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Incarichi per ricostruire L’Aquila, CNAPPC: gli Ordini possono intervenire solo dietro denuncia

Intervista a Walter Baricchi Coordinatore del Dipartimento Cooperazione, Solidarietà e Protezione Civile del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

Intervista a cura di Stefania Alessandrini - INGENIO


In un recente servizio del Telegiornale Abruzzese sulla ricostruzione de l’Aquila si è fatto il punto sui lavori in atto nel capoluogo che purtroppo stanno procedendo molto lentamente.

Sulla questione è intervento il Sindaco Cialente che ha sottolineato l’ “anomala” assegnazione di numerosissimi progetti a pochi studi di progettazione ritardando molto spesso la cantierabilità dei progetti stessi.

Una scelta, sostiene il Sindaco, forse non illegittima ma sicuramente immorale.

 

1) 7 dei 10 milioni di euro dei fondi pubblici è andato ai privati, ma come riportato da un servizio del TG abruzzese i lavori sono molto indietro colpa - a dire del Sindaco Cialente - di aver assegnato a pochi professionisti un numero di progetti molto elevato provocando un rallentamento della ricostruzione lasciando i soldi ancora nella casse del Comune. Secondo Cialente per velocizzare la ricostruzione occorreva mettere un tetto al numero di progetti che ogni studio poteva portare avanti. Come Consiglio Nazionale come valuta la situazione abruzzese e la considerazione del tetto sul numero di progetti per studio?

Purtroppo la situazione abruzzese si è ripetuta anche in Emilia nel 2012. Oggi il confronto e il Protocollo d’Intesa in fase di sottoscrizione da parte della Rete delle Professioni tecniche con il Commissario di Governo hanno introdotto limiti di assunzione degli incarichi consentendo di avviare una nuova fase nelle procedure della ricostruzione in area sismica.


2) Il sindaco nell’intervista solleva inoltre anche una critica sulla mancata vigilanza su queste questioni. Pensa che l’Ordine territoriale avrebbe dovuto supervisionare le procedure e le assegnazioni? Oppure cos’altro?

E’ una considerazione comprensibile ma molto semplicistica così come viene sovente manifestata. Tra committente privato e progettista si istaura un rapporto contrattuale privatistico. Gli Ordini e i Collegi non hanno gli strumenti per intervenire direttamente se non in seguito a denuncia delle inadempienze contrattuali, presentate dal committente danneggiato.
In questa situazione è possibile procedere con l’istruttoria del caso e con il suo possibile differimento al Consiglio di Disciplina. Occorre comunque anche non sottovalutare come oltre al certamente deplorevole fenomeno dell’accaparramento da parte di alcuni progettisti (anche con numeri eclatanti), le lungaggini siano dovute alla farraginosità delle procedure burocratiche e di istruttoria delle pratiche da parte degli enti preposti che concorrono non poco, a rendere particolarmente onerose in termini di tempo e di costi la loro presentazione.