Dall'idrogeno «verde» alle Gigafactories: le 55 tecnologie che aiuteranno l'Europa a ridurre le emissioni di CO2
Capgemini Invent ha pubblicato un nuovo report che individua 55 progetti tecnologici che possono accelerare la ripresa economica e aiutare l’Europa a diventare net-zero entro il 2050.
Capgemini Invent, brand del Gruppo Capgemini dedicato a innovazione, consulenza e trasformazione digitale, ha pubblicato un nuovo report che identifica 55 progetti tecnologici che possono accelerare la ripresa economica e aiutare l’Europa a diventare net-zero entro il 2050.
Lo studio rivela come investimenti mirati possano contribuire ad affrontare il cambiamento climatico, creando 12,7 milioni di posti di lavoro, generando quasi 800 miliardi di euro di valore aggiunto lordo e riducendo fino a 871 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.
Le tecnologie su cui scommettere per la decarbonizzazione
L’analisi di Capgemini Invent, dal titolo “Fit for Net-Zero: 55 Tech Quests to Accelerate Europe’s Recovery and Pave the Way to Climate Neutrality”, presenta una serie di linee guida rivolte a decisori politici e investitori e illustra progetti realizzabili attraverso l’utilizzo dei 750 miliardi di euro stanziati dal Recovery Fund della Commissione Europea.
Lo studio è stato commissionato da Breakthrough Energy, una rete di organizzazioni fondata da Bill Gates e dai principali leader mondiali nel settore tecnologico e imprenditoriale per accelerare la transizione verso un futuro basato sull’energia pulita.
Il report “Fit for Net-Zero” analizza le tecnologie in cinque settori economici interconnessi:
- Energia
- Edilizia e costruzioni
- Industria
- Trasporti
- Alimentare e uso del suolo
Al vaglio degli esperti, tra cui innovatori, imprenditori e decisiori politici, sono finiti oltre 200 progetti e tra questi Capgemini Invent ha individuato 55 tecnologie giudicate a più alto impatto e con le maggiori probabilità di offrire risultati veloci e scalabili.
Si tratta di progetti e investimenti che potrebbero creare un mercato di beni e servizi a valore aggiunto lordo annuo fino a 790 miliardi di euro, favorire una riduzione fino a 871 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e creare quasi 13 milioni di posti di lavoro entro il 2030, sia introducendo nuovi lavori sia trasformando quelli esistenti.
Entro il 2050, ogni euro investito in questo portafoglio di tecnologie pulite ne dovrebbe generare 9 di fatturato futuro sui mercati europei.
«Molte promettenti tecnologie climatiche sono in cantiere, ma ora devono essere portate su larga scala in tempi brevi - ha affermato Ann Mettler, Senior Director di Breakthrough Energy - ciò richiede che l’Europa vada oltre i propri sforzi nella ricerca e nella scienza, ponendo la stessa enfasi su sviluppo e implementazione. L’innovazione è destinata ad avere un impatto limitato se resta bloccata in laboratorio. Ecco perché questo report esamina in modo molto dettagliato 55 esempi delle migliori e più avanzate innovazioni tecnologiche europee, che possono fornire al continente una solida base per riconquistare la leadership tecnologica globale».
Marco Perovani, Telco, Media, Technology & Energy, Utilities, Services Director di Capgemini in Italia, ha dichiarato:
«La ricerca per Breakthrough Energy conferma che la rivoluzione tecnologica verde in Europa può essere tanto significativa quanto quella digitale, supportando la potenza industriale e di leadership del continente. Questo report è pratico e concreto; raccoglie sia tecnologie già disponibili e in grado di avere un impatto reale entro il 2030, sia tecnologie pulite di prossima generazione che aiuteranno l’Europa a raggiungere l’ambizioso obiettivo di diventare net-zero entro il 2050».
Idrogeno, gigafabbriche, elettrificazione: i sei cluster per un'Europa green
Le 55 missioni tecnologiche sono organizzate in sei percorsi di accelerazione:
- Idrogeno
- Gigafactories
- Elettrificazione
- Reti intelligenti
- Bioeconomia
- Ccus (Carbon capture, utilization and storage) ossia sistemi per la cattura e il riutilizzo dell'anidride carbonica.
A esempio, partendo dal primo punto, gli investimenti nelle infrastrutture per la produzione di idrogeno creeranno una fiorente economia dell'idrogeno a basso costo con impatti in diversi settori industriali e per applicazioni di mobilità selezionate. Le Giga-fabbriche saranno fondamentali per la produzione delle tecnologie pulite, mentre l'elettrificazione su larga scala sarà importante per trasformare il modo in cui sono alimentati l'industria, gli edifici e i trasporti.
Edifici ed energia: esempi di tecnologie promettenti
Nel documento redatto da Capgemini, una ricca sezione è dedicata ai progetti destinati a migliorare le performance energetiche degli edifici.
Come si legge nel focus dedicato ai Buildings (settore edilizia e costruzioni), oggi gli edifici residenziali rappresentano il 75% di tutti gli immobili europei e più del 40% sono stati costruiti prima del 1960, quando le normative in materia di efficienza energetica non erano ancora ben definite. Di conseguenza, il settore edile è una delle fonti di emissioni di CO2 più significative in Europa e la ristrutturazione di quasi tutti gli edifici esistenti è una priorità.
Dei 55 progetti tecnologici, quelli inclusi tra il 27° e il 32°, sono proprio dedicati a soluzioni volte a migliorare gli edifici in cui viviamo, a esempio, avvalendosi di pannelli e finestre isolanti sottovuoto, PCM, aerogel, finestre e facciate fotovoltaiche, sensori intelligenti e pompe di calore.
Più in generale, il report invita a sviluppare edifici di nuova generazione altamente autonomi e basati su strutture di stoccaggio in loco (idrogeno, accumulo termico, geotermia, batterie), pompe di calore e gestione intelligente dell'energia.
Il focus dedicato all'energia invece, riporta 13 progetti, tra questi: la realizzazione di giga-fabbriche per la produzione di moduli fotovoltaici di nuova generazione basati su perovskite e celle a congiunzione multipla III-V ad alta efficienza; lo sviluppo di parchi eolici galleggianti in alto mare avvalendosi dell'80 per cento della potenzialità eolica europea non ancora sfruttata oppure la creazione di distretti industriali, in cui fare anche ricerca e sviluppo, per il biometano.
>>> Il Report completo sul sito di Capgemini
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