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CNI: no all’Albo unico proposto del Cogepapi

Insiste il Cogepapi - Coordinamento dei Geometri, Periti agrari e Periti industriali- con la proposta dell’Albo unico, nonostante i vari rifiuti del CNI

Insiste il Cogepapi - Coordinamento dei Geometri, Periti agrari e Periti industriali- con la proposta dell’Albo unico, nonostante i vari rifiuti del Consiglio Nazionale Ingegneri. La proposta presenta il progetto di unificazione dei 3 Collegi e di creazione di un soggetto professionale verso il quale dovrebbero confluire anche gli iscritti alla sezione B degli albi degli ingegneri.

Il 28 giugno 2012, al Forum "Verso la professione tecnica di primo livello nel settore dell'ingegneria" organizzato dal Cogepapi, veniva presentato l'omonimo rapporto realizzato dalla Fondazione Censis su commissione dei Collegi e Consigli nazionali dei Geometri, dei Periti agrari, dei Periti industriali, che avrebbe dovuto fotografare la situazione attuale delle professioni di primo livello.
Il CNI ha contestato l'affermazione contenuta nel rapporto Censis-Cogepapi secondo la quale solo un nuovo raggruppamento professionale (precisamente i "tecnici dell'ingegneria" dove dovrebbero confluire gli attuali iscritti ai Collegi di geometri, periti industriali e periti agrari e anche i professionisti juniores degli albi di ingegneri e architetti) potrebbe garantire agli attuali iscritti alle sezioni "b" degli albi di ingegneri il riconoscimento di effettive competenze professionali.

Secondo il rapporto, infatti, i professionisti juniores non dispongono "di competenze professionali paragonabili a quelle degli ingegneri e tanto meno a quelle previste per i geometri e periti, che in entrambi i casi prevedono attribuzioni di competenze maggiori".
Il CNI ha, infatti, ricordato la sentenza n. 686 del 9 febbraio 2012 con la quale il Consiglio di Stato ha definitivamente riconosciuto le competenze degli ingegneri juniores nella progettazione di strutture in zona sismica.

Continua, così, la saga della botta e risposta: presentata,infatti, la Circolare n. 100 del 24 luglio 2012 che ribadisce l’obbligatorietà dell’iscrizione all’Ordine degli Ingegneri peri laureati di primo e secondo livello.

Il segretario generale del Censis Giuseppe De Rita critica la moltiplicazione degli studi generici che ha portato allo sviluppo di 3.600 corsi di laurea triennale: "Tutto è generico e nulla è specifico e professionale.”

Il CNI ha ricordato l'art. 19 (Livelli di qualifica) del D.Lgs. 9 novembre 2007, n. 206 (che ha recepito la Direttiva 2005/36/CE) secondo il quale sono qualifiche professionali quelle risultanti dal possesso di:

a) un attestato di competenza;

b) un certificato che attesta il compimento di un ciclo di studi secondari;

c) un diploma (che potremmo definire di 10 livello) che attesta un percorso di formazione post secondario diverso da quello di cui alle lett. d) ed e) e, per le professioni regolamentate, un percorso formativo indicato dall'Allegato Il al D.Lgs n. 206/2007;

d) un diploma (che potremmo definire di 20 livello) che attesta un percorso formativo universitario o comunque post-secondario di durata almeno triennale;

e) un diploma (che potrebbe definire di 30 livello) che attesta un percorso formativo universitario di durata almeno quadriennale.

Esistono, dunque, 5 livelli di qualifica professionale dei quali i primi 3 accessibili con titoli di formazione non accademici o comunque inferiori a quelli della laurea di primo livello dell'ordinamento italiano.

Il CNI non si dimostra contrario alla costruzione dell'Albo unico ove confluiscano i professionisti attualmente iscritti ai Collegi di geometri e periti, ma ha sostenuto che tale processo di fusione deve avvenire attraverso un percorso coerente e trasparente, incompatibile con la proposta del rapporto Censis-Cogepapi.