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Heritage BIM nei centri storici: dalla 4D alla 6D

L'articolo affronta il tema della progettazione del cantiere nell'esistente storico attraverso il BIMM

HBIM e Facility Management per il patrimonio edilizio esistente

Nell’industria 4.0 il settore delle costruzioni sta subendo un notevole cambiamento ed evoluzione per rimanere al passo con l’attuale innovazione del processo tecnologico.

In Italia a differenza di altri paesi europei, la digitalizzazione del processo edilizio è affiancata dalle norme UNI 11337 e ISO 19650 che forniscono linee guida riguardo l’applicazione del metodo e le caratteristiche/competenze dei BIM actors (specialist, coordinator, manager e CDE manager). In questo modo si riesce ad operare con standard e regole comuni che favoriscono l’implementazione del BIM.

Ad oggi il settore AECO (Architecture, Engineering, Construction and Operation) si focalizza e procede all’ottimizzazione solamente di alcuni step del life cycle dell’edificio: disegno dettagliato, programmazione e computazione dei lavori e fasi di costruzioni.
A questo punto si avverte l’esigenza o meglio l’emergenza di pensare e progettare l’“O”, Operating. Questo ha una particolare valenza poiché oltre a essere la prova dell’esatta applicazione del BIM è fondamentale per il comfort degli utenti e per la qualità del fabbricato (Salzano, 2015).

Inversamente proporzionale è il rapporto BIM e Facility Management (FM) nel patrimonio esistente, sebbene sia di fondamentale importanza la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio non sempre viene effettuata. Talvolta la negligenza è dovuta: da una superficialità dell’utente, dai prezzi troppo elevati (non conoscendo le caratteristiche fisiche tecniche dell’opera, bisogna prevedere una fase di indagine e diagnosi); da ignari problemi o danni dell’edificio che possono causare vari problemi o addirittura dai professionisti che, operando solo da poco nell’ambiente BIM, si trovano in difficoltà ad attuare in maniera rigorosa la metodologia e con difficoltà maggiori sull’esistente. Quest’ultima risulta essere l’opzione più grave poiché il committente a fronte di un elevato investimento non potrà godere di tutti i benefici.

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I vantaggi di una buona gestione della manutenzione saranno non solo per il patrimonio storico (tutela del bene immobile) ma anche per l’utente che sfrutterà lo spazio. Questo godrà di maggiori prestazioni e comfort interni con successivo incremento di valore del fabbricato con il passare del tempo. In questo scenario risulta fondamentale il ruolo dell’IoT (Internet of Things) che rappresenta un ottimo strumento per immagazzinare dati che saranno utili dalla fase di esecuzione fino a quella di manutenzione. Ulteriore beneficio sarà la trasformazione dei componenti della filiera delle costruzioni in knowledge factory. Ciò implica non solo raccogliere, archiviare e utilizzare dati ma l'essere in grado di usare solo i dati ritenuti importanti in un determinato arco di tempo. Il goal decisivo sarà il raggiungimento dell’IPD (Integrated Project Delivery) che garantirà di avere un ambiente condiviso di informazioni, sempre aggiornate, così da avere soluzioni sempre più vantaggiose nel minor tempo possibile e con minore difficoltà.

L'applicazione del BIMM nella progettazione del cantiere sull'esistente storico

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Nel caso di una progettazione di cantiere BIM di un edificio esistente e non avendo a disposizione modelli integrati dagli step precedenti, risultano necessarie alcune fasi:

Fase Zero - Indagine
Il complesso passaggio da un semplice 3D ad un modello “As built” e quindi un modello 6D di un edificio storico e/o esistente si basa sull’applicazione del BIMM inteso come Building Information Modeling e Management cioè la gestione delle informazioni, derivanti da diversi modelli, durante tutto il ciclo di vita dell’edificio al fine di ottimizzare i processi di esecuzione e manutenzione. In prima istanza sarà fondamentale una fase di presa di coscienza dell’edificio (Garagnani, 2010). Questa presenta, inoltre, molte difficoltà per le informazioni che sono in primis da reperire (mediante indagini documentali e saggi), poi da inserire correttamente nei modelli digitali e quindi richiede anche una quantità notevole di tempo. In particolare, le analisi BIM Oriented saranno le fondamenta poiché solo avendo un riscontro dettagliato e preciso della realtà si potrà operare correttamente in HBIM (L.o.R. - level of reliability). Senza un’affidabile corrispondenza della realtà, risulterebbero poco utili alcuni aspetti della metodologia, per esempio clash detection e quantity takeoff. Ulteriore aspetti da prendere in considerazione ed organizzare saranno: la redazione obbligatoria ed immediata del BEP per portare a conoscenza tutti gli stakeholders degli obiettivi e strategie da seguire prima che inizi la “vera” progettazione e l’obbligo di lavorare mediante workset per un modello sempre aggiornato.

Fase Uno – Gestione del cantiere
Il metodo adottato per la progettazione del cantiere denominato ADAP (As detailed as possible) si pone di ottenere un elevato standard di qualità del progetto, cercando di ottimizzare quanto più possibile i costi e tempi a favore di un incremento del livello di sicurezza in cantiere. Il metodo consiste anche nella progettazione del diagramma di Gantt. Il cronoprogramma può essere considerato come un’unione di due parti: generale e dettagliato. Il primo, oltre a mostrare una sequenza temporale delle attività disposte secondo una regola / strategia iniziale, sarà sintesi di molteplici aspetti mirati a eliminare il più possibile le interferenze tra le attività lavorative ed a ridurre i tempi di esecuzione e i possibili problemi legati al risk management.

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