DISSESTO ITALIA: 300 miliardi di promesse
PREMESSA
- 7 agosto 2015 - Galletti: «Contro dissesto idrogeologico pronti 1,2 miliardi
- 20 marzo - Renzi: L'unità di missione contro il dissesto idrogeologico è uno dei veri successi del Governo Renzi fino ad ora? Qualche risposta: 783 cantieri "
- 18 marzo 2015: D'Angelis: "80 miliardi anti frane e alluvioni? "ne servono solo 21. Ecco perche"
- 17 nov 2014 - Renzi: Nove miliardi di «soldi veri», di cui 2 già “in cassa” contro il dissesto idrogeologico
- 13 ott 2014 - Renzi: due miliardi contro il dissesto.
- 09 ott 2014 - Renzi: con lo “Sblocca Italia” sbloccati 4 miliardi per prevenzione
CASSANDRA-DARI
Due giorni fa ho partecipato a una riunione per organizzare un evento sul tema del dissesto: erano presenti rappresentanti delle professioni tecniche e dell'industria.
Si valutava quali temi trattare, chi coinvolgere e, soprattutto, se il tema avrebbe raccolto interesse, dopo il passaggio di D'Angelis da #Italiasicura a #UNITA'. In quel momento non ho potuto non sottolineare che la situazione italiana è talmente disastrosa che ci avrebbe pensato la prima bomba d'acqua, purtroppo, a ridestare l'interesse del paese sul problema del dissesto idrogeologico. Poche ore dopo la tragedia del Cadore. Sono stato un profeta ? ho portato sfiga ? no, non ho questo potere, si è trattato purtroppo solo di una dichiarazione di buon senso.
La conseguenza: il governo stanzia 1,2/1,3 miliardi (dipende dal comunicato stampa, ma tanto 1 più, 1 meno, se poi non si spendono se ne può dichiarare quanti se ne vuole).
E' matematico:
- piove --> nasce una frana --> se c'è il morto il governo stanzia x miliardi per contrastare il dissesto idrogeologico.
- c'è un sisma --> cadono le case e ci sono dei morti --> si approvano le norme tecniche che sono ferme da anni
- ...
In Italia abbiamo un enorme problema di dissesto idrogeologico. E non solo. Abbiamo un enorme problema di edifici poco sicuri. Basta un terremoto che in Giappone non citerebbero neanche sulla cronaca locale per distruggere un intero territorio. Abbiamo un enorme problema di edifici colabrodo che consumano energia preziosa. Abbiamo un enorme problema di quartieri dormitori in cui non diventare un delinquente è un evento. Ieri un architetto di fama scriveva su un quotidiano che alcune discoteche sono progettate in funziona della droga che vi si deve consumare. Possiamo dire la stessa cosa dei quartieri. Abbiamo un problema ricorrente di corruzione negli appalti pubblici. Non vi è ormai opera che non sia stata commissariata. Abbiamo un sacco di enormi problemi.
E qual'è la soluzione riccorrente che cerchiamo di adottare: quella della burocrazia documentale. Certificazione energetica, certificazione antimafia, certificazione delle competenze, certificazione DURC, certificazione di legalità, ... e dei superpoteri. Quando abbiamo un problema nominiamo un supercommissario.
Pozzati ci ricordava che non bisogna confondere la tecnica con i tecnicismi, che troppe regole finiscono per soffocare il senso di responsabilità di chi deve fare, insomma troppe regole sono nocive.
Il risultato ? Un esempio vero: sto cercando casa. A "xxx", se si va su immobiliare.it ci sono solo tre appartamenti nuovi in vendita con le caratteristiche che cerco. Chiamo il titolare di un annuncio. Mi riceve, stanno costruendo la palazzina e chi vende è l'impresa stessa che costruisce. Primi 10 minuti dell'incontro dedicati per farmi capire che solo un'impresa vera può garantirmi la qualità di ciò che compro. Entriamo nei dettagli. Classe energetica ? ma è una bufala, chi la chiede non ha capito nulla. L'antibagno ? è obbligatorio, ma presa l'abitabilità buttiamo giù il muro in cartongesso, ed è tutto spazio guadagnato. Le camere da letto ? nel sottotetto. Ma attenzione, sono accatastate come ripostigli ...! E l'altezza dei sottotetti ? non c'è problema, il tetto è autoportante, le travi sono finte, ottenuta l'abitabilità queste vengono eliminate. Veniamo alla posizione. Il rendering dell'annuncio fa vedere un grande spazio verde intorno. Guardiamo googlemap ... il verde non c'è più, ci sono solo degli altri edifici.
Ora chiediamoci perchè l'edilizia va male e diamoci una risposta. Non voglio colpevolizzare l'impresa, è l'ultima sopravissuta di "xxx", ma evidenziare l'enorme quantità di regole che caratterizzano un mondo che ha reagito ignorandole, anzi, fregandole.
Quale allora la soluzione per risolvere questo insieme di grandi problemi ? la parola chiave è semplificazione ?
No, la parola chiave non è "semplificazione", ma "serietà".
Basta con i coorporativismi, basta con la logica del salvare tutti per amazzare il Paese. Basta con la logica del non scontentare nessuno, perchè ogni categoria rappresenta un bacino di voti. Basta.
Si vuole istituire un sistema di certificazione della prestazione energetica degli edifici ? essere seri vuol dire riconoscere che questa attività può essere fatta solo da chi ha studiato e ha l'asperienza per farla, non da chi facendo un corso di poche ore e ha acquisito un certificato semiprofessionale si inventa un mestiere. Allora istituire pagine e pagine di regolamenti per poi consentire a un grafico o a un agronomo di di poter rilasciare una certificazione APE è una vera propria cazzata. E riconoscere che il titolo di studio sia uno degli elementi essenziali per poter svolgere questa attività significa anche dare valore allo stesso, perchè lamentarsi che abbiamo un esercito di giovani laureati disoccupati e poi non dare valore a quel cazzo di titolo vuol dire fare demagogia e non risolvere i problemi.
DOBBIAMO ESSERE COERENTI: SE VOGLIAMO CHE I NOSTRI FIGLI DOPO CHE HANNO STUDIATO ABBIANO UN LAVORO DIAMO VALORE A LORO TITOLO!!!
Ma questo significa riconoscere anche le specializzazioni. Un ingegnere civile strutturista che non ha nel suo percorso nessun corso dedicato all'isolamento e alla modellazione energetica, (esempio, vedi temi corso ingegneria civile bologna corsi.unibo.it/civileL/Pagine/Presentazione.aspx ) come può affrontare con la dovuta serietà un problema di questo tipo. Certo, questo va contro la logica che uno, essendo ingegnere, è esperto di tutto, e ci si sarà chi si incazzerà leggendo questa mia affermazione perchè oggi soppravive facendo lo strutturista, il geotecnico, l'impiantista e l'energetico ... ma un domani se si darà valore alla specializzazione ognuno potrà concentrarsi con maggiore soddisfazione sui temi di sua competenza.
Ma - per farmi altri nemici - potrei fare altri esempi. Con INGENIO abbiamo proposto ad alcuni ordini di architetti un corso di aggiornamento professionale sulla sismica, e tutti, ripeto tutti, ci hanno risposto che non interessa. Considerata l'importanza dell'argomento si dovrebbe consentire solo agli ingegneri strutturisti di firmare i calcoli strutturali di un edificio, a prescindere dalla dimensione e zonificazione sismica.
Si tratta di principi base, semplici da applicare, sicuramente non sufficienti, ma riteniamo necessari, per una trasformazione del Paese. Minori regole e far fare le cose solo a chi ha i titoli e le competenze per farlo.
Ma è una trasformazione che non riguarda solo i professionisti, ma dovrebbe riguardare anche le regole generali. Si vuole migliorare la sostenibilità del paese. Bene, allora il governo invece di tanti annunci renda obbligatoria la classe A+: degli edifici, degli elettrodomestici, di tutto. Se quando io vado al supermercato continuo a trovare lavatrici in classe B, C, ... sono portato a pensare che la scelta dell'efficienza energetica sia una mia scelta. Ma non è più così. I cambiamenti climatici non ci lasciano scelta, dobbiamo realizzare il cambiamento. E' come per l'amianto. E' pericoloso, non posso più scegliere se usarlo oppure no. Un elettrodomestico, un edificio, in classe C sono pericolosi, pericolosi per il nostro futuro.
La qualificazione si fa a monte, non a valle. A monte bastano poche regole, a valle non ne bastano una enormità.
Pensiamo al cemento armato. E' il materiale più diffuso per le costruzioni, ogni giorno viene messo sotto processo (cemento depontenziato, cubetti finti, ...). Eppure si consente che sul territorio continuino a esistere impianti senza sistemi di automazione, senza laboratori di qualificazione, con sistemi di dosaggio non tarati, e organizzazioni che non sarebbero in grado di garantire neppure la bontà iniziale di una ricetta. Ci si è inventati la certificazione FPC, dando la possibilità a decine di istituti di rilasciarla. Chi deve controllare questi istituti ? il servizio tecnico centrale del Consiglio Superiore dei LLPP. Quante persone compongono il serivizio tecnico centrale (nella parte operativa) ? si contano sullle dita di una mano, e devono tenere sotto controllo anche i laboratori ufficiali e autorizzati, i centri di trasformazione ... Risultato: tutti gli impianti di betonaggio esistenti hanno ottenuto il bollino blu. Quindi ? solo carta, abbiamo prodotto l'ennesimo certificato e solo burocrazia. Come si poteva risolvere il problema:
- obbligando gli impianti di betonaggio ad avere l'automazione (vera), il mescolatore (così il controllo di produzione avviene già in fabbrica), e un'organizzazione che prevede un direttore tecnico laureato in materie tecniche (altrimenti che tecnico è), un laboratorio interno.
- individuando uno, massimo due organismi di certificazione accreditati per l'FPC, con tariffe e procedure di controllo definite dal consiglio superiore dei LLPP e non scontabili
Certo da 2000 impianti saremmo passati a 6/700, ma avremmo qualificato un settore e il materiale più importante delle costruzioni, dove la qualità è un valore, non un costo.
Ma lo stesso ragionamento si dovrebbe fare per le imprese di costruzione. Basta con imprese sotto dimensionate, sottocapitalizzate, sottoorganizzate. La crisi, facciamoci caso, ha fatto chiudere le imprese migliori, non le peggiori.
Chiediamoci il perchè. Forse il sistema di microincentivazione inventato dal governo in questi anni ha favorito solo le piccole imprese artigiane, spesso costituite da ex-muratori, demolendo ogni sano principio di imprenditoria, e non solo edile. Ma la priorità, anche delle Associazioni, è stata di difendere tutti. E questo è il risultato. Non ci sono più (o quasi) imprese edili serie sul mercato, le casse edili sono al limite della chiusura, le scuole edili pure. E ci riempiamo la bocca con parole come qualità e riqualificazione.
Anche in questo caso la selezione andava fatta a monte, definendo in modo più rigoroso quali fossero i principi che un'impresa deve rispettare non solo per partecipare agli appalti pubblici, ma anche per lavorare negli appalti privati.
E veniamo agli appalti pubblici. Nel nostro Paese continuiamo a ragionare in termini di commissari straordinari, di regole e certificazioni. Negli altri Paesi si punta sulla digitalizzazione dei processi e sulla centralità della progettazione. La selezione si fa a monte ...
Il mio treno sta arrivando, e vorrei concludere questo lungo articolo di riflessioni con una richiesta a chi ci governa: basta promesse, basta regolamenti, basta certificazioni, basta annunci. Una casa è solida se le fondamenta sono solide. Ripartiamo dai fondamentali.