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Il Legal BIM

i maggiori studiosi che, sul piano giuridico, hanno analizzato il tema della Modellazione e della Gestione Informativa (BIM) a proposito del quale inizia a esservi una letteratura in termini di contenzioso digitale.

Howard Ashcraft, Klaus Eschenbruch, David Mosey, Xavier Pican: sono nomi che con ogni probabilità poco dicono alla platea dei professionisti e degli imprenditori italiani.

Essi sono i maggiori studiosi che, sul piano giuridico, hanno analizzato il tema della Modellazione e della Gestione Informativa, a proposito del quale inizia a esservi anche una letteratura embrionale in termini di contenzioso digitale.

Naturalmente gli argomenti trattati sono molteplici, andando dalla tutela della proprietà intellettuale alle definizione delle responsabilità professionali, ma, in definitiva, la questione fondamentale riguarda la nozione di Collaborazione.

E' del tutto evidente, infatti, come qualunque approccio strumentale alla Modellazione Informativa non possa che confrontarsi con questo motivo, sia sotto il profilo dello scambio informativo sia, in particolar modo, a proposito della amministrazione del flusso informativo.

Sul primo punto, tutti gli sforzi incentrati sui Livelli di Definizione e sui Livelli di Sviluppo appaiono abbastanza relativi se non si considerano alcuni aspetti:

  1. la fase dell'ideazione architettonica, realizzata attraverso lo schizzo manuale o il modello analogico, tende a sottrarsi alla relazione istituita tra Space Programming, BIM Authoring e Model Checking;
  2. il passaggio bidirezionale rapido tra ambiente di modellazione e ambiente di calcolo avviene con difficoltà, in quanto, sia in ambito energetico-impiantistico sia in ambito strutturale, i modelli analitici non paiono sufficientemente attendibili;
  3. la tendenza inevitabile comporta che avvenga una transizione tra il documento e il dato, implicando la costituzione di metriche oggi scarsamente disponibili.

In merito al secondo aspetto, la Gestione del Modello Informativo sta, in realtà, generando molte perplessità sulla definizione professionale del BIM Manager e del BIM Co-ordinator, senza dimenticare che anche il profilo, più neutro, dell'Information Manager non sembra così facilmente distinguibile da un Digital Designer.

Come detto, numerosi sono gli argomenti evocabili, ma centrale risulta essere, appunto, la proprietà del Modello Informativo, a fronte di una serie di elementi da considerare, tra cui:

  1. il significato di validazione degli applicativi informatici, che travalica di gran lunga la interoperabilità tra i software, così come quello di attendibilità dei contenuti delle BIM Library;
  2. la con-fusione tendenziale, la difficile distinguibilità, che il passaggio dal Modello Informativo Federato a quello Integrato indurrà nell'allocazione delle responsabilità e dei rischi tra gli Information Model Author, sia sotto il profilo civilistico sia sotto quello assicurativo.

Le icone della Collaborazione, tuttavia, parrebbero essere due: l'Integrazione delle Discipline e delle Fasi, nonché la Individuazione dei Conflitti tra Entità.

Il Conflitto, ovverossia la Clash, anzitutto, ha sempre figurato come l'emblema del ritorno sull'investimento, così come sullo sforzo, che la Modellazione Informativa poteva esibire: epperò, a prescindere dalla natura, non sempre univoca, del Conflitto stesso, esso, una volta identificato tramite l'applicativo, può provocare una catena decisionale in cui tutti i soggetti interessati devono muoversi con grande cautela, in considerazione delle pattuizioni contrattuali e del regime professionale in cui operano.

Parimenti, l'intima essenza della Modellazione Informativa, che risiede nella Gestione delle Informazioni entro un ambito di Condivisione, sembra stridere con una Separazione e con una Distinzione dei Ruoli, dei Saperi e delle Fasi che caratterizza la legislazione vigente in materia di contratti pubblici.

E' interessante osservare come l'analisi giuridica, per quanto sfoci nella necessità di definire clausole contrattuali specifiche aggiuntive, non cerchi tanto di rinvenire nei contratti tipo attuali (FIDIC, NEC, JCT, PPC) la menzione esplicita di Building Information Modeling quanto, piuttosto, il suo riferimento implicito.

La conclusione di queste scarne considerazioni è, dunque, che, nell'ottica del termine contrattuale esteso del Ciclo di Vita, la natura della Stazione Appaltante o dell'Amministrazione Concedente muta da acquirente di Beni Tangibili (Immobili) a compratore di Beni Intangibili (Informazioni).

Chiedere il BIM, Fare il BIM: è evidente che se si pensa di iniziare dalle Linee Guida o dai Progetti Pilota si rischia di travisare ciò che il Digital Contracting ci suggerisce e di incappare in spiacevoli contenziosi, di fatto già rinvenibili nelle prime, incaute, esperienze avviate nel Nostro Paese. Servono, invece, Mappe Processuali e Contratti Tipo.