Con oltre 15mila diagnosi energetiche effettuate da oltre 8mila imprese, l’Italia si colloca al top della classifica Ue dei Paesi più virtuosi nell’attuazione della Direttiva europea sull’efficienza energetica per i check-up nelle aziende.
Con oltre 15mila diagnosi energetiche effettuate da oltre 8mila imprese, l’Italia si colloca al top della classifica Ue dei Paesi più virtuosi nell’attuazione della Direttiva europea sull’efficienza energetica per i check-up nelle aziende. In tutto il resto d’Europa, infatti, ne sono state inviate circa 13mila, di cui 7mila sono dichiarazioni di avvenuta diagnosi.
Il dato, reso noto dall’ENEA, riguarda le imprese energivore e di grandi dimensioni tenute a effettuare l’audit energetico. Nel nostro Paese, alla scadenza di legge del dicembre 2015 erano state inviate 14.342 diagnosi da parte di 7.516 imprese, salite poi a 8.461 con 15.685 diagnosi a fine giugno 2016.
“Questi risultati sono destinati a migliorare ancora per effetto delle azioni di verifica e controllo avviate dal Ministero dello Sviluppo Economico con il supporto dell’ENEA, in qualità di Agenzia nazionale dell’efficienza energetica”, spiega Roberto Moneta, responsabile dell’Unità Tecnica Efficienza Energetica dell’ENEA. “Anche nel recente Meeting della Concerted Action sull’attuazione della Direttiva 2012/27/EU, l’approccio italiano e i risultati ottenuti hanno suscitato molto interesse e valutazioni positive da parte della Commissione europea”, aggiunge Moneta.
Alle origini del successo del ‘modello Italia’ alcune best practice che Bruxelles sembra intenzionata a indicare nella prossima revisione della Direttiva sull’efficienza; fra queste, in particolare, l’istituzione di Tavoli tecnici permanenti come momento di confronto e analisi per individuare procedure operative condivise con i soggetti interessati, per l’attuazione degli aspetti più complessi della Direttiva. Il lavoro dei Tavoli si è poi concretizzato in circolari attuative del MiSE. Sono risultate misure efficaci anche la realizzazione di modelli di rendicontazione standardizzati per gli operatori e per elaborare i dati delle diagnosi, la predisposizione di Linee guida settoriali per dare alle aziende indicazioni utili per adempiere all’obbligo legislativo e la messa a punto di una procedura specifica per le aziende multisito.
“Queste iniziative, condivise con Confindustria e con gli altri soggetti interessati, proseguiranno insieme alle attività che ENEA sta portando avanti a supporto del MiSE per favorire sempre più il confronto con i soggetti interessati, attraverso iniziative di informazione, formazione, convegni e seminari, elaborazione di documentazione tecnica e studi settoriali con le associazioni di categoria”, ha concluso Moneta.
Nel settore dell’efficienza, l’Italia ha già fatto molti passi in avanti per il raggiungimento dell’obiettivo di una riduzione dei consumi di energia primaria di 20 Mtep l’anno al 2020, pari a 15,5 Mtep di energia finale. Complessivamente, ad oggi, nel nostro Paese sono stati risparmiati quasi 10 Mtep l’anno, evitando 26 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonicae 3 miliardi di euro di spese per importare fonti fossili. Il nostro Paese, inoltre, è leader in Europa per livello d’intensità energetica, con una percentuale del 18% inferiore della media Ue; tra gli strumenti per promuovere l’efficienza si sono rivelati particolarmente efficaci i certificati bianchi, le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche e le misure previste dal dlgs 102/2014 e dal Piano d’Azione per l’Efficienza Energetica 2014.