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Acciaio a vista nella ristrutturazione di un ex capannone ora nuova sede Girolibero –Zeppelin

Recupero e ristrutturazione di un ex capanannone industriale in acciaio per la nuova sede Girolibero –Zeppelin

Le periferie urbane hanno segnato forse nel modo più marcato le trasformazioni avvenute nelle città italiane dagli anni ‘80 ai giorni nostri. Gli edifici produttivi, contornati dai complessi residenziali sorti negli anni del boom economico, hanno cessato di essere vissuti con il trasferimento delle attività verso l’hinterland, lasciando spesso vuoti e destinati al degrado, grandi spazi urbani.
Di recente, la volontà di recuperare tali aree per interventi a “consumo di suolo zero” ha offerto una “palestra” nella quale si sono cimentati gli architetti, con progetti di riqualificazione spesso divenuti vere e proprie immagini del rilancio dei quartieri periferici.
La nuova sede Girolibero – Zeppelin, Tour Operator specializzato in viaggi in bicicletta, nasce proprio da un ex capannone industriale bipiano di fine anni ‘70, oggetto di in un intervento di ristrutturazione e ampliamento per cambio destinazione d’uso.
Esternamente il capannone si presentava identico a strutture prefabbricate in c.a., ma internamente i progettisti rimasero colpiti dalle coperture in acciaio, perfettamente conservate rispetto al decadimento generale che le circondava. Si è scelto quindi di mantenere gli elementi in acciaio e di lasciarli volutamente a vista, dato che anche a livello strutturale erano in perfetto stato. Promuovendo inoltre una mobilità “green” la richiesta del Committente era di avere un edificio in classe A+ e che offrisse il massimo comfort per i dipendenti.

Punto di partenza per il nuovo edificio è dunque stata la struttura in acciaio, costituita da pilastri HEA 300 con travi IPE 600 e solai d’interpiano in lamiera grecata zincata tipo EGB sp. 10/10; in copertura sono presenti travi IPE di altezza variabile e lamiera grecata EGB 1000.
I profili, originariamente di colore rosso, sono stati verniciati in bianco per coerenza cromatica con le scelte architettoniche.

L’ampliamento ha riguardato la creazione di un portico esterno in carpenteria metallica, con travi HEA 200 sia per gli elementi verticali che orizzontali e solai in lamiera grecata con getto collaborante. Un intervento fondamentale ha riguardato le esistenti strutture esterne del tetto, inadeguate ad isolare opportunamente l’edificio, sostituite con pannelli lignei sui quali sono state installate lastre in lamiera di acciaio zincato.

Per ottemperare ai requisiti di efficienza energetica particolare attenzione è stata riservata alla progettazione degli impianti di condizionamento e dell’illuminazione, sia naturale che artificiale. Il perfetto stato di conservazione degli elementi portanti in acciaio ha consentito di modificare la destinazione d’uso senza consumo di materiale (demolizione o ripristino), semplicemente utilizzando pannelli di compartimentazione interna per la creazione degli uffici ed isolando termicamente e acusticamente gli spazi. Cromaticamente il complesso è caratterizzato da scelte rigorose: bianco per coperture e alcune pareti, color “corda” per le restanti pareti, “nocciola” per i pavimenti. Complessivamente la nuova sede è disposta su 3.000 mq, la metà dei quali destinata agli uffici e la restante all’officina per le biciclette, il progetto di riqualificazione ha inoltre previsto la bonifica di materiale dannoso come l’amianto, riscoprendo invece la linfa vitale nascosta dall’apparente stato di degrado.

NUOVA SEDE GIROLIBERO – ZEPPELIN
VICENZA

Committente
Girolibero srl
Progetto architettonico
Umberto Marin
Progetto strutturale
Fabio Lovato
Progetto impiantistico
Studio SIA – Lorenzo Barban, Marco Sabbatini
Impresa
De Facci Luigi spa
Costruttore metallico
Massignani & C. srl

 


RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA NUOVA SEDE GIROLIBERO – ZEPPELIN 

1. Introduzione
Si tratta del progetto di ristrutturazione di un edificio produttivo della fine degli anni ’70 sito in Via Conforto da Costozza a Vicenza, con il cambio di destinazione d’uso del primo piano dell’edificio da produttivo a direzionale e un piccolo ampiamento.
L’ampliamento consiste nella realizzazione di un portico al piano terra e terrazza al piano primo, progettato per mascherare una scala esterna esistente di accesso al piano primo.
A grandi numeri l’edificio è costituito da: 1500 mq di officina al piano terra per le 1500 bici arancioni, 1500 mq di uffici al primo piano suddivisi da 1500 mq di pareti fonoassorbenti per un ottimo confort acustico.

2. Immaginare una trasformazione
Fin dal primo sopralluogo ci siamo innamorati della struttura di copertura di questo spazio: travi in acciaio di altezza variabile con un solaio in lamiera grecata così ben costruito e progettato che non dimostrava i quarant'anni di età.
A quel punto l'idea di progetto è ruotata intorno alla necessità di far vedere il più possibile questo soffitto. Ci siamo alzati di 35 cm. con un pavimento galleggiante per permettere il passaggio di tutta l'impiantistica e abbiamo realizzato tutti gli spazi di servizio centrali più bassi, racchiusi all'interno di quelle che sono state chiamate le “scatole bianche”, volumi molto puri esaltati da un'illuminazione d'effetto.
Il primo spazio che si trova all’ingresso è la cucina/zona ristoro, pensata come il cuore pulsante dell’intero edificio con tre grandi tavoli rotondi e dedicata ai momenti di condivisione tra dipendenti, così come la terrazza per il pranzo all’aperto con limonaia realizzata con soli legni locali.

3. Realizzare quanto sperato
Le indicazioni ricevute dal committente erano di realizzare un ambiente di lavoro in classe A+ , nel quale il comfort dei dipendenti fosse al primo posto.
Ecco allora in breve i sei punti che ci siamo prefissi di rispettare e come sono stati realizzati:
1. Qualità dell’aria e temperatura: grazie ai più avanzati impianti per il condizionamento, il filtraggio e il ricambio dell’aria sono ad alto recupero energetico. I materiali utilizzati sono anti-acaro, il tutto progettato per facilitare le pulizie quotidiane di aspirazione pavimenti o spolvero mobili;

2. Illuminazione: naturale o artificiale è sempre tangente agli schermi dei computers. Lampade led a bassissimo consumo autoregolanti in ogni stanza, e larghe vetrate a tutta altezza con frangisole esterni automatici in tutti gli uffici. Negli spazi centrali comuni l’illuminazione è diffusa verso l’alto, nascosta nella copertura delle basse “scatole” bianche, oppure ad effetto, inserendo delle strip-led nel battiscopa;

3. Ergonomia e movimento: 70 scrivanie motorizzate che permettono di combattere i mali del lavoro sedentario, che uccide più delle sigarette. Ognuno può cambiare in qualsiasi momento l’altezza della scrivania, scegliendo durante la giornata di lavorare in piedi, seduto, o a mezzavia e magari fare qualche sano esercizio di stretching;

4. Acustica: un ambiente senza echi e riverberi grazie ai 1500 mq di pareti fonoassorbenti, al pavimento modulare tessile in moquette rasata, ai separé “albero” prodotti dai “designer del silenzio” abv.be.;

5. Aspetto visivo: colori tenui, tanto bianco, pareti microforate dal caldo effetto tessuto, divanetti arancioni per l’ingresso e la sala conferenze, 15 piante di limoni;

6. Posizione geografica; scelta dopo una lunga ricerca, a due passi dal centro storico, ottimamente collegata con i mezzi pubblici, discretamente sicura da raggiungere in bici. La posizione della nuova sede rispetto a periferici capannoni “vicini all’autostrada” ha permesso un risparmio di almeno 15 seconde macchine a chi ci lavora.

4. Dettagli tecnici di realizzazione
a. La struttura esistente
L’edificio esistente ha una struttura in acciaio formata da pilastri HEA 300 che portano un solaio intermedio costituito da travi IPE 600 e una lamiera grecata EGB 1000 sp. 10/10. La copertura è formata da travi IPE di altezza variabile da 40 a 80 cm. con una lamiera grecata EGB 1000 sp. 10/10. Tutti i profili in acciaio erano verniciati con un colore rosso scuro. Il progetto di ristrutturazione ha modificato il colore della struttura nel piano primo e nel magazzino piano terra variando il colore da rosso a bianco RAL 9010. La struttura del deposito carrelli al piano terra è rimasta invece invariata.

b. Il portico esterno
Nato inizialmente per mascherare la scala esistente, ha trovato un suo specifico ruolo come parcheggio coperto per le biciclette dei dipendenti al piano terra e come terrazza per il pranzo all’aperto al piano primo, essendo direttamente collegato al locale ristoro e relax.
La struttura portante è in acciaio. Sono state utilizzati i profili HEA 200 sia per i pilastri che per le travi. Il solaio è in lamiera grecata HI-BOND tipo A55/P600 con cappa in cemento collaborante.
Per le pareti si sono utilizzati dei blocchi in laterizio, rivestendo le parti in acciaio con pannelli di acquapanel, e proteggendo tutto con intonaco esterno.
Sopra al solaio si è gettato un massetto per le pendenze e si è posata una doppia guaina bituminosa. Si è completata la terrazza con la posa del pavimento in legno di frassino termotrattato fissato su magatelli.

c. La Copertura
La copertura originaria in lamiera grecata da 10 cm era isolata con 12 cm di poliuretano e impermeabilizzata con guaina. Il grosso problema era costituito dalle infiltrazioni d’acqua tra i diversi corpi di fabbrica del capannone, realizzati in momenti diversi.
In fase di ristrutturazione si è proceduto a fissare dei pannelli di legno OSB con viti passanti sopra all’isolamento esistente. Su questi pannelli si sono fissate le lastre in lamiera di acciaio zincato tipo Coverib della Ondulit a profilo grecato dello spessore di mm 0,60 protetta nella faccia superiore da un rivestimento ( dello spessore di circa mm 1,7) con funzione anticorrosiva ed insonorizzante a base bituminosa e da una lamina in alluminio naturale, e nella faccia inferiore da un primer bituminoso e da una lamina di alluminio naturale. Sono stati realizzati dei nuovi compluvi e dei nuovi canali di gronda per la raccolta delle acque pluviali per risolvere il problema delle infiltrazioni.

d. I serramenti
I fori del piano primo in fase di ristrutturazione sono stati ingranditi, fino ad arrivare a quota pavimento. Nei sedici fori di 4.80 m di larghezza per 2.80 m di altezza sono stati inseriti sedici serramenti della serie SCHUCO ASS 70.HI.
I profili metallici sono estrusi in lega primaria di alluminio EN AW-6060 con alzante scorrevole e un’anta fissa. Il tamponamento vetrato è composto da Lastra esterna:6+6 PVB 0,76 MOLATO MFG, Intercapedine:16 ARGON, Lastra interna:5+5 B.E PVB 0,38 MOLATO MFG con Ug =1.1 W/mqK
Il parapetto interno è in cristallo doppia lastra temperata da 8+8 mm.

e. Isolamento a parete e pavimento
Il piano primo è classificato in classe A+.
Le pareti perimetrali sono state rivestite con un isolamento termico "a cappotto" della ditta ROFIX POLY EPS-LAMBDAPOR, realizzato mediante impiego di pannelli in EPS Classe EPS 100, della dimensione di 100x500 mm per uno spessore di mm 200 aventi le seguenti carattteristiche: Conduttività termica (id)= 0,32 W/mK. L'ancoraggio dei pannelli al supporto è realizzato mediante stesura di malta adesiva a base cemento bianco tipo ROFIX POLISTAR; i pannelli sono rivestiti in opera con uno strato sottile di malta adesiva rasante a base cemento bianco tipo ROFIX POLYSTAR, lo strato di finitura è costituito da uno strato di rivestimento in pasta tipo ROFIX RIVESTIMENTO ACRILICO.
Sotto il pavimento sopraelevato, sopra gli impianti, è stato posato un isolante in lana di vetro imbustato da 100 mm, per isolare il piano primo dal piano terra.

f. Pavimenti
Il pavimento del primo piano destinato ad uffici è sopraelevato di 35 cm. rispetto al pavimento esistente in battuto di cemento, per ospitare tutte le condotte impiantistiche. Questa scelta è stata fatta per mantenere a vista la copertura originale in travi di acciaio e lamiera grecata, senza utilizzare controsoffitti. Si è utilizzato un pavimento sopraelevato formato da quadrotte modulari 60x60 in truciolare di legno da 38 mm e come finitura una moquette modulare 50x50 in microtuft.
Nella zona ristoro e relax si è utilizzato il legno industriale Rovere, mentre nella terrazza esterna si sono posate delle doghe in legno Frassino termotrattato posato su magatelli.
Abbiamo scelto come pavimento per gli uffici la moquette modulare per la qualità del materiale, per la sua capacità di stare in relazione agli altri materiali accostati, per la sua capacità di assorbire i suoni (assorbe i rumori 10 volte di più di ogni altro materiale) e per il comfort che riesce a dare (la fibra di cui è composta è un isolatore termico e aiuta a mitigare il freddo a livello del suolo).
Il piano terra ha il pavimento originale in battuto di cemento.

g. Le pareti divisorie
Le pareti divisorie interne sono di due tipi:
• Le pareti divisorie tra gli uffici insonorizzate e fonoassorbenti su ambo i lati dello spessore complessivo di cm. 26, costituita da una struttura da 75 mm. rivestita da 4 lastre di cartongesso ciascuna dello spessore di 13 mm., due per lato con l'inserimento di lana di roccia spessore 70 mm. nell'intercapedine della parete, potere fonoisolante Rw = 55 dB. Contropareti acustiche nei due lati costituite da struttura da 50 mm, rivestita con una lastra forata Rigitone 12/25 di cartongesso sp. 13 mm, con l'inserimento nell'intercapedine di fibra di poliestere sp. 50 mm, il tutto
• Le pareti tra gli uffici e il corridoio, in alluminio e vetro, con possibilità di essere smontate e spostate facilmente. In particolare la parete è completamente trasparente, con vetro monolastra temperato stratificato mm 5+5 e struttura a pavimento e soffitto in profili di alluminio estruso.

h. Colori
Le scelte cromatiche fatte sono state molto rigorose in tutto l’edificio, con il bianco e il “corda” delle pareti, il pavimento in moquette nocciola.

i. Impianti
Controllo temperature interne con sistema a volume refrigerante variabile (VRV)

L’impianto di controllo delle temperature interne, è realizzato attraverso un sistema ad alimentazione elettrica, composto da unità esterne in pompa di calore per il funzionamento estivo ed invernale collegate alle unità interne con sistema di distribuzione del gas refrigerante.
Questo sistema ha due caratteristiche principali:
• L’assorbimento di corrente è sempre proporzionale al carico attivo sulla macchina
• Controllo del carico di punta della macchina, cioè se l’assorbimento totale di corrente supera un valore prestabilito le unità provvedono ad una riduzione prestabilita della potenza erogata.
La scelta dell’alimentazione elettrica è stata dettata da un lato dalla scarsità dell’erogazione di gas presente in zona e dall’altro dalla possibilità di avere, con questo sistema, un impianto flessibile, che può garantire il massimo risparmio energetico.
Vi è la possibilità, infatti, di controllare la temperatura dei singoli locali anche attraverso PC, favorendo il funzionamento delle unità esterne con potenza ridotta.

j. Ricambio aria
Tutti gli uffici sono dotati di un impianto di ricambio d’aria costituito da unità di estrazione ed immissione aria con recupero di calore a servizio di zone omogenee. La distribuzione e la ripresa d’aria viene realizzata con diffusori lineari da inserire a filo del controsoffitto. Tale sistemazione permette un lancio dell’aria orizzontale aderente al controsoffitto, in modo da evitare la caduta diretta del flusso di aria. Durante la stagione invernale la temperatura dell’aria di immissione viene controllata con resistenze elettriche poste sul canale di immissione, in modo da innalzare la temperatura dell’aria di recupero.

k. Progetto illuminotecnico
Il progetto illuminotecnico si basa su un impianto demotico il quale permette di regolare in modo del tutto automatico l’illuminazione artificiale interna agli uffici in base al livello di illuminazione naturale proveniente dalle grandi vetrate. Un sensore inoltre percepisce la presenza di persone e l’illuminazione interna di un ufficio si spegne quando al suo interno non ci sono lavoratori. Tutto questo comporta un considerevole risparmio di energia elettrica.



Articolo a cura di Fondazione Promozione Acciaio

www.promozioneacciaio.it