La ripresa dell’economia italiana prosegue anche se a ritmo lento; ma per le Costruzioni, il 2016 potrebbe essere l’anno di svolta.
A ipotizzarlo la nota di febbraio dell’ANCE che analizza l’andamento delle Costruzioni nel 2015 attraverso l’analisi dei suoi macro-indicatori.
La ripresa dell’economia italiana prosegue anche se a ritmo lento; ma per le Costruzioni, il 2016 potrebbe essere l’anno di svolta.
A ipotizzarlo la nota di febbraio dell’ANCE che analizza l’andamento delle Costruzioni nel 2015 attraverso l’analisi dei suoi macro-indicatori.
L' ECONOMIA ITALIANA IN RECUPERO
L’economia italiana nel 2015 è tornata a crescere dopo la lunga fase recessiva registrata negli anni precedenti.
Il Pil secondo dati Istat è aumentato con tassi di intensità crescenti, passando da +0,1% del primo trimestre del 2015 al +1,0% del quarto (stima preliminare Istat) nel confronto con i rispettivi periodi dell’anno precedente.
L’andamento positivo del Pil, è sostenuto dopo anni di flessione della domanda interna, dalla ripresa dei consumi privati e dal graduale riavvio degli investimenti in capitale produttivo. Il segno è, invece, ancora negativo per gli investimenti in costruzioni.
Per l’anno 2015 l’Istat stima una crescita del prodotto interno lordo dello 0,6% in termini reali, cui seguirà un aumento più sostenuto nel 2016 che oscillerà tra l’1% dell’Ocse e l’1,4% dell’Istat e della Commissione Europea.

SEGNO ANCORA NEGATIVO PER IL 2015 MA PER IL 2016 POTREBBERO ESSERCI BUONE SPERANZE
Per il 2015 i livelli produttivi del settore risultano ancora in flessione. La stima formulata dall’Ance è di una riduzione degli investimenti in costruzioni dell’1,3% in termini reali, in rallentamento rispetto ai significativi cali degli anni precedenti (-7% nel 2013 e -5,2% nel 2014). La flessione più contenuta rispetto agli anni precedenti è correlata alla proroga del potenziamento degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico (previsti dalla Legge di Stabilità 2015) e ad uno sviluppo della domanda di opere pubbliche che si è manifestata con un aumento dei bandi di gara nel 2014 e nel 2015.
Nel corso del 2015 alcuni indicatori settoriali hanno mostrato un’attenuazione della tendenza negativa.
PRODUZIONE NELLE COSTRUZIONI. L’indice Istat della produzione nelle costruzioni corretto per gli effetti di calendario evidenzia nella media annua ancora un calo tendenziale dell’1,9% ma in significativo rallentamento rispetto al 6,9% del 2014 ed al -10,6% del 2013.
Nel mese di dicembre, in particolare, l’indice evidenzia un ulteriore lieve aumento dello 0,6% rispetto a dicembre 2014. Tale incremento segue il dato positivo di novembre scorso (+4% su base annua), il primo dopo oltre quattro anni di cali mensili tendenziali consecutivi.
Su questi primi risultati positivi si presume che, in parte, possano aver inciso le favorevoli condizioni metereologiche di fine anno 2015 rispetto ai corrispondenti mesi del 2014, particolarmente piovosi.
PERMESSI DI COSTRUIRE. I dati Istat sui permessi di costruire segnalano, nel primo semestre 2015, una flessione per le nuove abitazioni del 10,7% su base annua, più contenuta rispetto al -11,8% del 2014 e del -34,9% del 2013. Tale dinamica conferma il trend fortemente negativo in atto ormai da un decennio. Nel confronto con il picco del 2005 (305.706 abitazioni), il numero dei permessi ritirati per la costruzione di nuove abitazioni e ampliamenti è, infatti, progressivamente diminuito, e, nel 2014, si stima che il numero di abitazioni concesse sia di circa 54.000, con una flessione complessiva dell’82,3%. Si tratta di uno dei livelli più bassi mai raggiunti, inferiore, escludendo gli anni del secondo conflitto mondiale, al 1936.
INVESTIMENTI NELLE COSTRUZIONI.
Complessivamente, tra il 2008 al 2015, il settore delle costruzioni ha perso il 34,8% degli investimenti. Negli otto anni, per la nuova edilizia abitativa la flessione raggiunge il 61,1%, l’edilizia non residenziale privata segna una riduzione del 35,0%, mentre le costruzioni non residenziali pubbliche registrano una caduta del 48,7% (-54,7% dal 2005 al 2015).
Solo il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali, che è giunto a rappresentare il 36,3% degli investimenti in costruzioni,
mostra una tenuta dei livelli produttivi (+19,4%) grazie anche all’effetto di stimolo derivante degli incentivi fiscali (55% e 65%) relativi agli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica.

PREVISIONE ANCE. Il 2016 potrebbe rappresentare l’anno di svolta per il settore delle costruzioni. La previsione dell’Ance è di un aumento dell’1% in termini reali degli investimenti in costruzioni che interrompe il trend negativo in atto dal 2008. L’inversione di tendenza sarà guidata dal prolungamento della crescita del comparto della riqualificazione del patrimonio abitativo, dal cambio di segno nelle opere pubbliche, dopo un decennio di forti cali, e da un’attenuazione della caduta dei livelli produttivi nella nuova edilizia abitativa e nel non residenziale privato.
Le misure fiscali contenute nella Legge di Stabilità 2016 assumono un ruolo sicuramente importante per il consolidamento della crescita del mercato immobiliare e per l’avvio della ripresa del settore delle costruzioni:
- introduzione della detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B;
- conferma della proroga del potenziamento delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie e interventi di efficientamento energetico degli edifici;
- eliminazione dell’imposizione patrimoniale sulla prima casa;
- agevolazioni fiscali per il leasing immobiliare per la prima casa.
Sul fronte dei lavori pubblici, inoltre, la Legge di Stabilità 2016 prevede la cancellazione del Patto di stabilità interno e, grazie all’utilizzo della clausola europea per gli investimenti, un’accelerazione della spesa da realizzare nel 2016 per programmi già approvati, nonché un incremento delle nuove risorse stanziate (+8% in termini reali rispetto al 2015).
La ripresa delle costruzioni è determinante per un effettivo rilancio dell’economia italiana, grazie agli importanti effetti moltiplicativi che una spesa aggiuntiva in costruzioni genera sull’intero sistema economico. La produzione e l’occupazione di un significativo numero di settori produttivi dipendono, infatti, in misura consistente ed in alcuni casi pressochè totale dall’attività del settore delle costruzioni. Esso infatti, effettua acquisti di beni e servizi dall’88% dei settori economici. Inoltre, una domanda aggiuntiva di 1.000 milioni di euro nelle costruzioni genera effetti diretti e indiretti per 2.292 milioni di euro. Tenendo conto anche dell'effetto indotto la ricaduta sul sistema economico è di 3.513 milioni di euro. In termini di occupazione, la produzione aggiuntiva di 1.000 milioni di euro in costruzioni attiva 15.555 unità di lavoro di cui 9.942 direttamente nel settore delle costruzioni e 5.613 nei comparti collegati