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Circolare NTC18 e carico da neve: qualcosa di nuovo?

Le novità previste dalla Circolare relativamente al carico di neve

Novità per le strutture temporanee? 

Il paragrafo C3.4 della nuova Circolare esplicativa relativa all’aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni del 2018 esplicita quali siano le condizioni di carico relative alla neve. Con tale particolare paragrafo si supera, pertanto, la limitazione indicata nelle NTC2008 e relativa al carico da neve e al periodo di ritorno. 

Dopo quanto evidenziato nell’articolo relativo al vento (Circolare NTC 2018 e azione del vento:nuovi problemi?) e dopo quanto esposto nell’articolo del 2015 (Correlazione tra carico neve e vita utile per strutture tipo serre/tunnel) finalmente la Circolare allinea i criteri di stima alle indicazioni riportate nell’Eurocodice 1

È interessante notare come nel nuovo documento esplicativo, sia evidenziata la possibilità di “[…] stimare un diverso valore di riferimento corrispondente a Tn anni di periodo di ritorno impiegando l’espressione C.3.4.1.” Quanto descritto stride, però, con le indicazioni proposte nel paragrafo C2.4.1 riguardanti l’interazione tra tempo di ritorno e azioni di tipo ambientale. 

Quanto scritto nel paragrafo della Circolare, sembra suffragare le affermazioni per le quali, particolari costruzioni come le tensostrutture temporanee o le serre, regolate da norme specialistiche europee, possano essere realizzate considerando delle limitazioni di carico in funzione del periodo di ritorno. 

Se infatti consideriamo un periodo di ritorno di 10 anni, il coefficiente riduttivo da applicare al carico risulta pari a circa 0,70, valore che giustifica, ampiamente, la diffusione di tali strutture. 

Definitivamente, quindi, la Circolare si allinea alle indicazioni proposte nell’Eurocodice 1-1-3, per mezzo della quale, è possibile calcolare tensostrutture secondo le norme europee (UNI EN 13782 e UNI EN 13031).

E per le coperture piane? 

Una sostanziale differenza dalle norme precedenti riguarda, anche, l’azione della neve per coperture ad una falda. Infatti, la nuova norma introduce il parametro relativo alla dimensione equivalente in pianta, con il quale, è possibile stimare il carico della neve al di sopra di una copertura piana attraverso un’opportuna riduzione dello stesso operata dall’azione del vento.

Andamento di Lc al variare di W e per prefissati valori di L.

Figura 1 – Andamento di Lc al variare di W e per prefissati valori di L. 

Per coperture piane estese il coefficiente μ1 viene ricavato in funzione di un nuovo parametro denominato Ce,F. La lunghezza equivalente in pianta, pertanto, viene definita dalla seguente relazione:carico-neve-circolare-formula-0.JPG

in cui W ed L sono rispettivamente la dimensione minore e maggiore della copertura (W

Per poter comprendere meglio come varia il valore di Lc, possiamo rifarci al grafico riportato in Figura 1. Come si può apprendere dall’andamento della curva, per un prefissato valore di W (dimensione minore in pianta) il valore di Lc decresce all’aumentare della lunghezza della struttura (L). 

Ciò significa che l’effetto della riduzione del carico da neve operato dall’azione del vento diminuisce all’aumentare della lunghezza. Pertanto, per strutture estese (Lc>50 m) non è possibile ammettere una riduzione del carico di neve. 

Andamento del coefficiente Ce,F al variare di Lc.

Figura 2 – Andamento del coefficiente Ce,F al variare di Lc. 

La Figura 2 riporta l’andamento del coefficiente Ce,F  al variare della lunghezza equivalente di pianta. 

Infatti, per strutture estese (Lc>50m), la Circolare evidenzia che il coefficiente μ1 dovrà essere opportunamente amplificato attraverso la seguente relazione: 

carico-neve-circolare-formula-1.JPG 

Come è possibile evincere dal grafico, il coefficiente Ce,F per strutture di lunghezza notevole (esempio 300 m) può amplificare il coefficiente μ1 di circa il 15%. 

Queste indicazioni, però, sembrano non tenere in considerazione alcuni casi notevoli come la serie di edifici in linea. Infatti, si parla di “dimensioni in pianta dell’edificio” e non propriamente di “dimensioni in pianta degli edifici”. Teoricamente, quindi, se suddivido una struttura di lunghezza equivalente Lc=300 m in sei strutture da Lc=50 m distanziate di 1,5 m potrei, a rigore di logica, considerare un coefficiente μ1 unitario! 

Sarà quindi opportuno valutare in modo corretto tale coefficiente, soprattutto per insediamenti residenziali posti in linea o comunque adiacenti.

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