utilizzare le stesse piattaforme per velocizzare, migliorare ed accelerare la realizzazione delle opere. 

Questo potenziale mercato è talmente grande che non potrà essere soddisfatto in un’unica annualità. Le stime più ottimistiche dicono che oltre i 30-35 miliardi di euro l’anno non si può andare. Sempre per avere un’idea di cosa stiamo dicendo, 30 miliardi di euro genererebbero 2,6 milioni di nuovi posti di lavoro diretti e oltre 3 milioni di posti di lavoro nell’indotto.

Oltre 5 Milioni di posti di lavoro. Sarebbe davvero una grande ripartenza.

Capite ora che bisogna tentare il tutto per tutto su quest’idea e quindi l’aver portato al 110% il contributo è una delle migliori scelte mai fatte.

Ma una così importante ed imponente prospettiva non può franare su fondamenta di sabbia. 

Il peggior nemico di questa iniziativa è la lentezza burocratica e la possibilità di perderne il controllo.

Bisogna lavorare tutti insieme. Progettista, Impresa, Amministrazione, Funzionari, Istituti di credito, Controllori. Bisogna garantire la finanza fino ad arrivare al contribuente che, credendo nell’iniziativa, prenota il credito d’imposta e mette, di fatto, in moto la macchina da cui trarrà benefici insieme a tutti gli altri.

Quando due persone hanno un beneficio allora siamo di fronte ad un affare ma quando ad avere un beneficio sono in tanti allora siamo di fronte ad un miracolo chiamato progresso.

Sfruttiamo questa fantastica opportunità e facciamo in modo che possono nascere anche nuove ed innovative soluzioni. 

Sto pensando che anche l’industria classica possa beneficiare del cambio di rotta. La possibilità di realizzare soluzioni ibride nell’edilizia e di far sì che anche il mondo industriale si rimbocchi le maniche e fare in modo che, così come è riuscito a convertirsi per produrre mascherine, possa convertire se stessa e creare nuovi modelli e nuove soluzioni per un’edilizia 5.0.

Così come oggi compriamo mobili da montare dalla Svezia, telefonini dalla Cina, computer dagli Stati Uniti potremmo vedere e comprare case Italian Style da montare in giro per il mondo.

In UK ci stanno lavorando ed hanno stimato questo mercato in oltre 600 miliardi di sterline. 

Loro però non hanno la più pallida idea di cosa sia l’efficienza sismica, noi invece si!

Capite di cosa si sta parlando?

La sfida può iniziare ma solo per chi sa coglierla.