Architettonico + Strutturale + Impiantistico = modello unico BIM?
Modello unico? No grazie
Una doverosa premessa
In occasione di recenti incontri presso Ordini professionali e convegni ho avuto modo di testare personalmente quanto sia ancora diffusa una certa dose di incertezza rispetto a concetti base della progettazione BIM oriented.
La cosa risulta ancora più sorprendente quando ad esprimere questa incertezza sono proprio coloro che dovrebbero poterla utilizzare al meglio, ovvero i progettisti.
Da quando ho cominciato a partecipare a incontri simili, e si tratta ormai di diversi anni fa, ho notato come la platea dei partecipanti si sia dimostrata sempre più desiderosa di conoscere il processo BIM nelle sue parti costituenti, e soprattutto di come poterlo applicare al meglio nell’attività professionale quotidiana.
Una buona volontà sicuramente aiutata e favorita, se vogliamo essere onesti, anche dalla speranza che attraverso la conoscenza del BIM si possa accedere a mercati stranieri ed opportunità professionali, che altrimenti sarebbero difficili da raggiungere.
È evidente che per poter acquisire le capacità di “lavorare in BIM” (come spesso capita di sentire) non sia sufficiente partecipare ad alcuni incontri o congressi.
Il BIM nel suo complesso è un processo vivo, in continuo divenire e che si alimenta quotidianamente di nuove norme approvate, riedizioni aggiornate di BIM guides, leggi e decreti. La rete, i social network, le discussioni accademiche e politiche si alimentano così di nuovi spunti, nuovi temi da approfondire e chiarire.
Non è facile seguirne le continue evoluzioni, soprattutto se il proprio lavoro impone altre attività per proseguire nella crescita professionale.
La premessa risulta necessaria alla luce di quanto ascoltato negli ultimi mesi. In Italia siamo in una fase di passaggio per quanto riguarda l’adeguamento delle procedure di progettazione e i metodi da utilizzare per essere competitivi con le nuove prospettive che sembrano affacciarsi nuovamente.
Il processo BIM non riguarda più i colleghi stranieri, ma comincia a farsi sempre più presente. I bandi pubblici ne sono uno specchio: il BIM è richiesto, l’Ente normatore italiano UNI sta realizzando la norma che definirà metodologie e flussi di lavoro per quanti vorranno applicare il BIM al proprio agire professionale.
È giunto il momento di chiarire concetti che fino ad ora sono stati affrontati da molti, ma che forse non sono stati chiaramente spiegati e diffusi tra i professionisti che ne dovranno fare buon uso.
Tra questi concetti base, che a mio parere risulta essere tra i principali, se non il più importante, troviamo la nozione di “modello BIM”.
Non esiste un modello unico nel BIM
Come si diceva, nel mondo dei progettisti che si stanno avvicinando al BIM, è frequente la convinzione che il modello BIM sia unico, contenente cioè tutte le varie discipline progettuali che partecipano allo sviluppo dell’opera.
In sostanza un modello tridimensionale parametrico che al suo interno raggruppa sia la progettazione architettonica, sia quella strutturale così come quella impiantistica.
Non credo si possa identificare quale sia l’origine di questa convinzione, né tantomeno se sia riconducibile a eventuali software house o “divulgatori BIM”, ma indubbiamente crea non poco sconcerto e disorientamento in chi, come il sottoscritto, si dedica quotidianamente alla spiegazione del processo BIM.
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