Cemento e clima: non si vince solo con i soldi, ma senza i soldi si rischia di non iniziare nemmeno.
Il futuro del cemento green negli Stati Uniti è a rischio. Il blocco dei fondi federali deciso dall’amministrazione Trump frena progetti chiave per la decarbonizzazione di uno dei materiali più usati al mondo. Il settore resta in bilico tra innovazione e inerzia, tra sforzi locali e incertezze nazionali. Ma la sfida climatica non può attendere.
Cemento e clima: il futuro incerto della decarbonizzazione negli USA
Tra pressioni politiche e sfide tecnologiche, il settore del cemento rischia di perdere la spinta verso la neutralità climatica. La cancellazione dei finanziamenti federali USA mina il percorso intrapreso, ma stati e industria non si fermano.
Negli Stati Uniti, il futuro verde del cemento si trova oggi in un momento di stallo.
La National Cement rischia di perdere un sussidio da 500 milioni di dollari destinato alla realizzazione di un impianto a emissioni zero in California. Il progetto – promosso sotto l’amministrazione Biden e previsto a Lebec – prevedeva un sistema di cattura e stoccaggio della CO₂, in linea con la legge californiana del 2021 che impone l’uso esclusivo di cemento a zero emissioni entro il 2045.
Tuttavia, il nuovo corso impresso dall’amministrazione Trump sta rimettendo in discussione molte delle misure adottate in precedenza per contrastare il cambiamento climatico. Tra queste, anche i finanziamenti previsti dal pacchetto dell’Inflation Reduction Act (IRA), che aveva destinato miliardi alla decarbonizzazione di materiali da costruzione come cemento, calcestruzzo e asfalto.
Già a gennaio, la Environmental Protection Agency (EPA) ha cancellato 21 grant destinati alla riduzione delle emissioni in questo settore. La giustificazione ufficiale? “Riallineamento con le priorità dell’attuale amministrazione”.
Il cemento: un prodotto essenziale in fase di evoluzione
Il cemento è il legante che tiene insieme la sabbia, la ghiaia e l’acqua (con il contributo di additivi e aggiunte) nel calcestruzzo. È ovunque: nelle strade, negli edifici, nei ponti. Per questo è prodotto in quantità talmente notevoli da rappresentare una quota importante delle emissioni globali di CO₂.
Il principale responsabile delle emissioni è il clinker, un componente chiave prodotto in forni che raggiungono i 1.500°C, spesso alimentati da combustibili fossili. A questo si aggiunge la CO₂ generata dalla trasformazione chimica del calcare in calce. Negli ultimi trent’anni, le emissioni da cemento sono triplicate, e la domanda globale è destinata a crescere del 50% entro il 2050.
Ecco perchè è importante agire sulla sostenibilizzazione di questo prodotto, attraverso una serie di interventi, dall'uso di fonti energetiche meno impattanti, a un miglioramento dei processi, all'uso di materiali sostitutivi del clinker, fino alla cattura del carbonio e alla compensazione.
Si tratta di interventi che richiedono investimenti corposi e costi maggiori in fase di produzione. E non tutti sono d'accordo su quale strada scegliere.
Decarbonizzazione: opportunità o ostacolo?
Durante la presidenza Biden, il Dipartimento dell’Energia aveva assegnato 1,5 miliardi di dollari a sei progetti di decarbonizzazione dell’industria cementiera.
Ma il cambio di rotta in atto rischia di bloccare anche questi fondi. Alcuni stati, come New York, Minnesota e Colorado, stanno cercando di colmare il vuoto lasciato dal governo centrale con politiche “buy clean”, che promuovono l’acquisto di materiali da costruzione a basse emissioni.
Nel frattempo, al Congresso si discute l’Impact Act, una legge bipartisan che prevede programmi di supporto alla produzione di cemento, calcestruzzo e asfalto a basse emissioni. La rappresentante democratica Valerie Foushee e il repubblicano Max Miller, promotori del provvedimento, hanno sottolineato l’urgenza di un’azione condivisa: “Il momento è adesso. È un’opportunità da cogliere”.
Una transizione ancora fragile
Sebbene l’industria si mostri in parte favorevole a un’evoluzione green, la realtà è che anche negli USA il mercato dei materiali a basse emissioni è ancora di nicchia.
Questi cementi sono più costosi, più lenti a indurire e, per molti, ancora poco costanti nelle prestazioni. Richiedono quindi investimenti sia da parte del fornitore che dell'utilizzatore in termini di sviluppo, controllo, gestione. E non si può tornare indietro.
“Il settore delle costruzioni è per natura avverso al rischio – spiega Ben Skinner del think tank RMI – e per buone ragioni: se un edificio crolla, le conseguenze sono gravissime”.
Il calcestruzzo ha dimostrati negli ultimi decenni la sua affidabilità, ecco perchè è il prodotto più usato al mondo dopo l'acqua.
La Portland Cement Association, tra le organizzazioni che hanno visto cancellare i fondi EPA, ha comunque ribadito il suo obiettivo: raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Ma senza il supporto del governo federale, il percorso sarà più lungo e incerto.
Come ha detto Lionel Lemay della National Ready Mixed Concrete Association, anche loro hanno perso un finanziamento da 9,6 milioni di dollari che avrebbe aiutato a sviluppare dichiarazioni ambientali di prodotto. “Senza il governo federale a supportarci – ha affermato – la nostra transizione sarà più lenta. Quello sforzo ci avrebbe davvero aiutato. Senza dubbio.”
Che effetti provocherà questo taglio dei sussidi? l'aumento dei dazi sarà sufficiente per arginare una maggiore richiesta di leganti dagli altri Paesi? che impatto porterà sul mercato internazionale del cemento? l'esempio dell'amministrazione di Trump sarà seguito da altri Paesi?
Queste sono alcune domande che le decisioni americane pongono su un tavolo molto importante.
Nel cemento si gioca una delle partite decisive della transizione ecologica. Che non si vince solo con i soldi, ma senza i soldi, rischia di non iniziare nemmeno.

Cementi e Leganti Sostenibili
La sezione INGENIO dedicata ai cementi e leganti sostenibili raccoglie articoli tecnici, normative, casi applicativi e innovazioni per un’edilizia a basso impatto ambientale. Un riferimento essenziale per chi costruisce il futuro.
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