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Case di acciaio. Due progetti di Frédéric Jauvion a Saint-Gély-du-Fesc

I progetti di Frédéric Jauvion per la Maison B e la Maison P, realizzate a Saint-Gély-du-Fesc tra il 2009 e il 2011, propongono un’interessante soluzione strutturale basata sull’assemblaggio di profili piegati a freddo in acciaio che bene si adatta alla realizzazione di volumi che appaiono sospesi nell’ambiente circostante e al perseguimento dell’obiettivo di una elevata efficienza energetica.

La Maison B e la Maison P, progettate da Frédéric Jauvion e realizzate tra il 2009 e il 2011 a Saint-Gély-du-Fesc, una piccola località situata pochi chilometri a nord-ovest di Montpellier, nel sud della Francia, fanno parte di una serie di piccole residenze unifamiliari che si distinguono per il delicato rapporto con il paesaggio e per l’attenzione riservata all’efficienza ambientale. Con riferimento alla stretta relazione tra architettura e paesaggio è lo stesso progettista a sottolineare come «il rapporto con il paesaggio costituisca una strategia importante per migliorare le condizioni di vita in quanto l’architettura non modella esclusivamente lo spazio interno ma compone il paesaggio nel quale viviamo. La relazione tra lo spazio interno e lo spazio esterno deve essere ripensata al fine di annullare ogni frontiera tra il dentro e il fuori».
Si tratta di un tema progettuale che caratterizza l’intera produzione di Jauvion ma che nelle due case realizzate a Saint-Gély-du-Fesc trova una declinazione particolarmente efficace: in questi due progetti si può infatti osservare una totale compenetrazione tra lo spazio interno della casa e l’ambiente esterno perseguito attraverso un’attenta collocazione degli edifici rispetto alle caratteristiche fisiche del luogo, una sapiente giustapposizione dei volumi semplici che li costituiscono e un articolato trattamento delle chiusure esterne che presentano differenti livelli di apertura verso l’esterno in ragione del loro orientamento e delle caratteristiche dell’in-torno sul quale si affacciano. Il perseguimento di un elevato livello di ecoefficienza è l’altro tema che assume una chiara centralità nel progetto delle due case. Jauvion lo sviluppa attraverso una profonda integrazione tra aspetti architettonici, aspetti costruttivi e aspetti impiantistici. Il tema è assunto in modo articolato ed è occasione per un’aperta sperimentazione rivolta alle forme, ai modi d’uso dello spazio e alle tecniche utilizzate. Afferma in tal senso il progettista: «lo sviluppo sostenibile è divenuto oggi una necessità evidente e non un fenomeno di moda o uno “stile” architettonico. Al di là delle norme vigenti, la costruzione di edifici che richiedano poca energia per funzionare è un imperativo. Non è esclusivamente un problema di risparmio economico: costruire un edificio che consuma poco e che utilizza fonti energetiche rinnovabili contribuisce a migliorare le condizioni di vita». Dall’analisi dei progetti emerge con evidenza come i paradigmi dell’architettura bioclimatica costituiscano un costante punto di riferimento nell’organizzazione dei volumi, nella definizione del rapporto tra pieni e i vuoti, tra le superfici opache e quelle trasparenti, condizionando inevitabilmente il risultato formale. Possono essere lette in questa chiave le generose aperture in corrispondenza dei fronti sud dei due edifici, la ridotta dimensione delle aperture sul fronte nord, o ancora il posizionamento dei due volumi in cui si articolano gli edifici, laddove il volume superiore in aggetto protegge lo spazio aperto antistante alla zona giorno, schermando, durante il periodo estivo, la radiazione solare diretta sulle superfici trasparenti sottostanti. Ma appare anche chiaro come il progetto costituisca il luogo di una sperimentazione tecnica molto spinta, tesa alla ricerca di soluzioni innovative in ambiti molteplici, dal contenimento dei consumi energetici all’uso di fonti energetiche rinnovabili, dalla razionalizzazione della costruzione in cantiere alla possibilità di gestire con un elevato grado di flessibilità lo spazio della casa.
La Maison B, completata nel 2009, è costituita da due semplici volumi parallelepipedi sovrapposti l’uno sull’altro ampiamente aperti verso sud, destinati all’abitazione, ai quali si affianca, al piano terra, un terzo volume destinato al garage. Il lotto è caratterizzato da un lieve pendio: la casa poggia direttamente sul terreno, mentre un basamento artificiale verso sud riporta in piano lo spazio esterno. Al piano terra, il soggiorno, la zona pranzo e la cucina costituiscono un ambiente unico la cui articolazione è dettata dal posizionamento e dalle caratteristiche delle aperture: due strette porte finestre sui fronti sud e ovest danno luce allo spazio riservato al soggiorno, mentre un’ampia vetrata, di 6 m di larghezza, illumina lo spazio della zona pranzo e della cucina. La vetrata è completamente apribile in modo da consentire l’accesso diretto alla terrazza esterna che si estende lungo l’intero fronte sud della casa garantendo la continuità funzionale e percettiva tra gli spazi interni e gli spazi esterni. Verso est, sempre al piano terra, trovano posto due camere da letto con bagno, anch’esse con accesso diretto alla terrazza. Il volume che ospita gli spazi del piano terra è sormontato da un volume più piccolo, disposto perpendicolarmente rispetto a quello sottostante. Esso presenta un aggetto di 2,40 m in corrispondenza della grande vetrata della zona pranzo cucina che, in questo modo, risulta protetta dalla radiazione solare diretta estiva. Una scala a rampa rettilinea in acciaio collega il livello inferiore a quello superiore che ospita una camera da letto matrimoniale con bagno e uno spazio studio. L’accesso principale all’abitazione è posizionato sul fronte nord in corrispondenza del garage, al quale è comunque possibile accedere attraverso una porta interna situata nel disimpegno tra la zona giorno e la zona notte. Tutte le finestrature possono essere protette da ante scorrevoli che presentano lamelle orizzontali con inclinazione regolabile così da poter gestire nel modo più efficace la radiazione solare. Dal punto di vista costruttivo il progetto della Mason B impiega la struttura portante ideata per il sistema Styltech, un sistema costruttivo per la realizzazione di edifici residenziali di piccole dimensioni con un’altezza massima di due piani, le cui prestazioni sono state certificate dal Centre Scientifique et Technique du Bâtiment (Avis Techniques n. 2/07-1262), basato sull’assemblaggio a secco di profili piegati a freddo in acciaio e completato da elementi di chiusura leggeri.
La struttura dell’edificio è infatti costituita da una platea in calcestruzzo armato sulla quale poggiano le pareti perimetrali portanti composte da un’intelaiatura in profilati di acciaio zincato piegati a freddo con correnti inferiori e superiori ai quali sono avvitati montanti con un interasse di 60 cm. Il corrente superiore consente il fissaggio dell’orditura del solaio. La struttura è infine controventata sui piani verticale e orizzontale con piatti di acciaio zincato disposti diagonalmente. Lo scheletro metallico che si viene così a costituire svolge al contempo la funzione di struttura portante dell’edificio e di struttura di supporto degli elementi di completamento delle chiusure verticali e orizzontali. Le chiusure verticali prevedono: una lastra in cartongesso avvitata alla parte interna dell’orditura metallica; un pannello isolante in lana di roccia con massa volumica 28-36 kg/m3 e spessore di 120 mm con barriera al vapore; un pannello di fibre di legno orientate (OSB) di 16 mm avvitato esternamente ai montati di acciaio. La chiusura è quindi completata all’esterno con un ulteriore strato isolante in lana di roccia con massa volumica di 70 kg/m3 e spessore di 60 mm. Il rivestimento esterno è costituito da rasatura cementizia nelle pareti del piano terra, mentre sulle pareti del volume superiore è stato realizzato un rivestimento ventilato con doghe di cedro rosso disposte orizzontalmente con giunto a vista.
Questa particolare stratificazione ha consentito di ottenere un elevato livello di isolamento termico con un valore di trasmittanza inferiore a 0,27 W/m2K.
Anche la stratificazione delle chiusure orizzontali superiori contiene la struttura di acciaio e, analogamente alle chiusure verticali, è costituita da una lastra in cartongesso, da un pannello di lana di roccia di 160 mm, da un pannello di fibre di legno orientate di 16 mm e da un rivestimento esterno in lana di roccia di 85 mm sul quale è applicata la guaina impermeabile. Anche in questo caso è stata raggiunta un’ottima prestazione di isolamento termico, inferiore a 0,23 W/m2K. Queste soluzioni, accompagnate da un impianto di riscaldamento a pannelli radianti alimentato con pompa di calore e la produzione di acqua calda mediante pannelli solari, ha consentito di centrare l’obiettivo del contenimento dei consumi con una riduzione di circa il 40% rispetto al livello imposto dalla normativa.

Estratto da “Case di acciaio. Due progetti di Frédéric Jauvion a Saint-Gély-du-Fesc” - Costruzioni metalliche n. 6 – 2013