Cambiamenti climatici | CO2
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L'immenso costo climatico nascosto della guerra di Gaza: riflessioni

In un'epoca segnata da guerre e conflitti, emerge un aspetto spesso trascurato ma di vitale importanza: il loro impatto devastante sul clima. L'ultimo articolo del Guardian, analizzato e commentato di seguito, svela come la guerra in Gaza contribuisca notevolmente alla crisi climatica globale, un campanello d'allarme per l'umanità intera.

Nell'ultimo pezzo del Guardian, scritto da Nina Lakhani, emerge un'analisi sconcertante: l'impatto delle emissioni derivanti dalla guerra in Gaza su scala climatica è immenso.

Questa ricerca, seppur ancora in attesa di revisione paritaria, getta una luce cruda sulle conseguenze ambientali dei conflitti armati, un aspetto troppo spesso trascurato nelle discussioni internazionali sul cambiamento climatico.

Il dato che colpisce maggiormente è che, nei soli primi due mesi di guerra, le emissioni di gas serra generate sono state superiori all'impronta di carbonio annuale di oltre 20 delle nazioni più vulnerabili al cambiamento climatico, come sottolinea l'articolo, "The majority of the carbon dioxide estimated to have been produced can be attributed to Israel’s aerial bombardment and ground invasion of Gaza".

Secondo lo studio, l'impatto climatico dei primi 60 giorni di risposta militare israeliana è equivalente alla combustione di almeno 150.000 tonnellate di Carbone: "This study is only a snapshot of the larger military boot print of war ... a partial picture of the massive carbon emissions and wider toxic pollutants that will remain long after the fighting is over," dichiara Benjamin Neimark, coautore della ricerca.

L'asimmetria tra le emissioni generate da Israele e quelle prodotte dai razzi di Hamas è evidente.

Mentre i razzi di Hamas hanno generato circa 713 tonnellate di CO2, equivalenti a circa 300 tonnellate di carbone, quasi la metà del totale delle emissioni di CO2 sono attribuibili ai voli cargo degli Stati Uniti che trasportavano forniture militari a Israele.

L'articolo porta anche all'attenzione il costo climatico della ricostruzione delle 100.000 costruzioni danneggiate a Gaza, stimando almeno 30 milioni di tonnellate di gas serra, un numero paragonabile alle emissioni annuali di CO2 della Nuova Zelanda.

"Armed conflict pushes humanity even closer to the precipice of climate catastrophe, and is an idiotic way to spend our shrinking carbon budget," afferma David Boyd, relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani e l'ambiente.

Questo report ci fornisce non solo un bilancio delle emissioni militari, ma anche una riflessione più ampia sul ruolo delle guerre nel peggioramento dell'emergenza climatica globale. La guerra in Gaza, oltre a generare sofferenze immediate, esacerba l'emergenza climatica ben oltre le emissioni dai bombardamenti e dagli aerei.

La situazione ambientale a Gaza è ormai catastrofica.

La maggior parte delle infrastrutture agricole, energetiche e idriche è stata distrutta o inquinata, con probabili ripercussioni sanitarie devastanti per decenni a venire.

Il report del Guardian evidenzia in modo inequivocabile come queste guerre rischiano di compromettere non solo la vita di molte persone, ma anche il futuro climatico del pianeta.

È tempo di prendere atto dell'impatto ambientale dei conflitti e di considerare questa dimensione nelle discussioni e nelle azioni internazionali sul cambiamento climatico.

La necessità di maggiore responsabilità e trasparenza nelle emissioni di gas serra militari è più che mai evidente. "The military's environmental exceptionalism allows them to pollute with impunity, as if the carbon emissions spitting from their tanks and fighter jets don’t count. This has to stop, to tackle the climate crisis we need accountability," sottolinea Neimark.

L'impatto della guerra sul clima è un tema cruciale che richiede una riflessione profonda

Come affermato nell'articolo, le emissioni militari globali rappresentano circa il 5,5% delle emissioni di gas serra annuali a livello mondiale, più delle industrie dell'aviazione e della navigazione combinate.

Questo rende l'impronta di carbonio militare globale la quarta più grande dopo solo Stati Uniti, Cina e India.

In conclusione, l'articolo del Guardian fornisce una prospettiva cruciale e spesso trascurata sulle guerre moderne: il loro costo ambientale e climatico. La guerra in Gaza è un esempio lampante di come i conflitti armati non solo causino distruzione e sofferenza umana, ma contribuiscano anche significativamente al riscaldamento globale e alla crisi climatica.

È un appello all'azione per affrontare questa realtà spesso ignorata e per integrare la consapevolezza ambientale nelle politiche e nelle strategie di sicurezza internazionale.
"Recognizing the environmental impact of war is crucial,"
come giustamente sottolinea l'articolo, e il momento di agire è ora.

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