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Revisione Norme Tecniche Costruzioni: soddisfazione degli ARCHITETTI per il testo approvato

Positivo il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti all’approvazione delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, che relativamente agli EDIFICI ESISTENTI ha espresso il proprio parere favorevole per il “testo A”,

 

Il commento di Rino La Mendola, Vicepresidente del CNAPPC e componente del Consiglio Superiore dei LL.PP.
 
Positivo il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti all’approvazione delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, che relativamente agli EDIFICI ESISTENTI ha espresso il proprio parere favorevole per il “testo A”, quello che prevede coefficienti di sicurezza differenti per gli edifici esistenti rispetto alle nuove costruzioni.
 
“Siamo soddisfatti per la conclusione della controversa vicenda della revisione delle norme tecniche delle costruzioni - che si protraeva ormai da anni - e per l’approvazione di un testo, di fatto, condiviso dal Consiglio Nazionale degli Architetti”.

“E’ stata scelta la soluzione  - continua - che rende più semplice gli interventi sugli edifici esistenti, contro quella che sanciva lo status quo della vecchia normativa, e che rende così possibile la realizzazione di interventi prioritari per il Paese, quali quelli finalizzati alla rigenerazione urbana sostenibile”.

“Riteniamo particolarmente positiva l’introduzione dei coefficienti di riduzione sismica per le verifiche sulle costruzioni esistenti nella consapevolezza che sarebbe demagogico pretendere che gli edifici costruiti in epoca antecedente la classificazione sismica, seppure attraverso interventi di adeguamento, possano raggiungere prestazioni strutturali paragonabili a quelle degli edifici di nuova costruzione”.

La Mendola ha anche ricordato che “nel nostro Paese oltre 6 milioni di edifici sono a rischio sismico; oltre il 70% del totale degli edifici è stato realizzato prima delle norme antisismiche, tra questi oltre il 50% delle scuole che dovrebbero, invece essere i luoghi più sicuri; il 55% degli edifici italiani ha oltre 40 anni di vita, oltre 11 milioni di edifici sono in stato di conservazione mediocre o pessimo e si avvia rapidamente a fine vita”.

“Siamo ben consapevoli - conclude -  che si poteva fare di più e meglio e che c’è ancora tanto da fare, ma nel complesso la nostra valutazione è positiva: viene, infatti, tracciato un percorso per la definizione di una normativa in linea con le regole europee, che, al tempo stesso, è in grado di offrirci strumenti necessari per il recupero, il consolidamento e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente”.