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Equo compenso professionisti: il Senato inizia l'iter del DDL

Il DDL sull'equo compenso e sulla responsabilità civile delle professioni ordinistiche ha iniziato ufficialmente l'iter in Commissione lavoro del Senato: per compenso equo si intende un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione professionale. Il testo completo

Dopo l'impegno ufficiale da parte del Governo, l'equo compenso per i professionisti compie un altro importante passo avanti con l'avvio ufficiale, presso la Commissione Lavoro del Senato in data 4 luglio, dell'iter legislativo del DDL n. 2858 dedicato, presentato dal presidente della Commissione Lavoro Sacconi, in materia di equità del compenso e responsabilità professionale delle professioni regolamentate, con la relazione della senatrice Parente.

Come si legge nella relazione illustrativa, "l'equo compenso non è solo un principio costituzionale applicabile a tutti i lavori ma una oggettiva esigenza per tutti i consumatori perché li mette al riparo da servizi professionali di bassa qualità. La stessa capacità della domanda di autorganizzarsi in forme collettive deve infatti condurre non tanto a prezzi stracciati quanto ad un ottimale rapporto tra il costo e la qualità delle prestazioni".

Il DDL, presentato ieri in conferenza stampa, consta di 4 articoli e definisce l'equo compenso come "un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione professionale": per la misura dell'entità del compenso, si farà riferimento a parametri vigenti anche se limitati nell'impiego del contenzioso (con discrezionalità del giudice caso per caso).

Un aspetto sicuramente importante è che salvo prova contraria, il compenso inferiore ai minimi stabiliti dai parametri vigenti si deve ritenere iniquo. In tal modo si rendono nulle le clausole contrattuali che collocano la remunerazione al di sotto dei parametri minimi vigenti per orientare il magistrato nella soluzione del contenzioso.

Lo stesso Sacconi, in merito, ha segnalato che "per i molti che non operano entro le regole degli ordini e dei collegi, la soluzione potrebbe consistere nel dare forza di legge ai contenuti minimi degli accordi collettivi sottoscritti da loro organizzazioni di rappresentanza con le associazioni dei committenti".

Molto importante anche il cosiddetto "dies a quo" del DDL, ovverosia la proposta di individuare nel giorno della prestazione il momento da cui decorre il termine di prescrizione della responsabilità civile dei professionisti.

Per Marina Calderone, presidente del CUP (Comitato unitario delle professioni) e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, si tratta di un intervento normativo "necessario, giusto ed assolutamente lungimirante, che guarda al mondo delle professioni in modo dinamico, fornendo degli strumenti, dall'equo compenso allo stop alle clausole vessatorie, con l'intenzione di non mettere in competizione ed in contrasto le categorie dei lavoratori autonomi”.